HISTORIA de CROSE
dal 1819 al 1828



Normalizzazione

Dal Registro dei Morti:

“Li 2 maggio 1819
Cattarina del fu Girolamo Longato detto Bravo e moglie di anni 27 circa, munita di tutti gli aiuti spirituali passò da questa all’altra vita, e il di lei cadavere fu sepolto in questo cimitero coll’assistenza di me Don Osvaldo Moretti.
Morì per male maligno. Medico Agostini.”

Riportiamo questa notizia da un lato per ricordare che i Longato sono ‘Bravi’ da almeno due secoli, dall’altra per far notare che le morti erano certificate da un medico. Dove vivesse questo medico Agostini non sappiamo.

Ogni tanto, qualcuno si suicidava.

“Li 29 giugno 1820
Giovanni del fu Giovan Battista Sperandio in età di anni 63 circa, dopo alquanti mesi di mania nel giorno 9 del corrente giugno precipitò sé medesimo nel fiume Piave e si annegò. Il di lui cadavere dopo giorni 9 fu portato a galla dalle acque correnti e fu tratto a riva nella Parrocchia di san Donà al luogo detto il Palazzotto. Visitato dalla Giustizia il giorno 20 di questo mese fu per ordine del Pretore di San Donà fatto seppellire in riva al fiume medesimo e nello stesso luogo dove fu rinvenuto essendo per la corruzione divenuto incapace di sepoltura nel cimitero.”

Consola la notizia, positiva e progressiva, che nel 1821, sull’esempio del Consorzio di Vallio e Meolo costituito quattro anni prima, si costituì il Consorzio di scolo e difesa di Croce di Piave: esso comprese i terreni di più facile sgrondo, i più alti, a nord del fosso Gorgazzo, scolando per l’antichissima Fossetta, o per il Taglio nuovo del Sile.
[W. Dorigo, Venezie sepolte nella terra del Piave, p.388]
Era limitato a nord ed est dall’antico argine San Marco: a ovest dal canale Fossetta; a sud dal canale Gorgazzo, Cascinelle e Millepertiche di Levante; la sua estensione era di circa 1.500 ettari; curava il buon regime di una rete di scolo (Gorgazzetto, Gorgazzo Superiore e Inferiore, Cascinelle, Mincio, Morosina, Millepertiche di Levante e altri minori) che per la zona di Fossalta scolava in Fossetta a Capodargine mentre per la restante massima parte del comprensorio scolava invece o nelle paludi della Fossetta e del Palù perso o nel Piave Vecchio ala Stanga. Il buon governo di detto scolo naturale consentiva che fosse coltivata gran parte dei terreni consorziati e che si sfruttassero col pascolo i rimanenti terreni posti più lontani dalle gronde del Piave e aventi quote inferiori a m. 0,80 circa sul medio mare.
[Luigi Fassetta, La bonifica nel Basso Piave, pagg. 44-45]

Che gli austriaci non intendessero lasciare alcuna carica ai veneti, o perlomeno agli italiani, nemmeno religiosa, lo dimostra il fatto che nel 1822 imposero come vescovo di Treviso il tirolese Giuseppe Grasser il quale solo il 19 marzo 1823, proveniente dalla diocesi di Bressanone, poté prendere possesso di quella Trevigiana.

In quel 1823 si estinse il casato veneziano dei da Lezze. Le loro proprietà in quel di Croce finirono ai Bonacossi.

“Li 26 gennaio 1824
Giovanni del fu Valentino Dianese e di Giovanna Maschio di anni 52 ritornando da Fossalta nella carrozza del Nobile Signor Conte Burovich rovesciata questa nella Marezzana presso Fossalta si annegò.”
[Dal Registro dei Morti]

Se l’Argine San Marco era poco sicuro – ed è abitudine antica delle carrozze di tutti i tempi quella di sfrecciare sulla sua sommità – anche gli arzerini della Piave avevano bisogno di manutenzione.

“Li 10 agosto 1824
13/20 Giovanni figlio di Antonio Berto e di Lucia Rizzetto di anni 32 circa, mentre era a travagliare nell’argine della Piave dirimpetto alla tenuta della Nobil Donna Barzizza si è rovesciato sopra di lui improvvisamente parte dell’argine suddetto, e rimase affogato sotto alla di lui rovine. Il di lui cadavere licenziato con Decreto dell’I.R. [=Imperial Regia] Pretura di Sandonà fu sepolto in questo cimitero nel giorno medesimo coll’assistenza di me Don Osvaldo Moretti.”
[Dal Registro dei Morti]

Fra le disposizioni imposte dall’I R. Governo di Venezia, una delle più odiose, e che eccitò ovunque l’indignazione fu la disposizione del 16 settembre 1825 con cui si proibì il clandestino trasporto delle lettere private per il timore di propaganda anticostituzionale. Se la disposizione fu letta a San Donà [Arch. di Curia di Treviso, Busta S. Donà, fascic. Congregazione di S. Donà e suo Vicinato, Doc. a stampa, ed. Giuseppe Gattei, tipografo dell’Eccelso Governo Il. 12897-3175, C. VIII.], è probabile che don Moretti la lesse nella chiesa di Croce.

«L’abuso introdottosi del clandestino trasporto di lettere private, in sommo pregiudicio del sovrano Erario, ha condotto l’Eccelsa I. R. Camera Aulica delle Finanze a determinare con ossequiato dispaccio 18 agosto 1825, n. 32375-1253: a) che a datare dal primo ottobre J 825 la multa per le lettere che verranno trovate in contravvenzione alle vigenti leggi postali, sia fissata a L. 3 (tre) austriache per cadauna lettera a carico del contravventore, oltre il pagamento della tassa di porto devoluta all’amministrazione postale; b) che la metà dell’importo della multa rimanga a vantaggio della stessa amministrazione, l’altra metà vada a profitto dell’inventore, subito che sia stato giudicato legale il fermo. Il Governatore: Co. Carlo d’Inzaghi»

Quell’inverno ci pensarono i fiumi a dimostrare maggiore rivoltosità: molti corsi d’acqua del Veneto disarginarono, il Piave ruppe in 12 punti solo sulla sponda sinistra allagando tutta la plaga. (E sulla destra?) Al proposito la Gazzetta Privilegiata di Venezia (nr. 179 del 1826) riportava che essendosi il Viceré: «degnato di voler prendere cognitione delli impiegati e de’ privati che si sono distinti nell’impedire o attenuare i mali a cui andarono soggette queste Provincie all’occasione di quelle piene de’ fiumi, si compiacque di estendere la di lui soddisfazione verso coloro che in tali luttuose circostanze diedero esempi singolari di pietà e di coraggio ». L’articolo proseguiva elencando le persone distintesi e fra queste cita: ... Il giornale concludeva osservando che: «a tutti i nominati individui fu in attestato della pubblica riconoscenza fatta conoscere per ordine di S.A.I. il Serenissimo Arciduca Vicerè la soddisfazione del Governo ».

A Croce i contadini di ammazzavano di fatica, e di lavoro morivano:

Li 18 luglio 1826
Vincenzo di fu Angelo Colombara e di Domenica Zanetton della Parrocchia di Meolo, mentre caricava una barca di strame nel Lanzon al confine di questa Parrocchia restò affogato nell’acqua.

Li 14 dicembre 1826
Pietro del fu Girolamo De Zotti detto Melara e della fu Maria Dianese ieri alle due pomeridiane restò morto sotto un carro di fieno alle Case Bianche.

[Dal Registro dei Morti]

Tra le due date s’inseriva la richiesta di don Moretti al vescovo di delegare qualcuno, “chi meglio le piacerà”, per rimettere la pietra sacra nell’oratorio alla Fossetta appena restaurato.

Monsig.r Illmo, e Reverendmo

Eseguite colla massima decenza le operazioni, che ad onore di Dio la pietà del Nob: Sig: Co: Luca Ivanovich aveva divisato di far eseguire nel Pub: Oratorio di sua ragione situato tra i confini di questa mia Parrocchia dedicato alla B.V. del Rosario, umilmente egli ricorre col mio mezzo a V. S. Illma e Reverendma pregandola, che si degni di delegare chi meglio La piacerà per rimettere a suo luogo la Pietra sacra, e rendere esso Oratorio nuovamente atto a celebrare in esso i Santi Misteri.

Nella fiducia di ottenere la richiesta grazia ho l’onore di professarmi con profondo ossequio, e venerazione

Croce di Piave li 18 8bre 1826

D. V. S. Illma e Reverenma

Umilmo Osqmo Obbedmo Servitore
D: Osvaldo Moretti

Il vescovo Grasser venne a Croce in

VISITA PASTORALE IL 21 GIUGNO 1827

Don Osvaldo Moretti aveva ormai 71 anni, era a Croce da 13.
Non siamo in possesso della relazione del parroco compilata prima della visita. Procediamo quindi con il racconto della giornata.

21 giugno 1827 nella visita pastorale alla chiesa parrocchiale di santa Croce di Croce di Piave.
L’illustrissimo e reverendissimo Giuseppe Grasser vescovo di Treviso, alle undici di mattina, uscendo dalla casa parrocchiale di Zenson dove aveva pernottato con tutta la sua famiglia, giunse al luogo di Croce di Piave dove gli venne incontro il reverendo parroco Osvaldo Moretti, rettore della medesima chiesa parrocchiale; indossati il rocchetto e la mozzetta, e accolto sotto il baldacchino, giunse alla porta della chiesa, dove in ginocchio baciò la croce, ed entrato in chiesa, assolse tutti gli obblighi prescritti dal Pontificale Romano; quindi fece la messa, diede a molti fedeli la comunione, celebrò le esequie per le anime dei defunti tanto in chiesa che in cimitero. Visitò il Santissimo, vide la pisside e la sua custodia e approvò.
Quindi cresimò alcuni fanciulli e consacrò un calice con la patena.
Visitò il fonte per i battezzati, vide e approvò.
Visitò gli Oli Santi, (si raccomanda che i vasetti di piombo siano cambiati in argento, e sia foderata la custodia di seta di color violaceo).
Visitò l’altare maggiore dedicato all’invenzione della Santissima Croce, vide e approvò.
Visitò l’altare intitolato alla Beata Maria Vergine del Rosario, vide e approvò.
Visitò l’altare intitolato a sant’Antonio da Padova, vide e approvò.
Visitò l’altare intitolato alla Beata Maria Vergine del Monte Carmelo (che sia collocata la Croce nel Parapetto).
Visitò l’Altare intitolato a San Vincenzo Ferreri Confessore, vide e approvò.
Visitò i confessionali.
Visitò l’ombella e il baldacchino (che sia collocata l’Ostia sopra il Calice, e sia ristaurato il manico).
Visitò la sacristia, vide i calici con le sue patene (sia sospeso un calice di metallo sconosciuto), l’ostensorio, la pisside per portare il viatico agli infermi, il turibolo con la navicella, e approvò.
Visitò tutte le altre sacre suppellettili.

Die 21 Junii 1827 in Pastorali Visitatione Parochialis Ecclesiae Sanctae Crucis de Cruce Plavis hujus …

Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Dominus Josephus Grasser Episcopus Tarvisinus hora quinta de mane discedens e domo Parochialis de Zensono, in qua ipse con tota sua Familia pernoctavit, pervenit ad locum de Cruce Plavis ubi oviam eu venit Reverendus Presbiterus Osvaldus Moretti ejusdem Parochialis ecclesiae Rector et indutus Rocheto et Mozzetta ac receptus sub Baldachino pervenit ad januam ecclesiae, ubi genuflexus Crucem deosculavit, et ingressus ecclesiam omnia quae a Pontificale Romano praescripta sunt vite (?) persolvit; deinde Missae Sacrum fecit, quamplurimos Christifideles sacra Communione refecit, exequias pro Defunctorum Animibus (? = animis) tam in ecclesia, quam in coemeterio peregit. Visitavit insuper Sanctissimum Eucharistiae Sacramentum, vidit Pyxim et custodiam et adprobavit.

Deinde nonnullos pueros sacro chrismate delinivit, et Calicem cum Patena consecravit.
Visitavit Fontem Baptismatis, vidit et adprobavit.
Visitavit Olea Sancta, vidit si raccomanda che i Vasetti di Piombo siano cambiati in argento, e sia foderata la custodia di seta di color violaceo.
Visitavit Altare majus dicatum inventioni Sanctissiae Crucis, vidit et adprobavit.
Visitavit Altare sub titulo Beatae Mariae Virginis de Rosario, vidit et adprobavit.
Visitavit Altare sub titulo Sancti Antonii Patavini, vidit et adprobavit.
Visitavit Altare sub titulo Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo, che sia collocata la Croce nel Parapetto.
Visitavit Altare sub titulo Sancti Vincentii Ferreri Confessoris, vidit et adprobavit.
Visitavit Confessionalia.
Visitavit Umbellam et Baldachinum, che sia collocata l’Ostia sopra il Calice, e sia ristaurato il manico.
Visitavit Sacristiam, vidit Calices cum suis Patenis, sia sospeso un Calice di metallo sconosciuto, Ostensorium, Pyxim ad deferendum Infirmis Sanctissimum Viaticum, Thuribulum cum navicula, et adprobavit.
Visitavit omnes alias Sacras Suppellectiles, vidit

Deposizione del parroco

Die 21 Junii 1827 in Pastorali Visitatione Parochialis Ecclesiae Sanctae Crucis de Cruce Plavis

Coram illustrissimo et Reverendissimo Domino Domino Josephus Grasser Episcopo Tarvisino personaliter comparuit et constitutus est Administrator Reverendus Dominus Osvaldus Moretti Rectoris Parochialis ecclesiae Sanctae Crucis de Cruce Plavis, et
D1: Interrogatus De nomine, cognomine, Patria et aetate ipsius Parochi Risposuit
Osvaldo Moretti, di Chions, Diocesi di Concordia, d’anni 71
D2: Interrogatus quot ab hinc annis hanc ecclesiam et gregem regat (Da quanti anni regge questa chiesa e il suo gregge)? Risposuit Da quindici anni mi trovo al regime speciale di questa Chiesa
D3: Interrogatus An et quot illi in adjutorium curae praesto sint cooperatores (Se vi sono e quanti sono i suoi cooperatori nella cura della parrocchia)? Risposuit Nessuno.
D4: Interrogatus Quis eorumdem (Interrogato su chi di loro…)? Risposuit // //
D5: Interrogatus An alii Sacerdotes possideant Beneficia simplicia huic ecclesiae adscripta (Altri sacerdoti possiedono benefici semplici ascritti a questa chiesa)? Risposuit Negative! Oltre al Beneficio Parrocchiale io non possedo Beneficio di sorte alcuna.
D6: Interrogatus quinam Animarum in Paroecia degentium numerus (Qual è il numero delle anime residenti in parrocchia?? Risposuit Come nella mia Relazione.
D7: Interrogatus quanam hora Missa Parochialis celebretur (A che ora si celebra la messa parrocchiale)? Risposuit Al levar del sole, per il maggior comodo della Popolazione.
D8: Interrogatus An quo tempore et a quo Diebus Dominicis atque Festivis evangelium explicetur Christifideles adulti (In quali momenti e da chi viene spiegato il vangelo agli adulti le domeniche e le altre feste)? Risposuit Durante la Messa Parrocchiale in ogni Festa da me solo.
D9: Interrogatus An ubi et a quo expliciter parvulis Doctrina Chistiana (Dove e da chi viene spiegata ai bambini la Dottrina)? singulis diebus Dominicis (ogni domenica)? Risposuit in tutte le Domeniche e Feste da me solo.
D10: Interrogatus A quibus, et num bene dirigatur eadem (Da chi viene condotta, e viene condotta bene)? Num dote aliqua sit instructa (È istruita qualche dote)? An Parentes ipsi pueros in ecclesiam ducant (I genitori accompagnano i fanciulli in chiesa)? Risposuit vi è numero sufficiente di Maestri, ma non vi sono Maestre perché nessuna donna sa leggere, non è eretta la Scuola di Dottrina, ma procuro il miglior ordine. Non cesso di predicare su questo punto, ma con poco profitto.
D11: Interrogatus An Parochiani frequenter ad Sacrum Poenitentiae Tribunal, sacramque Synaxim accedant (I parrocchiani si accostano di frequente alla Confessione e all’Assemblea eucaristica)? Risposuit Ho motivo di somma consolazione per il numeroso concorso ai santissimi Sacramenti.
D12: Interrogatus quot sint in paroecia Poenitentiae Ministri (Quanti sono in parrocchia i Ministri della Confessione)? quibus diebus, horis in sacro Tribunali sedere soleant (in quali giorni, a quali ore sono soliti sedere al Sacro Tribunale della Penitenza)? Risposuit Non mai prima del levar del sole ascolto le Confessioni.
D13: Interrogatus An deprehendantur in Paroecia, qui ne Paschalis quidam tempore ecclesiae praecepto satisfecerint (Viene rimproverato chi nemmeno in tempo di Pasqua soddisfa il precetto della chiesa)? Qua ratione sibi constare faciat (Quali motivi adduce)? Quisnam eorum numerus (E qual è il loro numero)? Risposuit Nessuno ha mancato al precetto Pasquale, e ciò mi consta perché da me solo vengono communicati i miei Parrochiani.
D14: Interrogatus An alia guastentur vitia, scandala (Qualcuno è guastato dai vizi e dagli scandali)? Risposuit Per grazia del Signore su tale proposito ho motivo di consolarmi.
D15: Interrogatus An diebus Festivis Parochiani ab operibus servilibus abstineant (Nei giorni di festa I parrocchiani si astengono dalle opere servili)? Vel tabernae pateant dum in ecclesia sacra peraguntur (Oppure, le osterie sono aperte mentre in chiesa si svolgono le funzioni sacre)? Risposuit Né i Parrocchiani lavorano ne’ dì festivi; né vi sono Bettole in questa Parrocchia.
D16: Interrogatus An sint Matrimonia separata (Vi sono matrimoni separati)? Num eorum ne unio tentata? Risposuit Nessuno.
D17: Interrogatus An adsint Obstetricas, christianis moribus ornatae, quae baptismi Sacramentum casu necessitatis administare bene sciant (vi sono ostetriche, di costumi cristiani, che sappiamo amministrare il battesimo in caso di necessità)? Risposuit All’occorrenza vengono due di Fossalta, non essendovene in Parrocchia, e queste sono fornite di ottimi costumi, e bene istrutte per amministrare il Battesimo nel caso di necessità.
D18: Interrogatus An sponsi ante matrimonium examinantur circa cognitione Fidei, et Officia Coniugum atque parentum (Gli sposi vengono esaminati prima del matrimonio circa le cognizioni di fede, e gli oblighi dei coniugi e dei genitori)? Risposuit Non manco a questo dovere Parrocchiale in ogni caso, e prolungo la celebrazione nel caso di riconoscerli ignoranti.

Don Osvaldo Moretti

Il vescovo visionò i registri parrocchiali e rilasciò a don Moretti alcuni ordini che derivavano a loro volta da ordini imposti alle diocesi dall’Amministrazione Imperiale: con l’entrata in vigore del Codice Napoleonico, e mantenuto in vigore dall’Austria, i registri ecclesiastici avevano acquisito valore civile; di qui la necessità di tenerli in ordine.

Registri Ecclesiastici

Nati.
- Ciascun atto di nascita dev’esser firmato dal Parroco, massime se amministrò il battesimo un altro Sacerdote.
- Nell’estendere gli atti di nascita si eviteranno abbreviature, le quali alcuna volta possono far equivoco.
- Nell’indicare li Padrini, s’indicherà pure qual sia la loro patria, e domicilio.
- Gli atti di nascita saranno numerati progressivamente d’anno in anno, con numeri semplici, e non composti; sempre cominciando dal primo Gennaio, cioè dal principio dell’anno civile.

Matrimoni
- Gli atti di celebrazione di matrimoni saranno numerati progressivamente d’anno in anno.
- Il Parroco firmerà sempre l’atto di celebrazione, s’anco asistette un altro Sacerdote de licentia.
- S’indicherà la patria, o domicilio de testimoni.

Morti
- Ciascun atto di morte sarà firmato dal Parroco, indicando pure l’assistente Sacerdote alla morte, e tumulazione.
- Saran numerati gli atti progressivamente dal primo Gennaio a Dicembre ciascun anno con numeri semplici.

Gli atti della visita pastorale del 1827, come quelli di tutte le visite del vescovo Grasser nella sua diocesi, furono in seguito trascritti e raccolti in una pubblicazione a stampa, della quale riportiamo fedelmente la pagina relativa a Croce: ricaviamo altre informazioni, evidentemente contenute originariamente nella relazione di don Moretti: in particolare quelle sulle rendite del beneficio e sul nome dei due fabbricieri.



“Don Osvaldo Moretti, poco dopo la visita (bolla del 17 - 8 - 1827) fu eletto arciprete di Carpendo” [=intendi: Carpenedo]. In seguito scopriremo dai documenti che “rinunciò” al Beneficio di Croce.

Chiese don Moretti di essere trasferito per mancanza della canonica?



Possediamo, del vescovo, la minuta di una sua lettera alla delegazione di Venezia

Treviso li 19 8bre 1827

Nota

Presentazione

La Parrocchia di Croce di Piave, di Patronato della famiglie…, con esempio quasi unico in questa diocesi è sprovveduta di Casa Canonica: e il Parroco attuale, D. Osvaldo Moretti, come conobbi nella recente mia visita Pastorale a quella Parrocchia, alloggia nell’unica casa esistente in prossimità della Chiesa Parrocchiale, da cui le altre tutte sono di molto discoste; la quale è di proprietà particolare... ed affittata ai domestici di detto Parroco, con locazione duratura ancor per più anni...
Avendo io promosso il detto Parroco al Beneficio Parrocchiale di Carpenedo, e dovendo perciò il medesimo trasferirsi tra poco alla sua nuova residenza io ho di già designato il Soggetto, che in qualità di vicario Parrocchiale amministrerà in vacanza quella numerosa e faticosa Cura di 1100 anime, in cui non avvi verun altro Sacerdote; ma non potrei altrimenti inviarvelo, qualora non gli sia preparata un’abitazione prossima alla Chiesa.
In tale stato di cose, mi rivolgo alla compiacenza della Col. Regia Del(elegazion)e, affinché penetrata dell’urgenza di non doversi lasciar quella dilettissima Parrocchia senza Sacerdote, che amministri i Ssmi Sacramenti, e funga gli Uffizi Parrocchiali, voglia dare le più sollecite ed efficaci disposizioni affinché sia procacciato un alloggio al vicario; e sia in seguito provveduta la Parrocchia di Casa Canonica, in quelle forme che la di Lei saggezza troverà più opportune.
L’uzzo dell’argomento mi pone nella necessità d’interessare la gentilezza dell’Incl. Col/. Rg. Delegazione, perché voglia sollecitare possibilmente il riscontro, onde non resti senza Sacerdote la Parrocchia nell’imminente stagione invernale.
Alla Col. Reg. Del.e Prov.e di
Venezia

Chi era tale vicario? Lo scopriremo tra poco. Quale risposta giunse dalla Delegazione? Forse una pressione sul Commissariato Distrettuale di San Donà perché risolvesse il problema. Del vescovo possediamo la seguente

Nota alla delegazione di Venezia (30 ottobre 1827).

N.° 748

Personale

Nota

Per provedere alla vacante Parrocchia di Croce di Piave hò destinato in Vicario Parrocchiale il Sacerdote D.n Mattia de Luca, e di questa elezione informato la R. Regia Delegazione Provinciale di Venezia. Al giorno d’oggi però in cui l’accennato Vicario dovea trasferirsi a Croce per assistere nelle imminenti feste ed in seguito a quelle numerosa popolazione, si presenta un Fabbriciere di quella Chiesa colla notizia, che il servitore del fù Parroco Moretti, un certo Sanzonio, che tiene in affitto l’abitazione del medesimo, dichiara di non voler dare alloggio a nissun patto al novello Vicario, sebbene la Fabbricieria e la Deputazione Comunale pochi giorni prima da me previamente ricercate, m’aveano assicurato del pronto accoglimento del Vicario nella casa abitata da D. Moretti.

In tale stato di cose io non posso obbligare il Sacerdote de Luca a recarsi a Croce, ove egli non troverebbe ricovero alcuno, ed io sicuro non ho né i mezzi né il dovere di procurarglielo, il quale spetta alle famiglie Giuspatrone di quella Chiesa ed alla Comune.

Ma siccome io non potrei lasciare senza la somma amarezza quella Parrocchia di 1200 anime ed assai estesa nell’imminente stagione invernale senza alcun Sacerdote e dall’altra parte garantirmi da ogni risponsabilità riguardo a’ disordini, che da un tale stato di abbandono spirituale in quella Parrocchia potrebbero essere cagionati, trovo necessario di renderne consapevole codesto R. Commissariato Distrettuale per quelle sollecite misure che nella sua facoltà crederà opportune, e Mi sarà poi gradito, se vorrà compiacersi d’informarmi delle medesime.

Treviso li 30 8bre 1827

Il Commissariato Distrettuale di San Donà fece dunque pressione sulla famiglia Da Lezze (ora Bonacossi) affinché prolungasse la concessione delle stanze fino a quel momento occupate da don Moretti anche al vicario. Quando il 31 ottobre ricevette la lettera del vescovo, il commissario immediatamente rispose.

(Fabb. Boni)

Al Monsignor Vescovo di
Treviso

Avendo presentito da voci vaghe, che a motivo della mancanza di alloggio pel nuovo Vicario Parrocchiale di Croce poteva restar priva quella Parrocchia dell’assistenza Spirituale ho chiamato a me ieri Sanzonio affittuale della Casa già abitata dal Parroco Sig.r Moretti, il quale presentatosi produsse la sua affittanza, la quale all’articolo 4to gli proibisce espressamente di sublocare la casa a lui affittata.
In vista di ciò ho tentato tutti i mezzi per indurlo a ricevere il Vicario Spirituale in qualità di Ospite fin che io avessi potuto persuadere il principale conduttore della medesima, o la rispettiva proprietaria a revocare l’indicato Articolo, ed in diffetto a procurargli altra abitazione, e finalmente dopo non pochi tentativi mi fu dato di persuaderlo, e fin da ieri trovasi il Sanzonio dispostissimo a riceverlo, contro però il mio impegno, di cui sopra.
Interessato ora nell’argomento anche da V. S. Reverendissima, con la pregiata di Lei Nota N.° 748 d’ieri questa mattina presentatami, posso assicurarla, che per il momento l’alloggio pel nuovo Vicario è provvisto nel modo indicatole, riservandomi a renderglielo stabile in quella Casa, o in qualche altra più prossima alla Chiesa, in riserva poi di dipendere dagli ordini Superiori per togliere in avvenire un simile inconveniente.

La lettera fu girata, come rivela una sovrascrittura con diversa grafia, al fabbricere Boni, che non sappiamo chi fosse.
La settimana succesiva però la Deputazione Comunale, comunicava al vescovo notizie d’un tenore leggermente differente. E tuttavia insisteva, nonostante la mancanza di canonica, perché il vescovo inviasse a Croce un pastore per la cura delle anime.

LA DEPUTAZIONE COMUNALE
           DI MUSILE

li 7 novembre 1827

N. 218

A Monsignor Illustrissmo e Reverendissmo Giuseppe Grasser
Vescovo di Treviso

Fino da circa cent’anni la casa, che ora occupa certo Bortolo Sanzonio domestico del fu Parroco Dn Osvaldo Moretti nella Parrocchia di Croce di Piave Frazione di questo Comune, servì sempre di alloggio dei Parrochi pro tempore in quella Parrocchia, pagando un’annuo [sic] tenue affitto.
Secondando la scrivente gl’impulsi della propria coscienza, e per non vedere una numerosa popolazione di circa 1000 anime priva di Sacerdote per mancanza di abitato, nel giorno 31 8bre p.° p.°, giorno di partenza del Parroco Moretti per Carpenedo, ricercò al suddetto Sanzonio che lasciasse la Casa ad uso di Canonica pel Religioso, che come credevasi che Ella Monsignor avesse decretato di spedire. Ebbe la dispiacenza di ricevere la negativa, e tuttociò che con stenti ottennesi si è, che il suddetto Sanzonio accorda un semplice alloggio per soli dieci giorni circa ed al solo sacerdote, portandosi seco lui per mobigliare il Breviario Romano soltanto.
Nel giorno p(ri)mo corrente la distinta carità del benemerito Arciprete di S. Donà per non lasciar priva una Parrocchia di Sacerdote, e in quella Festa così solenne e nel successivo giorno ha spedito un sacerdote, e poi credesi che lo ritiri occorrendogli per la sua vasta Parrocchia.
Alla distinta pietà di Voi Monsignore ricorre la scrivente per un provvedimento immediato, onde non resti priva una popolazione dei Divini giornalieri Servizi, e dell’assistenza i miseri ammalati, e perfino del Battesimo gl’Innocenti.
Confida intieramente nella religiosità di Monsignore per un’istantanea provvidenza, e per fine umilmente implora la Pastorale Benedizione.

Niccolò Burovich Deputato
Angelo Camin Deputato

Chi sia il terzo deputato non si sa. Niccolò Burovich è anche uno tre presidenti del Consorzio di Croce di Piave.
La settimana dopo il vescovo scriveva

All’Imp. Regio Commissariato Distrettuale di
S. Donà
(Fabb. P. Boni)

In seguito all’informazione, avuta cola pregiata 31: 8bre p.p. che il Sanzonio affittanziere del Locale occupato finora dai Parrochi pro tempore di Croce di Piave fosse disposto a dare alloggio al Vicario da me destinato per quella vacante Parrocchia, questi era pronto a recarsi colà. Ma già il giorno seguente ritornarono que’ Fabbricieri colla nottizia, che il Sanzonio dietro al divieto del proprietario non può, e non vorrà mai ricevere in quella Casa il Vicario Parr(occhial)e. In questo stato di cose io sicuro non posso obbligare Sacerdote alcuno a fungere il ministero di Vicario d’una Parrocchia in cui egli non trova abitazione, e sono fuori d’ogni risponsabilità.

Siccome spiacemi d’assai di dovere vedere una numerosa Parr.a nella stagione invernale senza assistenza sp(iritua)le e perfino sena Messa, da qual abbandono potrebbe pur troppo venir perturbata anche la pubblica quiete: così mi credo in dovere di riflettere, ch’egli forse non sarebbe fuori della competenza dell’autorità politica, d’obbligare il Sanzonio ed il Balliana a concedere la continuazione dell’uso d’una casa da cent’anni abitata da’ Parrochi di Croce, e ciò pel pubblico bene, a cui subordinar si deve in moltissimi casi meno importanti ed urgenti(v.[erbi] g.[ratia] del miglioramento d’una strada comunale) il privato diritto, il quale nel capo presente non avrebbe a soffrire in nissun riguardo, occorrendo al Vicario quella sola porzione dell’abitazione, che finora dal fu Parroco Moretti era occupata, e per conseguente per ora deve essere vacante, non essendo centrato nella medesima nissun altro affittuale.

Però vi fosse altra abitazione non molto distante dalla Parr.a da affittarsi pel nuovo Vicario, sarà dalla premura di quella Fabb.a di procurargliela.

Treviso i 15: 9mbre 1827 Firm. Giuseppe V.° di Treviso

Anche questa lettera veniva girata al fabbriciere Boni.
Il commissario distrettuale di San Donà rispondeva la settimana dopo.

Nota 3557  Personale Ecc.

All’Illustrissimo Reverendissimo
Monsignor Vescovo
Treviso

Colla ricevuta Nota N.° 781 del 15 corrente Ella mi fa conoscere che dai Fabbricieri di Croce è assicurata che Bortolo Sanzonio affittuario della casa già abitata da quel Revd. Parroco incoerente alla promessa fattami si rifiuta di ricevere il Vicario Spirituale.

Non potendomi persuadere, che il Sanzonio mancasse all’impegno assuntosi verso di me ho interessato il Sig. Balliana qual principale affittuale della Casa stessa a verificare la cosa, ed indi ho parlato anche collo stesso Sanzonio e da amendue ho rilevato, che le asserzioni delli Fabbriceri sono destituite d’appoggio, mentre né il Balliana pone ostacoli al Sanzonio di subafittare al Vicario Spirituale porzione della casa in discorso, né il Sanzonio ha mai pensato di mancare all’impegno assuntosi.

Per poi assicurarmi e garantirmi ad un tempo, che li Fabbriceri tentino di tergiversare ulteriormente le corse intelligenze per principj ch’io non voglio farmi ad indovinare, ma però sempre censurabili, ieri mi sono recato personalmente a Fossalta dal Sig.r Balliana per avere in’iscritto l’autorizzazione per il Sanzonio di subaffittare la casa al Vicario, ed ottenutala la ho recata personalmente al Sanzonio, dal quale in vista della medesima ho ritirato una di lui Lettera, dalla quale sebbene informemente porge la deliberata di lui adesione di sublocare porzione della casa da lui goduta pel già ripetuto uso, e ch’io la rimetto a V. S. Illustrissima, e Rev.nda, perché abbia una prova certa delle men rette intenzioni di quei Fabbricieri ed a sopimer(?) di questa pendenza, che poi vorrà graziarmi di ritornar cauzione, mia e del corso impegno.

Tanto asfogo della prelodata Nota N.° 781.
Dall’I. Reg. Commissariato Distrettuale
S. Donà il 23 novembre 1827

L’I. Reg. Commissario
Bonafini(?)

A questi rispondeva, a stretto giro di posta, il vescovo, attribuendo ai due fabbricieri intenzioni recondite e scaricando su di loro la colpa delle cattive notizie che giravano.

806.

All’I. R. Sig.r Commissariato Distrettuale di S. Donà

Quanto mi fa conoscere il merito e l’attività con cui ella s’adoperò nel procurare una casa d’abitazione all’interinale Vicario della Parrocchia di Croce, altrettanto mi convince della poca o niuna fede che vuolsi prestare a certuni che, mentre vengono a riferir qualche cosa a codesta Curia, dipartonsi dalle norme della verità. Oh quante diverse speranze m’avevano porto su tale argomento i Fabbricieri di quella Parrocchia, che pur parea dovessero esserne appieno informati! Nell’atto però di avanzarle i più distinti ringraziamenti per l’operato, m’è dolce poterla assicurare che il Vicario Parrocchiale da me designato, Don Andrea Meneghello, oltre le parti necessarie a sostener l’ingiunto ufficio, trovasi pure in tali combinazioni familiari che, non un’intera casa quale si richiedeva a principio, ma una o due stanze al più potranno soprabbondare al bisogno.

Dalla Curia di Treviso, 27 novembre 1827.

Firm. Giuseppe Vesc.° di Treviso

Che cosa avevano detto in Curia i due fabbricieri, Vincenzo Montagner e Giacomo Finotto? Che non v’era speranza di ottener dal Sanzonio due stanze nella casa che era stata la canonica di don Moretti? E perché avrebbero dovuto mentire? Chi è il fabbriciere Boni al quale vengono fatte conoscere le missive e del quale le autorita civile sembrano fidarsi maggiormente?

Non dunque don De Luca, bensì don Andrea Meneghello giunse a Croce in qualità di vicario; dalle firme sul Registro dei Morti in calce alla registrazione delle esequie per i defunti apprendiamo che egli fu a Croce almeno dal 17 dicembre 1827, data della prima firma, e lo rimarrà fino a dopo il 23 giugno 1829.

E don Moretti? Quando il 18 dicembre di quell’anno (1827) giunse a Carpenedo, i nuovi parrocchiani presagirono una sua lunga permanenza (nonostante l’età) tra di loro. Invece il 13 aprile 1831 don Moretti rinuncerà al beneficio parrocchiale. Durante la sua breve permanenza avrebbe introdotto le preghiere pubbliche per gli agonizzanti confratelli del Santissimo, e istituito un triduo nei primi tre giorni della Settimana Santa con esposizione del Santissimo. Morirà a Zenson di Piave il 14 novembre 1842 dopo lunga malattia.

E don de Luca? Lo ritroveremo tra breve. Doveva infatti essere proposta dai giuspatroni la nomina del nuovo parroco... ma in Curia non si sapeva più bene chi fossero gli attuali giuspatroni, tant’è vero che in marzo la cancelleria vescovile si rivolgeva ai fabbricieri per sapere a chi toccava la nuova nomina.

N. 733

Alli SS.ri Fabbricieri della Chiesa Parr.e di Croce di Piave

Dovendo questa Curia rimettere ai giuspatroni di codesto Benefizio Parrocchiale gli atti seguiti per il rimpiazzo del Parroco; e non essendo ...?... cognizione, se i Patroni siano i medesimi dell’ultima nomina fatta a favore dell’ora trasferito Parroco D. Osvaldo Moretti, che in quella occasione erano:

La N.D. Marina Corner moglie del N.U. Alvise Renier
N.U. Giovanni Bernardo
Sig.r Tommaso M.n Guizzetti
Sig.r Antonio Tolotti
N.D. Elena Pisani moglie del N.U. Giovanni de Lezze
S.r Francesco Maschi
Sig.r Giuseppe Mioni
S’invita la compiacenza delli SS.ri Fabbricieri a voler indicare i nomi e cognomi degli attuali Patroni.

Treviso dalla Cancell.a Ves.e li 15 Marzo 1828
Giuseppe Vesc.o di Treviso

I due fabbricieri risposero una settimana dopo. Dato che le loro firme in calce risultano assai incerte, se ne deduce che la lettera fu in realtà scritta da qualcuno con più mano, forse dal vicario spirituale.

N. 18

All’Inclita Curia Vescovile
di Treviso

Dovendo questa Parrocchiale Fabbriceria riscontrare la riverita Ordinanza N.° 233 15 Marzo corr.e di codesta Inclita Curia Vescovile, non può se non che trasmettere l’incluso apposito Elenco, redato dietro Ord.a Circolare N.° 471. 23 9bre 1820 Imperial Regio Commissariato Distrettuale di S. Donà, dimostrante i Jus Patroni aventi diritto per l’elezione dei Parrochi di questa Parrocchia.

Altri cenni questa ricevente Fabbriceria non può insinuare ad evasione della suddetta prelodata Ordinanza; confidati quindi nella compiacenza, sapienza, e religione di codesta Inclita Curia, possiamo in una à nostri fedeli compagni ed a..?..ti Comunisti viver lieti e contenti colla speranza di aver acquistato fra breve tempo in sostituzione al fu Parroco D.n Osvaldo Moretti, un tanto da benefatto nostro Pastore, e con questo non possiamo che riverentemente ringraziare il nostro amatissimo Padre e degnissimo Prelato della premura che si prese a favore delle anime nostre

Dalla Fabbriceria Parrocchiale di S.ta Croce di Piave 22 marzo 1828

Li Fabbriceri
Vicenzo Montagner
Giacomo Finotto

Ed ecco l’elenco accluso (clicca per ingrandire)

Il 22 maggio 1828 alle porte della chiesa fu affisso il decreto del vescovo: da quel momento i patroni avevano quindici giorni di tempo per fare valere le loro prerogative e trovare il successore.

Nos
Josephus Grasser

Universis et singulis presentes N(?ota)ris inspecturis, lecturis, visuris, pariterque legi audituri, Quosque infrascriptum tangit negotium, vel tangerit poterit quomodolibet in futurum, Salutem in Domino.

Noveritis, quod vacante Paro(chia)li Eccl(es)ia S. Crucis de Cruce Plavis huius nostrae Tarvisinae Dioecesis, per renunciationem in hac Curia factam ab Adm,. Rev. D(omi)no Osvaldo Moretti ultimo et immediato ejusdem Rettore et Possessorem, ad Ecclesiam itidem Paro(chia)lem SS. Gervasii et Prothasii de Carpineto hujus pariter Dioecesis promoto: ad cujus quidem Eccl(es)iae Beneficium Par(ochia)le, quotiescumque ejusdem vacatio contigerit electio et presentatio ad quasdam Familias jurePatronatus; confirmatio vero et institutio ad hunc Episcopatum spectat et pertinet: Coram nobis a tribus Examinatoribus nostris pro-Synodalibus peracta fuerunt Examina super idoneitate Concurrentium ad dictam Eccl(es)iam regendam et gubernandam.

Quam prius et antequam ad ulteriori procedamus; requirimus et monemus Vos omnes et singulos, qui jus presentandi ad dictum Beneficium habetis; ut intra terminum dierum quindecim, a presentium ad Valvas praefatae Par(ochia)lis Eccl(es)iae incautis affixione computandorum: quorum quinque pro primo, quinque pro secundo, reliquos vero quinque pro tertio, ultimo, et peremptorio termino, trina canonica monitione praemissa, assignamus exhibere debeatis in hac Curia documenta de bono allegato jure Patronatus; de quo gaudetis; aliter elapso dicto termino, deveniemeus ad ea, quae juris erunt, ..?..is amplius non monitis, et contumacia vestra non obstante Eccl(es)iae utilitate et necessitate ita exigente. Et ita s(unt) omnibus etc. In quorum fidem etc.

Datum Tarvissi ec Cancell.a E(pisco)pali die 22 Majii 1828

Uno degli aventi diritto, il signor Tolotti, lo venne a sapere in ritardo.

Alla Veneranda Curia Vescovile di Treviso

Trovandomi Io infrascritto da’ più giorni a villeggiare in Padovana, sol oggi mi si fece noto l’editto di questa Curia, con cui invita gli aventi il jus alla nomina del nuovo Parroco pel benefizio di Santa Croce di Croce di Piave, a produrre sull’argomento i loro titoli. Quindi è, che intempo [sic] ancor utile, mi fo sollecito di prevenir questa Curia d’essere Io infrascritto nel possesso attuale di tal diritto venutomi fino dall’anno mille ottocento e sette, allorché acquistai dal gentil uomo Alessandro Molin porzione di terreno contiguo a quella Chiesa.

Il maggior poi documento comprovante questo mio diritto, crederò sia quello d’aver Io eletto da circa dodici anni a Parroco di quella chiesa quel Religioso, che di recente fu promosso da Monsig.r Vescovo Grasser al benefizio di Carpenedo. Anzi non potendo Io infrascritto in quell’occasione recarmi personalmente a Treviso, l’ho eletto con mia procura scritta da pubblico Notaio, da Me sottoscritta, e rilasciata nella mani del Canonico Molin di Murano in’allora ministro pel Culto, il quale presso questa Veneranda Curia mi rappresentò in omnibus et per omnia, come vedrassi dalla Carte relative a tale oggetto tutt’ora esistenti in questa Curia medesima.

Disposto impertanto d’esibirmi ai venerati comandi della su lodata Curia, passo a segnarmi col più frofondo rispetto

Umilis(sim)o Div(ot)o Oss(e)q(uient)e Ser(vitor)e
Antonio Tolotti
domiciliato sulla riva del vin
Venezia

Dal luogo di mia Villeggiatura 17 Giugno 1828

Non sappiamo se il Tolotti avesse qualche nome da proporre. l’unica cosa certa era che la mancanza della canonica non rendeva appetibile l’incarico.

Nel frattempo il vescovo Grasser era stato trasferito alla diocesi di Verona e s’era in attesa del successore. Il Grasser aveva segnalato come suo possibile successore il suo vicario generale, monsignor Sebastiano Soldati (ritratto a sinistra), che i canonici avevano tra l’altro scelto come vicario capitolare.; gradito al governo austriaco e alla Santa Sede, il Soldati fu in effetti scelto dall’imperatore il 12 ottobre 1828 e sarebbe stato confermato da Roma il 18 maggio 1829.

I conti in sospeso di don Moretti

Don Moretti si era da poco trasferito a Carpenedo quando l’amministratore ecclesiastico di San Donà si “querelò” riguardo alla sua amministrazione del beneficio di Croce; presentò le querele “all’inclita Cesàrea e Regia Delegazione”, la quale si rivolse “all’Imperia Regio Commissario Distrettuale”, che invitò don Moretti ad “abboccarsi” con l’amministratore ecclesiastico. Così rispondeva don Moretti:

Al Commissario

La distanza in cui mi trovo da Meolo non mi permette di potermi abboccare con quell’Amministratore Eccl.co né di recarmi tosto in persona a Croce di Piave per raccogliere tutte quelle pezze, che si rendono necessarie pel rendiconto dell’Amministrazione da me sostenuta in parte di quel benefizio Parrocchiale. Pel pronto disbrigo dunque di questo affare ho incaricato l’Agente Comunale di Musile, ed ho dato a lui tutta la facoltà necessaria, e le istruzioni che vi abbisognino.

Liquidato poi che sarà il rendiconto medesimo, io ho commissionato quel medesimo Sig.r Agente a spedirmi la nota delle ricevute competenze da quel Sig.r Amministratore, da cui io spero di avanzare qualche piccola sommetta almeno, e per l’offizio da me sostenuto per due Mesi di Vicario Parrocchiale, e per l’incasso da lui fatto del piccolo sussidio dalla clemenza del Sovrano assegnato a quel beneficio Parrocchiale, e per l’affitto da me pagato in tempo del mio Vicariato, e per altre spese necessarie da me sostenute per conto di quel benefizio in tempo, che io era Vicario Spirituale.

Tanto serva di riscontro al N. 2731 da me in questo momento ricevuto. Ho l’onore di essere

Di L. S. Ill.
Umiss.mo D.mo Servitore
D.n Osvaldo Moretti Arciprete

Dopo qualche giorno don Moretti si scusava di non aver ancora presentato le pezze.

I. R. Commissario Distrettuale

Mancandomi tuttora qualche pezza onde documentatamente spedirle il prontato prospetto dell’Amministrazione intercalare[?] da me sostenuta del Benefizio Parrocchiale di Croce di Piave riferibile all’Anno 1827; e giovandomi speme di ottenerle fra pochi giorni, io la assicuro Sig. Commissario, che medesimo incontro supplirà alle competenze dell’Amm.e Eccl(esiast)ico di S. Donà nelle forme di giustizia, e di equità, pregandola frattanto a render inteso il pred.o Sig. Amministratore per opportuna sua norma, e perché pazienti, giacché trattasi di pochi giorni. Impertanto ho l’onore di essere

Carpenedo li 13 9mbre 1828

Di L. S. Ill.
Um.mo Ossq.mo Servitore
D. Osvaldo Moretti Arciprete

Poi che ebbe le carte in mano, il commissario distrettuale le inviò alla

N.° 2832 P. A.

Incl.a Ces.a R. Delegazione

Cogli annessi due riscontri 13. e 14. 9mbre corr.e L’Arciprete di Carpenedo D.n Osvaldo Moretti assicura d’aver prese le convenienti misure per la confezione del reso-conto della intercalare gestione del Benefizio di Croce di Piave da lui sostenuta nel 1827; e d’aver a quest’effetto data l’incombenza, e le occorrenti facoltà all’Agente Comunale di Musile.

Dichiara poi che conosciute le risultanze di detto Reso-conto sarà Desso prontoa supplire alle competenze dovute al Sig. Amministratore Ecclesiastico di S. Donà, qualora resti debitore, mentre crede invece di risultare in credito di qualche somma.

...anto si rassegna all’Inclita Cesarea R. Delegazione in evasione, e riscontro all’ossequiato di Lei Decreto[?] 4. corr.e N.° 24998. attergato a Rapporto del Sig. Amministratore di S. Donà, che accluso si ritorna.

Dal R. Commissariato Distrettuale

Mestre 22 novembre 1828

Il R. Commissario
...nesneghi...

Dal Regio Commissario all’ufficio di registrazione della pratica (24 novembre), quindi all’inclita cesarea e regia delegazione (25 novembre), e di qui finalmente all’amministratore ecclesiastico (il 29), la dichiarazione di don Moretti giungeva finalmente a chi era destinata. E purtroppo non conosciamo la fine della vicenda, ossia se don Moretti dovette pagare qualcosa di lasciato in sospeso o se avesse diritto alla sommetta citata; ma immaginiamo che il citarla fosse stato un mezzo per mettere le mani avanti, allo scopo di sollevare una piccola confusione che egli sperava si risolvesse senza duo danno.

La nomina di don De Luca

A Marco Bernardo andava bene don Mattia de Luca.

All’Ill.mo e Rev.mo Mons.r Vescovo di Treviso

Dietro la venerata Lettera di V. S. Ill.ma e Rev.ma 19 Novembre corrente ricevuta jeri a sera unitamente alla Tabella dell’unico Sacerdote stato approvato, concorrente al vacante Benefizio Parr.e di S. Croce di Croce di Piave, ed altre Carte relative; mi sono determinato di nominare il Sacerdote Stesso Dn Mattia de Lucca attuale Vicario Parr.e di Varago; pregando la degnazione di V. S. Ill.ma e Rev.ma di rilasciare al medesimo le Bolle di Canonica istituzione, ed in pari tempo di aggradire le divote proteste dell’alta mia stima, e considerazione.

S.Vito di Cuolo 25 9bre 1828

Suo Dev.o Ollig.mo Servitore


Marco Bernardo del fu Gio.i

Il 12 dicembre il vescovo Grasser, in attesa di trasferimento alla diocesi di Verona, emanava la bolla con la quale nominava don Mattia de Luca, in quel momento vicario parrocchiale della parrocchia di Varago, nuovo rettore della chiesa di Croce.

Nos

Josephus Grasser, Dei et S. Sedis Apostolicae Gratia

Episcopus Tarvisinus

Dilecto Nobis in Christo Adm. Rev. Domino Matthiae de Luca Praesbitero Utinense Diocesis, actualis Vicario Parochialis ecclesiae S. Mariae Virginis in Coelum Assumptae de Varago huius Nostrae Tarvisinae Dioecesis, rectori electo Parochialis Ecclesiae Sanctae Crucis de Cruce Plavis huius pariter Nostrae Tarvisinae Dioecesis, Salutem in Domino.

Vitae ac morium onestas, aliaque laudabilia probitatis et virtutum, merita super quibus apud Nos fide digno commendaris testimonio, Nos inducunt ut tibi reddamur ad gratiam liberales. Vacante itaque Parochiali Ecclesia S. Crucis de Cruce Plavis praedicta per resignationem factam ab Adm. Rev. Domino Osvaldo Moretti ultimo et immediato eiusdem Rectore et Possessore, ad Parochialem ibidem Ecclesiam de Carpenedo huius pariterque promoto, ad quam quidem, dum pro tempore vacat, nominatio, electio, et praesentatio ad Nob. Virum Marcum Bernardo quondam Nob. Viri Joannis, Hieronjmum Morosini, et Franciscum Gritti, Patricios Venetos; et ad Nob. Mulieres Martham Foscari Comitissam Gradenigo, et Helenam Pisani uxorem N. V. Joannis de Lezze Patricii Veneti, nec non ad dominos Antonium Tolotti quondam Domini Francisci, Iosephum Mioni quondam Domini Marci Antonii, et Franciscum Baliana, Venetos; ac ad Illustrissimum Franciscum Maschi quondam Domini Joannis de Fossalta Plavis huius Dioecesis; omnes Compatronos vigore titulorum suorum; confirmatio vero et institutio ad hunc Episcopatum spectat et pertinet. Cum ad illam sicuti praefertur, vacantem # fueris

# [inserito a lato] praemissis edictis iuxta praescriptum a decreto exc. S. R. Gubernii Venetiarum diei 11 Aprilis 1818 N.° 9057-1083-praemissorum examine Synod., in quo ab examinatoribus pro-Synod. huius Dioec. coram Nobis examinatus, habilis et idoneus repertus fuisti, et approbatus.

fueris Tu a praefato Nobili Viro Marco Bernardo prout patet ex eius Syngrapha diei 25 Mensis Novembris prox. praet., nec non a Nobis iure devolutionis pro hac vice, sic illius entis exigente utilitate et necessitate sine tamen quorumcumque jurium Patronatus praejiudicio, pro parte ceterorum compatronorum; qui quamvis requisiti et moniti, medio editorum huius Curiae diei 22 Maji currentis anni, ad Valvas praefatae Parochialis Ecclesia vacantis de more affixorum, tamen intra tempus a Sacris Canonibus ad provisionem Beneficiorum Parochialium statutum jus suum exercere neglexerunt; ut inter dignos et idoneos magis dignus et idoneus nominatus et electus: Nos praemissorum meritorum tuorum intuito noninationem hiusmodi pro parte praefati Nob. Viri Marci Bernardo confirmantes: tibi Adm. Rev. Domino Matthiae de Luca preaedicto coram Nobis flexis genibus constituto, humiliterque petenti, requirenti ac recipienti, per annuli nostri aurei in tui digitum immissionem, et Bireti Crucei in tuum Caput impositionem, eamdem Parochialem ecclesia contulimus et assignavimus, ac de illa etiam Tibi providimus, in illiusque possessionem vel quasi posuimus et induximus; prout per praesentes illam Tibi conferimus, et assignamus, ac de illa etiam Tibi providemus, in illiusque possessionem vel quasi ponimus et inducimus cum annexis et connexis, et cum omnibus juribus spiritualibus atque cum plenitudine juris canonici: recepto per Nos et in animam tua per Te praestito ad S. D. E. corporali juramento obedientiae canonicae Nobis, Mandatis Nostris Successorum nostrorum canonice intrantium, eorumque mandatis, nec non Synod. Constitutionibus huius Dioecesis debitae; et quod statuta, ordines, et consuetudines dictae ecclesiae conservavis, manutenebis, ac pro posse defendes, eidem ecclesiae laudabiliter deservies; et in continua personali residentia permanebis; emissa etiam per Te fidei catolicae professione juxta articulos a. d. Sede Apostolica propositas. Verum ut quoad Tibi gratiose concessimus, debitae quam primum exentioni de mandetur, mandamus Cancellario Nostro Episcopali, vel cuicumque alteri ab eodem presbitero deputando; quatenus cum ipse vel aliquis missus et commissus, qui super hoc a Te vel Procuratore tuo legitimo fuerit requisitus ad eamdem ecclesiam accedat, Teque vel dictum Procuratore tuum tuo nomine in actualem in spiritualibus dicti beneficii possessionem inducat. In quorum omnium et singulorum fidem et testimonium praemissorum, praesentes manu Nostra firmatas per infrascriptum Cancell... exinde fieri, et subscribi, maiorisque sigilli, quo in similibus utimur, jussimus ac fecimus impressione muniri.

Actum et datum Tarvisii ex Cancelleria Nostri Episcopalis Anno Incarnationis Domini 1828 in inditione 1 Die vero Veneris duodecima, 12, Mensis Decembris: Pontif. autem santissimi in Christo Patris et Domini Nostri Domini Leonis Divina Providentia PP. XII anno VI Pontificatus Adm. RR. DD. Thoma Fontebasso a cubiculis et Josepho Co: Ricchieri Coeremoniarum Magistrum Sacerdotibus Familiaribus Nostris Testibus

Josephus Episcopus Tarvisinus

....baldus Cornuda S. U. D. Cancellarius Episcopalis

Lo stesso giorno il vescovo ne dava comunicazione alla Delegazione provinciale.

N.° 71023

Nota!

Si pregia lo Scrivente di accompagnare a codesta Ces(area) R.a Del.e la Bolla di canonica istituzione rilasciata al Sac. Mattia de Luca, che dal N.U. Marco Bernardo jusPatrono. e dallo scrivente jure devolutionibus per conto degli altri Compatroni, come viene accennato nella Bolla medesima è stato eletto in Parroco di Croce di Piave, Parrocchia soggetta a questa Diocesi, e compresa in codesta Provincia; interessando la compiacenza della Ces. Del.e ad indicarla all’Ecc. Governo, perché sia munita della R.a placitazione per poter l’eletto essere immesso nel godimento delle temporalità annesse al Beneficio.

Treviso dalle Cancell.a Vesc.li li 12 Xbre 1828

firm. Giuseppe Vescovo di Treviso

Alla Ces. Reg. Del.e Prov.e di Venezia



Per una trattazione completa dell’argomento vedi
CARLO DARIOL - Storia di Croce Vol. I - IL PAESE DELL'INVENZIONE
dalle origini all’arrivo di Don Natale (1897), Edizioni del Cubo