Una proposta

Urbanizzazione Croce nord

Dopo la realizzazione del cosiddetto Quartiere Don Natale, a sud di via Croce, tutto sulla terra di Vendraminetto (sviluppo pensato all’epoca dell’Amministrazione Menazza), guardando la pianta del centro di Croce vien facile immaginare come potrebbe svilupparsi ulteriormente il centro di Croce; anzi, come avrebbe dovuto svilupparsi ancor prima che partisse l’urbanizzazione tra l’argine e via Bosco, favorendo tanti piccoli proprietari e non spudoratamente uno solo.

Sul lato nord, tanti proprietari detengono delle strisce di terra strette e lunghe col lato corto su via Croce:

(In rosso i confini delle proprietà)

È chiaro che, se non si vuol far torto a nessuno e garantire uno sviluppo regolare della zona, va pensata (anzi, andava pensata da anni) una strada ogni due proprietari, per un totale di tre nuove strade, a pettine, strade che la geometria chiamerebbe ad essere collegate tra loro con il prolungamento della strada che scende dall’Argine San Marco, quella che serve Mariuzzo, Zamberlan, Finotto, Dianese..., In tal modo si individuerebbero dei lotti anche a nord di tale strada (vedi sotto), accorciando le strade a pettine e favorendo una circolazione interna.

No, la cosa ovvia non è possibile. Il terreno in questione è da anni dichiarato edificabile ma è stato imposto l’obbligo ai proprietari di tali strisce di “invocare” uniti l’intervento dell’ufficio tecnico per una urbanizzazione “meravigliosa” e unitaria come quella sul lato sud.
Ma che c’azzecca una urbanizzazione arboriforme a strade senza uscita, uguale a quella che l’amministrazione si vanta di aver realizzato a sud di via Croce? Un conto è trattare con uno e un conto è trattare con tanti!
Se l’Ufficio tecnico è saggio e vuol fare gli interessi dei cittadini, pensi la maglia di strade che serva equamente tutti, che non danneggi nessuno e consenta a chiunque di partire quando vuole.
NO. In Comune a Musile... le cose ovvie non sono ovvie!

Al danno si aggiunge la beffa: essendo stata tale zona dichiarata edificabile ma vincolata a urbanizzazione collettiva, cosa chiaramente impossibile da realizzare perché le esigenze delle varie famiglie non concordano nei tempi, e a qualcuno costruire non interessa proprio, da dieci e più anni i proprietari di tali strisce sono costretti a pagare fior fior di Ici e di Imu senza che nessuno possa costruire (la mia famiglia ha pagato circa 800 euro all’anno negli ultimi anni); e nessuno potrà costruire finché l’Ufficio Tecnico non presenta un piano degli interventi.

Così, da dieci anni, il Comune incassa Ici e Imu...
...ma se all’Ufficio T. te ghe fa notar che tutta chea Imu senza poder costruir ’a é ’na ciòlta in giro, ’i te ’a mena in qua e in là, ’i se inalbera, ’i stride come morsegài dal scorpion, ’i osa come ossessi... (’i te dise che ’i applica ’e règoe... e intanto el crapùn se candida in te n’altro Comun col partito de B. che tien in ostaggio l’Italia intiera. E ti te capisse che no te porà mai ’ver giustizia...)

Carlo Dariol, 2010