Capitano TITO ACERBO |
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Nacque a Loreto Aprutino, oggi nella
provincia di Pescara, allora di Teramo, il 4
marzo 1890 da Olinto e da Mariannina De
Pasquale: il primo appartenente all’illustre
famiglia degli Acerbo (che avrebbe annoverato Giacomo, fratello di Tito, quale ministro
e presidente della Camera
durante il ventennio fascista; e Manfredo,
pittore e grafico cinematografico); la seconda
appartenente alla nobile e antica famiglia De
Pasquale di Spoltore (PE), considerata una
delle più distinte d’Abruzzo.
"Al combattimento della Frasche, e dei
Razzi, sul Carso, l’ottobre del 1915 comandò una sezione di
mitragliatrici; nel giugno 1917, con un plotone di fucilieri, prese parte
alla battaglia sanguinosa dell’Ortigiara. Fu arditissimo nella campagna di
Bainsizza, dove si meritò la medaglia d’argento (...) Ancora più ardito
nell’azione per la conquista di Col di Rosso, dove comandò una compagnia
d'assalto, e dove meritò la seconda medaglia d’argento (...) Durante la
grande battaglia del Piave, nel giugno 1918, comandava un battaglione
nella sua qualità di capitano" Tito Acerbo morì alla testa dei suoi soldati in un contrattacco che la Brigata Sassari portò contro le truppe austriache nel territorio di Croce, all’inizio della Battaglia del Solstizio. Gli scoppiò una granata vicino e non si rialzò più, rimase disteso nel fossato che separava la strada del paese dal “brollo”, in corrispondenza del campanile. Il suo corpo rimase insepolto una settimana, cioè per tutta la durata della battaglia a Croce. La salma dell’eroe fu raccolta dai suoi soldati, e seppellita nel cimitero di Croce. Gli fu intitolato il cimitero militare di Croce, anche se Tito Acerbo fu seppellito in quello civile.
La motivazione con cui gli fu conferita la “Valoroso fra i valorosi di una gloriosa
Brigata, animatore impareggiabile, fulgido esempio di bravura, di
abnegazione e di fede incrollabile, eccezionalmente dotato di capacità e
di slancio, sempre e dovunque, eroicamente condusse il suo reparto nelle
più sanguinose azioni, sul Carso, sugli Altipiani e sul Piave. Quivi nella
turbinosa battaglia, benché ferito, alla testa dei suoi reparti proseguiva
nel violento attacco, contro preponderanti forze avversarie. Impegnato in
un’accanitissima mischia, minacciato di accerchiamento, con impeto
travolgente riusciva ad aprirsi un varco, liberandosi dalla stretta nemica
e trascinando seco numerosi prigionieri. Poco dopo, colpito a morte da
proiettile nemico, incitava ancora i dipendenti a persistere nella lotta,
e spirava sul campo inneggiando alla Patria” Croce, 16
giugno 1918
A Pescara, allora Castellammare Adriatico, nel 1924 gli fu intestata la scuola più
antica della città, l’Istituto Tecnico, oggi Istituto Statale Commerciale e per
Geometri “Tito Acerbo”, al cui interno campeggia il busto del capitano caduto.
QUI
IL XVI - VI - MCMXVIII
EROICAMENTE CADEVA
ALLA TESTA DEI SUOI VALOROSI
IL CAPITANO TITO ACERBO
MEDAGLIA D'ORO
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IL COMUNE DI MUSILE
IL XVII VII MCMXXVII
POSE
Nell’occasione, la madre dell’eroe, manifestò l’intenzione di contribuire alla ricostruzione
di un altare
(fu scelto quello andato distrutto di san Bovo) così che l’eroe
potesse essere ricordato anche in chiesa.
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Nel 1931 Vittorio Pisani dedicò un dipinto all’eroe di Croce
che divenne poi una cartolina commemorativa l’anno successivo.
Le spoglie dell’eroe abruzzese furono infatti traslate, con cerimonia solenne, il 16 giugno 1932, 24° anniversario della morte, nella natia Loreto Aprutino, e tumulate nella tomba di famiglia. |
In occasione della traslazione (nel 1932) fu coniata una medaglia commemorativa. Nel suo paese fu eretto in suo onore un monumento, opera dello scultore Guido Costanzo, e gli furono intitolate una scuola e una strada. Sempre nel giugno del 1932, a San Donà di Piave fu inaugurata la Caserma Deposito del 152° Fanteria intitolata a Tito Acerbo. Finalmente nel 1936, per interessamento dei fascisti locali, fu inaugurata a Croce sull’altare della Madonna del Carmine (offerto dalla madre di Tito Acerbo, come ricorda la piccola lapide murata nella parete laterale dell’altare medesimo: Maria Rosa de Pasquale Acerbo hoc altare erigendo curavit anno 1936 XIV fascibus receptis) la pala del Martina che ritrae il Beato Simone Stock nell’atto di ricevere lo scapolare del Carmelo dal Bambin Gesù in braccio alla Madonna, dipinto che era l’omaggio di una madre che aveva perso il figlio (in guerra) alla Madre per eccellenza che sacrificherà il Figlio per la salvezza dellumanità.
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