Don Tommaso Calerio
improvvisamente spariva dalla storia di Croce e al suo posto compariva don
Lorenzo Calerio, presentato da Pietro Foscari. Lo scopriamo tra i
resoconti della
VISITA PASTORALE DEL 23 MAGGIO 1621
Il vescovo Francesco
Giustiniani venne per la seconda volta in visita pastorale il 23 maggio 1621
mentre era rettore, appunto, don Lorenzo Calerio e cappellano
un certo presbitero Giovanni.
La relazione della visita inizia con l’ascolto dei testimoni:
Petrus Orlando
fu Francisci testis assumptus tamquam massarius seu guardianus
scola Sancti Mathei, testis citatus, monitus etc. iuratus… infrascripto
deposuit ut infra
Interrogatus super reditibus scolae
sancti Mathei, et earum administratione respondit La Scuola non ha alcuna entrata ma
solo quello che si cava dai fratelli, cioè una quarta di formento
all’anno per fratello, che sia masier, et soldi venti sei per il candelotto et lire tre q. per sei per
cadaun fratello repettino; al
quale anco co’ detti q. 66 si
dà il candelotto; questi denari ... si conservano in una cassa con tre chiavi,
una de quali la tiene il R(everen)do Curato che è p(rim)o
guardiano, et quando deese spender si fa la spesa in servicio et bisogni
dell’altare di S. Matteo che è quello che si dice della ma(...)a et ne i altri
bisogni della chiesa; il massaro si fa ogni anno a ballot(tazio)ne, et
finito il suo tempo d(ett)o massaro rende i suoi conti al massaro novo.
Interrogatus risposuit: vi sono alcuni debitori de la scola, ma di
poca summa.
Super vita et moribus R(everen)di Plebani respondit: il R. Piev(an)o
quando sta qui si porta benissimo, ben è vero che sta spesso via dalla
residenza perché q(ues)to aere gli è contrario.
Super vita et moribus R(everen)di Cappellani respondit: recte.
Super statu parochiae respondit: recte.
Annorum 41
Andreas q(uondam) Antonii Granzotti de dicto collega antescripto massarius testis assumptus,
monitus, atque iuratus super infrascriptis deposuit ut infra
De redditibus scolae
et eorum administratione respondit … ut in superscriptis Petri Orlandi eius collega.
Super vita et moribus Reverendi Plebani respondit recte.
Super vita Reverendi Capellani recte.
Super statu parochiae respondit recte.
Annorum 35.
Fihorens Campagna q(uondam) Marci massarius scolae
S(anctissi)mi Rosarii, testis assumptus, monitus, atque iuratus super
infrascriptis deposuit ut infra ...
Super redditibus
scolae, et eorum administratione respondit non ha entrata questa scola,
solo delle elemosine, et dà ogni fratello soldi 12 all’anno con li quai se
compra un candelotto. Queste elemosine si conservano per l’avvenire in una
cassella con tre chiavi qual io hò fatto fare, et una ne haverà il R(everend)o
Piev(an)o o suo Capellano; li massarii si fanno d’anno in anno a voce et tengono
conto di quello (che) si spende, et di quello che si acquista et il conto si
mostra al massaro novo alla presenza del Prete et del populo et delle luminarie
vi sono alcuni debitori de quali … grandemente, si spendono queste elemosine in
beneficio dell’altare in oglio et cere et altri bisogni per d(ett)o altare.
Super vita et moribus Reverendi Capellani, et Plebani, respondit recte.
Super statu parochiae respondit recte
Annorum 30
Matheus Francesconus q(uondam)
Constantini testis assumptus uti collega antescripti massarius scolae S(anctissi)mi Rosarii,
monitus, atque interrogatus et iuratus super infrascriptis deposuit ut infra
Super redditibus
ecclesiae et eorum administratione ... cumformiter ad eius collegam.
Super vita et moribus Reverendi Plebani, et Capellani respondit recte.
Super statu parochiae respondit recte.
Die d(ict)a
Domenicus Pradusellus fu Mathei
massarius scolae S(anctissi)mi Sacram(en)ti testis assumptus, monitus atque
iuratus super infrascriptis deposuit ut infra …
super redditibus
scolae respondit ha d’entrata la luminaria dei fratelli che è soldi
dodici all’anno per uno et quello che si trova nelle casselle.
Interrogatus respondit
queste si conservano in una cassa con tre chiavi, una tiene il sacerdote col
consenso, et ordine del quale si spendono dette elemosine nei bisogni
dell’altar sive in oglio, cere, candelle per li fratelli, et altro, addens
di tutto il spender e di quello che si trova si tien conto distinto et quello
si mostra al massaro novo al fin dell’anno che si fa ogn’anno a voce alle
volte, et alle volte a ballotatione, dicens interrogatus vi sono alcuni
fratelli che sono debitori della illuminaria solita a darsi ma restano parte
per povertà de pagarla et altri per negligenza.
Super vita et moribus R(everend)orum Curatorum respondit il Pievano sta spesso lontano dalla cura nel resto fa il suo
debito. de Capellano recte.
Super statu parochiae recte
Annorum 49
Die dicta.
Joseph Stortus q. Laurentij
massarius scholae S(anctissi)mi Sacram(en)ti eius iuram(en)to
corporaliter prestito ratificavit omnia dicta per eius collegam.
Die d(ict)a
Kaspar Placentinus q. Iuliani
testis assumptus ... massarius illuminariae monitus atque iuratus super infrascriptis
deposuit ut infra ...
Interrogatus de redditibus
fabricae, et eorum administratione Respondit la fabrica non ha entrata.
ei sibi d(ict)o quomodo suplevitur
indigentibus ecclesiae respondit si supplisce cum elemosine che si
trovano da particolari, et con quello che si ritrova nelle casselle alla messa.
Dicto sibi quelle come si conservano in una cassella cum tre chiavi una
de quali tiene il reverendo Capellano, d’ordine delle quali si fanno le spese
in la chiesa secundo i bisogni. Dicens i massari si fanno d’anno in anno
o di due anni al più per ballotatione, et si tien il conto del spender, et di
quello che si mette in cassella et quello si mostra al massaro novo, et al
Reverendo Sacerdote, et a chi vuol esser presente.
Super vita et
moribus R(everen)di Plebani et capell(an)i respondit si portano bene il
Sig(no)r Pievano sta alla resid(enz)a alle feste solenni, la pasqua et
quaresima, et l’advento et alle volte fra l’anno, in reliquis recte.
Super statu parochiae recte
Quibus … annorum 46.
Die d(ict)a
Dominicus Minettus q. Benevenuti
collega d(ict)i Gasparis medio in ... (summis?) ratificavit omnia ut ante per
eius collegam deposita.
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Toccò infine al parroco.
Die d(ict)a
Reverendus Presbiter Laurentius Calerius
Plebanus Parochialis Ecclesiae Sanctae Crucis
de Plave ... ... examinatus fuit; vocatus, monitus atque iuratus, et super
infrascriptis respondit ut infra
Super Primo
respondit: io possiedo questo beneficio per institutione fattami da Monsignor
Illustrissimo Vescovo a’ presentazione dell’Illustrissimo Iuspatrono Pietro
Foscari, al quale per questa volta s’aspettava la presentazione; è una portione
sola ..., et io non ho altri beneficii.
Super 2° respondit
può havere circa 270 ducati; che consiste in quartese, eccettuati quattro campi
di terra che possiede la Chiesa.
Super 3° respondit
il titolo di questa Chiesa è di Santa Croce, è curata, et è Pieve benché non
habbi capella alcuna sotto di sé; e vado a’ pigliare gl’Ogli Santi a’ Treviso.
Nella mia Chiesa vi e’ una Chiesa campestre alla Fossetta, la quale non
officiata da alcuna persona, se non alle volte da qualche passeggiere o altri.
Super 4° respondit
nella mia Chiesa vi è un legato di quatro ducati all’anno con obbligo di dire
due messe alla settimana, e da esser pagati dalli veneziani heredi di …
Francesca suocera di Messer Giorgio se bene li detti heredi non hanno mai
esseguito tal legato: hanno però dato intenzione di volere adempire il detto
legato.
Super 5° respondit la mia cura è di circa 300 anime.
Super 6° respondit Recte
Super 7° respondit
Recte. la Dottrina Christiana non s’insegna perché non vi verrebbe nessuno,
essendo una casa in qua e l’altra in là.
Super 8° io ho l’inventario delli beni tanto mobili quanto stabili.
Super 9° nella mia
Chiesa vi è la luminaria la quale non ha cosa alcuna di certa ma si mantiene di
elemosine; e così anco l’altre tre scuole, cioè del Santissimo, del Santissimo
Rosario, e di San Matheo; l’elemosine però che si trovano per queste scuole,
per la luminaria si conservano in casselle fatte a’posta con tre chiavi una
delle quali tengo io.
Super 10° Recte.
Super 11° Recte.
Super vita et moribus Presbiteri Joanni Capellani in eadem respondit Recte.
Super gnatibus annorum … (50?)
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Ordini lasciati dall’Illustrissimo et Reverendissimo
Monsignor Franciscus Giustinianus Vescovo di Treviso nella Visita della
Parrocchiale di Santa Croce di Piave diocesi di Treviso
Che s’indori la chiavetta del tabernaculo.
Che per l’avvenire
si facci tentativo usando ogni possibile diligenza per indurre li figlioli alla
Dottrina Christiana.
Che il Reverendo
Pievano ammonisca i debitori delle scuole che debbino pagare quanto devono di
luminaria altrimenti che siino cancellati dal ruolo delli fratelli.
Che le suddette cose
siino subito esseguite in virtù di santa obedienza e sotto pena etc.[di
sospensione?].
Dat: in visitatione eiusdem ecclesiae
die 23 Maij 1621.
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Fine resoconto visita pastorale
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Nel corso della sua visita alle parrocchie della diocesi, il vescovo
Giustiniani istituì canonicamente numerose scuole del Santissimo e si
premurò perché gli altari fossero rinnovati nelle pitture e nei quadri.
Dovunque si dimostrò attivo anche sul tema della catechesi e intenerisce la sua
affermazione di allettare nelle gare catechistiche i bambini con piccole
insegne “argenteis crucibus instar aequitum” e le bambine “pictis et
ornatis auro coronis veluti reginae”.
Le Relazioni ad limina che egli inviò alla Santa Sede tra il
1610 e il 1622 rivelavano un volto della diocesi sostanzialmente tranquillo e
pacifico dopo la burrasca dell’interdetto comminato dalla Repubblica Veneta da
Paolo V.
Nel 1623 rinunciò alla diocesi di Treviso e fu creato cardinale.
Gli
successe il nipote Vincenzo, di trentatré anni, eletto il 18 dicembre 1623
da papa Urbano VIII della famiglia dei Barberini alla quale i Giustiniani erano
legati; Vincenzo si era laureato poco prima in teologia a Siena;
venne consacrato il 7 gennaio 1624 per le mani del cardinale Pietro Valier
(co-consacranti il vescovo di Feltre Agostino Gradenigo e il vescovo di Chioggia Pasquale Grassi).
Appena eletto
riprese la visita dello zio, ma riuscì solo parzialmente nel progetto. Infatti
il suo ministero nel complesso fu aspramente paralizzato dalle liti col
Capitolo della cattedrale.
Dopo aver procrastinato più volte la visita pastorale a causa di liti
col capitolo, finalmente nel 1625 il vescovo Vincenzo Giustiniani
giunse far visita alla parrocchia di “Crose de Piave”.
VISITA PASTORALE DEL 9 OTTOBRE 1625
Rettore era un certo Prandino da
Conegliano.
[Dove ha trovato don Primo la notizia?]
Nella relazione è
riportato che sta “il battistero di pietra sotto il portico”,
e quindi dobbiamo immaginarci la chiesetta di Croce con un
nartece; apprendiamo anche che, in ottemperanza agli
ordini dati nelle precedenti visite, all’altare maggiore era stato collocato un
quadro con Sant’Elena che ritrova la
Croce.
Giovedì 9 ottobre 1625
l’illustrissimo e reverendissimo vescovo … si portò alla chiesa parrocchiale di Santa Croce di Pive, della diocesi tarvisina; gli venne incontro il reverendo don … [il segretario non sa il nome del rettore e lascia i puntini di sospensione], pievano della detta chiesa, con la croce e il baldacchino sotto il quale accompagnò il vescovo in chiesa; nella quale entrato il vescovo fece fare le cerimonie usuali e ascoltò … ; completate le quali cose procedette alla visitazione come riportato sotto.
Visitò il Santissimo Sacramento conservato in una pisside argentea, il tabernacolo di legno costruito da poco e dorato.
Visitò il battistero di pietra sotto il portico e che ha un coperchio ligneo di forma piramidale e recintato tutt’attorno.
Vide gli Oli Santi in una finestrella in una (piccola cavità?) del muro: tutti i vasetti sono di stagno e internamente argentati.
Vide l’altar maggiore che ha dipinta l’immagine della Santa Croce, di Sant’Elena, e ordinò come riportato sotto.
Visitò l’altare della Beata Vergine, che ha dipinta l’immagine della Beatissima Vergine… San Matteo…
Vide l’altare dei Santi Bovo, Rocco e Floriano e … ha dipinta un’immagine dei detti santi, dipinta da poco.
Vide l’altare di San Carlo.
Vide l’altar maggiore ben tenuto e decentemente ornato.
Vide la sacrestia.
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Die Iovis 9 mensis Octobris 1625
Ill(ustrissi)mus et R(everendissi)mus D(ominus) E(pisco)pus pregatus ass...atus ut ... se contulit ad ecclesiam parochialem Sanctae Crucis de Plave Tarvisinae Diocesei cui obviam venit Reverendus Dominus … dictae Ecclesiae plebanus cum cruce et baldachino sub quo Dominum… Episcopum in ecclesiam introduxit; in quam ingressus fecit fieri solitas cerimonias e… auscultavit qua complecta processit ad visitationem ut infra
Visitavit Sanctissimus Sacramentum adservatum in pisside argentea, tabernaculum ligneum dudum factum et aureum.
Visitavit baptisterum lapideum sub porticum, habet coperculum piramidale cum … circum circa.
Vidit olea Sancta in quadam fenestrella in ... (cassella?) muri: omnia vasela sunt stanea intus argentea
Vidit altare maius: habet … pictam effigie… Sanctae Crucis, Sanctae Elenae, iussit ut infra.
Visitavit altare Beatae Verginis: habet … pictam imag… Beatissimae Verginis … Matthei. In … … et decenter ornata, … … …
Vidit altare Sanctorum Bubonis Rocchi Floriani et defe… habet … pictam imaginem dictorum Sanctorum dudum pictam habet ornatum … satis decens, iussit ut infra.
Vidit altare Sancti Caroli habet horem quadam et in reliquis decenter ornatam habet.
Vidit altari maius bene tentum et decenter ornatum
Vidit sacristiam.
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Ordeni lasciati ut ante nella visita di Santa Croce di Piave.
Che si facci un San Giovanni Battista et si ponghi sopra la piramide del Battistero.
Che per vaso degl’ogli agli infirmi si facci una borsa di seta pavonazza, et due bossoli di cuoio per li vaseti funerari, et li vaseti picoli d’argento.
Che all’altare di San Bovo si proveda d’un altar portatile, et cum Sacrum Conve…, et li dui altari portatili della Beata Vergine e di San Carlo si portino a Treviso in tempo di consacrazione …….
Che s’indorino la coppa del calice che si husa et la patena esecrati
Che si proveda di meza doziena di purificatori di … novi sottili e decenti.
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Fine resoconto visita pastorale
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San Bovo
Scopriamo dunque la presenza di un santo oggi
sconosciuto: san Buovo, o Bovo. Chi era san Bovo e come c’era finito tra i
santi venerati a Croce?
In vita era stato un nobile provenzale nato verso la
metà del secolo X. Da giovane aveva scelto la professione di cavaliere per poter
combattere i Mori, i quali, in quel tempo d’invasioni, partivano dalla base di
Frassineto (Fraxinet) nei monti dei Maures, per compiere frequenti e disastrose
incursioni nelle regioni della Provenza, Linguadoca e Delfinato. Contro di loro
Bovo si era distinto in numerose avventure e battaglie, combattute eroicamente.
Si racconta che il suo eroismo fu tale, che combattendo con Guglielmo I, duca
di Provenza nel 973, ebbe parte predominante nell’espugnazione della stessa
roccaforte di Frassineto, sconfiggendo i Saraceni.
Dopo l’esito vittorioso della guerra, il cavaliere
Bovo decise di mutare completamente vita, dedicandosi all’ascesi e alla
penitenza, diventando un pellegrino penitente; raggiunse in questo modo un alto
grado di santità, che dimostrò apertamente nel dare il suo perdono all’uccisore
del fratello.
Già da cavaliere aveva fatto voto di fare un
pellegrinaggio annuale alla tomba dell’apostolo Pietro a Roma, promessa che
mantenne anche da penitente e proprio in occasione di uno dei suoi pellegrinaggi,
fu colto da febbre maligna nei pressi di Voghera, dove morì il 22 maggio 986.
Dopo la sua morte, ebbe subito un culto perché
ritenuto un grande taumaturgo. E contro chi esercitava al meglio le sue facoltà
di guaritore? Col nome che si ritrovava san Bovo fu invocato in special modo
contro la malattia bovina che oggi chiamiamo afta epizootica.
A rafforzar la protezione contro le calamità, l’altare di san Bovo era dedicato anche a san Rocco e san Floriano, il primo protettore
contro la peste, il secondo contro
Vita di diocesi
Il vescovo Vincenzo Giustiniani non riuscì a
condurre a termine la visita pastorale in tutta la diocesi e non riuscì a
convocare il sinodo come aveva in animo.
Nel 1629 egli inviò una
bellissima “lettera e instructione alli rettori delle chiese della città e
diocese di Treviso” nella quale a fronte della “negligenza che commettono i
padri di famiglia in mandare li figlioli e servi alla dottrina cristiana” e manifestando
“che niuna cosa habbiamo veduta e intesa che più pesi all’animo nostro” faceva
obbligo ai curati di stendere una nota dei catechizzandi e di informarsi da
ciascuno dei “capi delle case se sono risoluti di mandare ad imparare la
dottrina li loro figlioli e servi, o che cagioni hanno hauuto sin’hora… di non
mandargli”. Obbligava poi i chierici di non assentarsi dalla parrocchia nei
giorni festivi se non con licenza del vescovo, “per trovarsi in tempo opportuno
ad essercitare questo alto ministero di ammaestrare e pascere della parola
d’Iddio le anime. Anzi, soggiungeva, quand’anche “una sola creatura venisse per
apprendere la dottrina, in beneficio d’essa dovrete impiegarvi con zelo e
carità a guisa di quel buon pastore che lasciando di vista le novantanove
pecorelle, tutto s’affaticava per ritrovar la centesima”. Li invitava poi non
solo alla puntualità, ma anche a prevenire l’orario “dovendo ogni buon essempio
nascere dalli religiosi che devono essere specchi di vita essemplare nelli
quali rimirandosi li secolari acquistino frutto di edificatione e si inanimino
più al ben fare”. La dottrina che il Giustiniani stabiliva era quella del
Bellarmino “ultimamente stampata e non quell’altra comune che già se insegnava,
essendo molto più bella, chiara e facile la belarminia della suddetta”.
Gli abitanti della diocesi erano però pressati da
preoccupazioni più contingenti.
La peste manzoniana
Nel corso del Seicento non si erano ancora
verificate le carestie che avevano
caratterizzato i secoli precedenti... Nemmeno il tempo di dirlo,
e in quel 1629 se ne verificò una (sarebbe stata
l’unica del secolo) di una gravità inaudita. Sono terrificanti le notizie che
il podestà di Oderzo comunicava alla Serenissima: «havvi gran mortalità di
miserevoli genti che muoiono di fame in ogni villa et non passa giorno che non
se ne sepelischino 3, 4 fino a cinque».
La stessa sepoltura dei defunti divenne
un problema sociale: «per la moltitudine dei morti li curati non volevano
sepelir li cadaveri o pure li sepelivano nudi et poco profondamente in terra
dalla quale a pena rimanevano coperti». La Serenissima cercò: «di sovvenir quei
miseri distrettuali inviando 1.000 staja di miglio .. una goccia, poiché poco
più di una quarta di miglio tocava per testa .. solievo di pochi giorni anzi
più tosto cellerità alla morte poiché, per relationi havute, alcuni di questi
miseri, estenuati dalla fame, quando sono arrivati alla commodità di pascersi,
hanno in una sol volta mangiato tanto che non pottendolo diggerire hanno
miseramente convenuto finir la vita.»
[A.S.V., Treviso e Trevisana, Lettere di rettori]
La carestia si esaurì nell’estate del 1630 lasciando la popolazione esausta,
proprio nel momento in cui si stava diffondendo la peste, la terribile peste manzoniana
che uccise circa il 35% della popolazione.
[BELLIS E., Annali opitergini, Oderzo, 1964]
La peste si diffuse
come l’aria,nonostante
i Provveditori alla Sanità, della Repubblica avessero adottato i provvedimenti
più drastici ed ordinato la pena di morte per chiunque cercasse di sottrarvisi.
Anzitutto si provvide all’isolamento degli appestati, ordinandosi che: «fossero
fatte baracche e casotti di legnami ove fossero sequestrati quelli che si
scoprivano infetti di contaggioso male, con le loro famiglie, acciò facendo ivi
le loro contumacie (quarantene) non infettassero i sani e sotto pena della vita
non fosse alcuno tanto ardito da uscire se prima non aveva finito la sua
contumacia e recuperato la sanità».
Anche a sud di Croce,
verso la laguna, venne creato un lazzaretto.
Una misura aggiuntiva stabilì
che nei lazzaretti vi fosse la separazione dei sessi «accio essendovi giovani
da marito et donne non seguissero scandali». Si provvide inoltre ad assumere
«alcuni uomini con salario per biancheggiar e nettar le case infette e sborar
le robbe». Infine fu ordinato che «se qualcuno camminasse per le Ville, senza
espressa licenza del Magistrato alla Sanità, cum mercanzia fosse castigato
nella vita e fossero abbrugiate tutte le robbe e fossero proibiti i balli e
feste nelle Ville, ove concorrer sogliono infiniti, e ne quali sono commessi
mille mancamenti atti a irritar maggiormente l’ira del Grande Iddio e a
maggiormente dilatar questo contaggioso male».
[Archivio di Stato di Venezia, Provveditori alla Sanità, Bandi a stampa,
XVII secolo]
Fu altresì disposto che nessuno dovesse
allontanarsi dal luogo di residenza, salvo motivi inderogabili, ed in questo
caso non potesse farlo senza esser munito di un apposito certificato: la Fede
di Sanità, cioè un certificato attestante la non infermità del viaggiatore,
documento rilasciato dai Provveditori alla Sanità o da loro delegati. Sembra
però che nessuno si fidasse dei forestieri e che chi si fosse avvicinato al
paese corresse il pericolo di essere preso ad archibugiate fosse in possesso o
meno della Fede Sanità.
[Archivio di Stato di Venezia, Treviso e Trevisana, Lettere di rettori]
Da qualche anno (1624) era giunto dall’America il mais che si sarebbe imposto immediatamente,
sino a divenire la coltura principale. Grazie alla diffusione del mais
anche le carestie in futuro si sarebbero ridotte.
Nel 1631 o giù di lì morì (o forse era morto di peste quanlche tempo prima) il parroco di Croce.
Dopo Ca Foscari, Ca de Lezze, et Cornaro, che tutti esercitano il loro Jus la volta che li tocca
toccava ai Ruzzini nominare questa volta il rettore del Beneficio; e l’ìllustrissimo Francesco Ruzzini uxorio nomine
(doveva cioè essere entrato nella linea dei giuspatroni grazie alla moglie) nominò rettore di Croce
Stefano Persegati, come dichiarerà lo stesso parroco nella visita pastorale del 1643.
In quello stesso 1631 il vescovo
Vincenzo Giustiniani fu trasferito a Brescia anche se di fatto vi si stabilì
solo nel 1633, anno in cui fu eletto vescovo a Treviso Silvestro Morosini, benedettino, anch’egli di famiglia veneziana
illustre per famiglia e politica. Commendatario di Sesto aveva solo ventinove
anni ed era da appena un mese in sacris. Tenne il vescovado trevigiano per
neppure tre anni, visitando solo alcune parrocchie tra le quali però la
parrocchia di Croce.
VISITA PASTORALE DEL 20 OTTOBRE 1635
Non viene nominato il da poco eletto don Stefano Persegati.
Ma si registra di un baldacchino eretto “dal parroco”.
Apprendiamo che il confine del cimitero “tende a precipitare nella parte orientale
dove il nobile Malipiero ha scavato il fosso di separazione”.
Verso
l’ora terza, e cioè di mattina presto presto, l’Illustrissimo vescovo giunse
alla chiesa parrocchiale di Santa Croce di Piave dove, sotto il baldacchino
eretto dal parroco, baciata la croce, assolse le preghiere per i vivi e per i
morti, e data la solenne benedizione, tenuto un elegante e affettuoso sermone
per il popolo spiegandogli le cause della sua visita, esortando alla
concordia e alla pietà e all’osservanza dei comandamenti di Dio, celebrò la
messa per la Beata Vergine all’altar maggiore, il quale [.?.] , ma ha inserito un
portatile adattissimo, e ancora sei candelabri di cera e una lampada, e una
croce ed una pala con il [.?.] di sant’Elena che ritrova la croce.
Finita la messa visitò il Santissimo Sacramento
dell’Eucaristia sotto un tabernacolo di legno dorato e dentro delle tendine
di seta e all’esterno un canopo di seta avvolto, in una pisside argentea,
nuova e grande e decentemente conservato.
Quindi [.?.] diede la comunione a molti adulti, e
distribuì loro le medaglie con le indulgenze.
Visitò gli oli santi in una finestrella a lato
dell’epistola, [.?.] tre vasetti di stagno e [.?.] delle ampolle di stagno, per la
povertà della Chiesa la stessa finestrella è dipinta e ha un’iscrizione.
In un’altra finestrella vicina a quella si
conserva un reliquiario di legno dorato nel quale ci sono pezzi di osso
abbastanza grandi e una retina di ferro col segno della Santissima Croce. Non
vi è allegato nessun documento ma da molti anni il predetto reliquiario viene
esposto con facoltà [.?.] concessa dall’Illustrissimo Vescovo Giustiniani.
Nella finestrella degli Oli Santi vi è una
capsula con resti abbastanza grandi e notevoli di ossa di santa Orsola e
delle sue socie, e di san Gerione martire, per l’approvazione delle quali il
reverendo rettore della chiesa esibì delle autentiche dalle quali risulta che
le predette reliquie furono donate al Dromiro Vibano Giorgio dal
Reverendissimo Don Fabio Albergati nipote di Gregorio XV sommo Pontefice [.?.] lo
stesso le trovò in Germania [.?.] a Colonia [.?.]le prese portate via dal luogo
dove da tempo immemorabile erano state tenute come reliquie e nascoste. A
tali documenti sono legate le necessarie legali.
Viste le quali l’Illustrissimo Vescovo permise
che le predette reliquie venissero esposte: ma prima tuttavia ordinò che
venissero tenute e conservate in un decente reliquiario e in un luogo
particolare e decoroso della Chiesa.
Visitò il Battistero, assai angusto e mal
coperto, tuttavia chiuso e malamente pulito; il fonte è di pietra:
..........................
Ordinò che il fonte .......................
Visitò l’altare di San Matteo il quale è
provveduto e ornato dalla Confraternita di San Matteo; [.?.] pala dipinta,
candelabri, una lampada di ottone, una croce di legno deformata che ordinò
fosse restaurata, essendo esternamente [.?.]; ha un portatile idoneo.
Visitò l’altare di san Bovone con una pala
dipinta; ha una [.?.] pressappoco come l’altare di san Matteo [.?.] ma nessun altare
portatile. De[.?.] infatti dall’altro altare sei candelabri di legno e la croce…
mediocremente [.?.] e si mantiene con le elemosine.
Visitò l’Altare del Rosario, con una pala
dipinta e un buon altare portatile, e con candelabri d’oro e lampade, e con
altre cose mediocremente ornato. Viene mantenuto dalla Confraternita del
Rosario eretta dai frati Domenicani con approvazione dell’ordinario come
risulta dal diploma li affisso.
Visitò la Sacrestia nella quale [.?.] un
oratorio, due calici con coppe e patene d’argento, una piccola pisside per
gli infermi, un ostensorio [.?.] indorato, un secchiello degli incensi e [.?.],
un Pluviale di seta, pianete di tre colori abbastanza buone, tuttavia manca
quella nera che ordinò venisse fatta perlomeno di cambellotto, [.?.] un messale
riformato, [.?.] e calici, due corporali di tutti i colori e molti purificatori,
[.?.] che venissero fatti altri due corporali; c’è il Baldacchino ma manca
l’umbella che ordinò venisse assolutamente fatta. Vi è anche la patena della
santissima Eucarestia [.?.] senza umbella cosa che non si deve in nessun modo
tollerare. |
Circa horam diei tertiam Illustrissimus Episcopus pervenit ad
Parochialem Ecclesiae Sanctae Crucis de Plabe ubi sub baldachino ereptus a
Paroco osculata cruce [.?.] de M[.?.] absolv[.?.] pro vivis ac defunctis datas solemni
benedictione nec non habito pereleganti et [.?.] affectuoso sermone ad populum
explicans illi causas f[.?.] visitationis, hortatusq. ad cumcordiam, pietatem, et
observantiam mandamentorum Dei missa beatae Vergini celebravit in altari
maiori pre[.?.] e[.?.] consecratum, sed habet peridoneum portabile insertum, nec non
sex candelabra cerea et lampadem, et crucem ma[.?.] das[.?.] palium [.?.] et palla cum
pietrino Sanctae Elenae crucem invenientis.
Finita missa visitavit Sanctissimum Eucaristiae Sacramentum sub
tabernaculi ligneo inaurato intusque cortinis serici …strato exteriusque
conopeio serico obvoluto, in pisside argentea, nova et magna boni et decenter
servatum.
Deinde multos …que
fideles et … propemodum eius … adultos sacra comunione cibavit, eisque
medalias cum indulgentis erogavit.
Visitavit olea Sancta in
fenestrella ad latus epistulae, ubi tria vascula stamnea et [.?.] ampullarum
stamnearum pro Ecclesiae paupertate fenestrella ipsa est depicta et habet
inscriptionem.
In alia fenestrella prope illa servatur Reliquarum ligneum
inauratum in quo frusta quadam ossium satis magna et graticula ferrea segni
Sanctissimae Crucis. Nullum adest documentum sed a multis annis exponitur
predictum reliquarium cum facultate [.?.]nus concessa ab Illustrissimus Episcopus
Iustinianis.
In fenestrella Sanctorum Oleorum est capsula cum frustis satis
magnis et notabilibus ossium Sanctae Ursulae, eius sociarum, et Sancti
Gerionis martiri pro quarum approbatione reverendus Rector Ecclesiae exibuit
documenta autentica quibus apparet predictas reliquias donatas fuisse Dromiro
Vibano Giorgio a Reverendissimo Domino Fabio Albergato Gregorii [.?.] XV summi
Pontifici nipote [.?.] ipsum vero [.?.]atum eas in Germania [.?.]
Coloniae a fide signis [.?.]
accepisse extractas de loco ubi ab imemorabili prout reliquiis habitae et
obcultae fuerunt. Quibus documentis adiectae sunt necessariae legalitates.
Quibus visis et [.?.]cum [.?.]
Illustrissimus Episcopus praemisit praedictas reliquias exponi: sed tamen
prius decente reliquiario comptent[.?.] servanturaque particulari, ac decenti in
Ecclesia loco.
Visitavit Baptisterium
perangustum et male copertum, clausum tamen et mediocriter mundum. fons est
lapideus: in eo conca qua cum[.?.] aqua et alia [.?.] quae foris [.?.]
Baptisterium
… … collocatur in ea aqua ablutionis … mox prolocutus in sacrarium
angustissimum … ……………..
Iussit fontem … fieri si vires … : sit minus illum… et
… haberi. …. rium vero aliquam ……., et ……………..
Visitavit altare Sancti
Mathei quod provedutum est ornatus a Confraternitate Sancti Mathei ibidem
posita …et pallam depictam, candelabra, lampadam ex auricalco, crucem vero
ligneam deformatam quam iussit instaurari, externa … mediocriter … habet
portabile idoneum.
Visitavit altare Sancti Bobonis cum pala depicta. Habet …iam
quemadmodum est … altare Sancti
Mathei et nullum ibi altare portabile. De…itur enim ex alio altari sex
candelabra lignea et crucem … cetero … mediocriter … et manutentur
elemosinis.
Visitavit Altare Rosaris cum pala depicta bono altari portabili sex
candelabris aureis et lampade, reliquis … mediocriter exornatum. manutenetur
e Societate Rosarii erecta a fratribus Domenicanis cum aprobatione Ordinarii
ut patet ex diplomate ibi afixo.
Visitavit Sacristiam in qua … et oratorium calices duo cum cuppis
et patenis argenteis pixidula pro infirmis. … …. Ostensorium … inauratum;
situla incensorum et … …. Pluviale sericum - planetae trium colorum satis
bonae deest tamen nigra quam iussit fieri saltem ex cambeloto - … duo cum
lamietibus Missale …um reformatum …
et … … calicibus omnium colorum corporalia duo, et purificatoria multa … alia
duo corporalia fieri, adest Baldachinum sed deest umbella quam iussit omnino
fieri. adest et patena R… sanctissimas Eucharestiam … sine umbella quod nullo
modo tolerandum.
.....
|
Furono quindi interrogati i massari delle varie scuole.
Die dicta
Convocatus comparuit Andreas Granzotus aetatis 50 …
Interrogatus respondit io son Massaro del Sanctissimo
Sacramento e della luminaria o … et sono …
Interrogatus respondit: né la fabbrica né il Santissimo non hanno cosa alcuna de entrada ma
solamente quel poco d’elemosina che si
cava. Li fratelli pagano 16 soldi per uno et … con la candela ogni terza
domenica del mese. Fassi tutto poi et ogni domenica si cerca per la luminaria.
Il tutto si spende in cere, olio, et paramenti … vi sono danari in … 0,6 denari
di debiti.
Interrogatus
respondit …, et il suo prete, se ho da f…, ci dà il buon esempio et è …, se ben
si va anco a chiamarli da mezzanotte.
Die dicta
Convocatus 8 Sebastianus aetatis 40 massarius
Interrogatus
respondit io son compagno della scuola di San Matio et insieme con il gastaldo
governiamo la scuola di elemosine le quali sono una quarta di formento et
quarantasei soldi dalli masieri et quatro lire et sie soldi dalli repetini. Si
dà un pane et una candela per ciascuno ... si compra le cere per l’altare si vano
a compagnar li morti et se li fano dir tre messe et di più si dano cinque ducati
al Rettor il quale ogni mese …
|
Infine fu la volta del prete dell’oratorio alla Fossetta, gestito dai barcaroli.
Die dicta
Convocatus comparuit Reverendus Octavius Altomarino
Interrogatus respondit io … alla fossetta et ho le
bolle delli ordini et … le approbationi
della cura … 23 anni
io hò anco le
testimoniali e commendatizie del mio Ordinario che è il vescovo d’Andrea di
Remo.
Interrogatus
respondit io ho l’obbligo di celebrar quatro giorni in settimana oltre le
feste. Io ho cento ducati di salario li quali mi dano i barcaroli.
Interrogatus
respondit… … … gli Illustrissimi Da Lezze … però non mi danno salario alcuno,
né manco mi mantengono le supellettili, ma il tutte si ha dalli barcaroli con
tanta pietà che non mi manca cosa alcuna necessaria, anzi … … adornato … non
esercito cura d’anime né manco ho facoltà di esercitarla … … della fossetta che
frequentano il mio Oratorio sono per lo più di questa parochia e qui ricevono
li Sacramenti.
Io mi … legato da …
curato di Meolo … che l’oratorio sia fornito di ogni cosa.
|
Quindi la visita proseguì. Il vescovo
visitò il
cimitero, in parte diviso da siepi e in parte … il cui terreno tende a
precipitare nella parte orientale dove il nobile Malipiero ha scavato il
fosso di separazione.
Il campanile ha buone campane
...angusto abitabile...
Fatte queste cose, vestito di scuro, confermò
tanti col sacro crisma (=li cresimò). Quindi giunse alla parrocchiale di San
Donato di Musile dove, accolto sotto l’ombella...
|
Visitavit coemeterium sepibus partim et ne…ibus partim … ex
asseritis circum clausum Praecipit a parte orientali qua nobilis Malipetri …
cum coemeterio foveam excavant Campanile … … et bonas habet campanas …
angusto habitabilis …, et medio … …
His peractis paratus de
mori quam plurimos sacro crismate confirmavit. Deinde pervenit ad parochialem Sancti Donati de Musili ubi sub
umbella exceptus …
|
Fine resoconto visita pastorale
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L’episcopato di
Silvestro Morosini si profilava certamente fecondo e di sicura ricchezza
pastorale, volitivo e deciso com’era quest’uomo, che il podestà di Treviso di
allora definì “uno de’ più degni prelati tra tanti che se n’attrovano” ma la
morte lo stroncò a Treviso nel marzo 1636 per gotta.
Dopo tre anni e mezzo di
sede vacante, retta in parte dal canonico Paolo Aprono, che era stato
confidente di Galileo e morì nel 1638, gli subentrò il fratello Marco di 34
anni, eletto anch’egli con dispensa sull’ordinazione il 3 ottobre 1639 e,
com’era nel costume del tempo, “vestito l’abito e incaminato alla Prelatura”
dal predecessore.
In croce nel 1641 i preti esercitavano una ributtante fiscalità imponendo la tassa
d'una lira per la sepoltura dei fanciulli, di due per gli adulti, e, quasi ad altro non mirasse l'ufficio loro,
lasciaron la chiesa e le sue cose in una negligenza talmente riprovevole che il vesco venendovi trovava
che le reliqui erano senza nome e che si celebrava la sagra non nel dì della dedicazione della chiesa,
perché di quel giorno s'era smarrita la memoria, ma nel giorno di S. Marco.
G. Pavanello, La Città di Altino e l'Agro altinate orientale
LA PIAVE NUOVA
Nella prima metà del ’600 che la Repubblica
di Venezia affrontò a livello progettuale il problema della diversione del
basso corso del Piave, un’azione che si concretizzò in una articolata sequenza
di interventi di ingegneria idraulica mirati a ridisegnare la geografia fluviale
esistente e a tutelare la laguna dai naturali processi involutivi denunciati
dai fenomeni di impaludamento. Il Taglio del Re non si era rivelato
sufficiente. Nel 1642 fu perciò
avviato il Gran Taglio della Piave (1642-1664).
La Piave doveva cominciare la sua nuova linea
inferiormente a San Donà «camminando incassata per 2.800 pertiche sino al
canale detto del Cin dove, arrivata che fosse, si doveva lasciare a svariare
per l’ampiezza di un capacissimo vaso di paludi e bassi fondi aventi dai 30 ai
40 miglia di perimetro. Che in questo spazio essendovi i canali detti i
Largoni, i Velai, ed i Revedoli i quali arrivando sino al porto di Cortellazzo
davano il passaggio alla navigazione per andar in Livenza e dovendosi impedire
che le acque uscissero per il porto di Cortellazzo si doveva costruire un
valido sbarramento del canale sfociante in quel porto obbligando così le acque
provenienti dal Piave a scaricarsi in mare nel porto di Santa Margherita».
[VOLLO L., Il Piave, Firenze 1942]
Altre disposizioni furono
prese per assicurare la difesa dei terreni a monte con l’erezione di arzerini
ed il loro scolo con lo scavo di un canale perimetrale, il Canale degli
Scoladori (oggi Brian) che ne convogliava le acque nella Livenza morta.
Sempre in quel ’42, in
giugno, il vescovo Marco Morosini tenne il sinodo diocesano. L’anno dopo venne
in visita pastorale a Croce.
VISITA PASTORALE DEL 15-16 SETTEMBRE 1643
Il detto giorno l’illustrissimo e reverendissimo signor
vescovo, proseguendo la sua visita ... giunse dunque alla chiesa parrocchiale
di Santa Croce di Piave, dove fu accolto dal reverendo parroco, e fatte le
previe cerimonie, entrò in chiesa e benedisse il popolo, dopodiché visitò
tutte le cose di seguito scritte.
Visitò il Santissimo
sacramento dell’Eucaristia sotto un tabernacolo di legno dorato, internamente
rivestito di seta, ... e, avvolto in un canopo di seta, viene conservato in una pisside d’argento
e sotto buona custodia.
Visitò gli oli santi in una finestrella della cappella
maggiore al lato dell’epistola, conservati in tre vasetti di stagno i quali
per prima cosa ordinò di far fare d’argento.
Vicina a quella vi è una
finestrella nella quale è conservato un reliquiario di legno dorato, ma....
nel quale vi sono alcuni frammenti di ossa e una... del legno della
Santissima Croce. Dal parroco (gli) fu detto che non rimane alcun istrumento
o documento [che ne confermi l’autenticità].
Nelle finestrella degli oli santi vi sono certe capsule lignee nelle quali sono conservate altre
reliquie di santa Orsola e delle sue sorelle e di san Gerione martire delle
quali pure il reverendo rettore disse che non era possibile ritrovare o far
risultare qualche documento
e ordinò che fossero
rimosse dalla stessa finestrella e riposte in un’altra dove sarebbe stato
conservato anche il reliquiario suddetto. Ciò visto e
considerato...
Visitò il Battistero,
angusto e dimesso, che ordinò di sopraelevare un poco e di dividere e
accomodare come si vede nelle altre chiese, e di chiudere il sacrario con una
grata.
Nella chiesa si trovano
tre altari
quello di san Bovo con
una pala lignea, un altro della Beata Vergine Maria che ordinò di circondare
di colonne lignee così come è circondato quello di san Bovo. Esso viene
mantenuto dalla Confraternita del Rosario ... di san Carlo; vide che tutte
queste cose erano sistemate in maniera opportuna e che per lui non erano
bisognose di altre necessità
Vide la Sacrestia nella
quale sono due calici con le patene dei quali uno ancora da consacrare, una
piccola pisside per gli infermi, un ostensorio, pianete di tre colori, due
piviali, un messale riformato, e nuovo, una mozzetta; e i purificatori, e
tutte le altre cose che erano da ritrovarsi vide e visitò.
Assolte queste
incombenze essendo ormai giunto l’imbrunire, l’Illustrissimo e reverendissimo
signor vescovo si recò negli appartamenti dell’Illustrissimo signor Ruzzini.
|
Dicto die
Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Episcopus prosequendo
suam visitationem...(ricontrollare)...
pervenit postea ad Parochialem Ecclesiam Sanctae Crucis de Plave,
ubi exceptus ab reverendo Paroco previis solutis cerimonis in... Ecclesiam benedixit populum,
postea visitavit omnia infrascripta:
Visitavit Sanctissimum Eucarestiae sacramentum sub tabernaculum ligneum inauratum
intusque ... serici ...ayo, ext...que conopeio serico obvoluto in pixide argentea et sub bona custodia
Visitavit olea sancta in fenestrella capellae maioris ad latus epistulae ibi tria vascula stanea;
quas ex argenti fari cumprimum iussit.
Prope illam adest alia fenestrella : servatur reliquiarium ligneum inauratum, sed ... in quo frusta quaedam ossium,
cuperticula forma ligni Sanctissimae Crucis insunt.
Dictum fuit a parocho non extando aliquod instrumentum, nec documentum.
In fenestrella oleorum sanctorum ..[ricontrollare].. in quadam capsula lignea asservantur quaedam aliae reliquiae Sanctae Ursulae et sociorum eius et Sancti Gerionis Martiris de quibus etiam Reverendus Rector dixit non inveniendo nec aparendo aliquo documentum, cui cum dictum in Visitatione ultimo loco facta de dicto … per Rectorem illius temporis instrumentu …earum ... reliquiarum identitatem fuisset ostenta; prop… eidem iussit ut utatus ipse diligentia pro ipsis reperiendis; jussitque ex eadem fenestrella amoveri, et reponi in altera fenestrella, ubi custodietur reliquiarium supradictum.
Quibus visis et consideratis ...
Visitavit Baptisterium angustum ac demissum, quod aliquando elevari iussit, bipartirique
et accomodari prout reperitur in aliis ecclesiis, sacrarium serra occludi.
In Ecclesia reperiunt tria altaria, nempe illud Sancti Bobonis cum pala lignea,
aliud Beatae Mariae Virginis quod circum… iussit columelis ligneis, sicut et illud Sancti Bubonis circum ... reperietur. manutenetur a Societate Rosarii eo aliud Sancti Caroli; qua omnia vidit esse sufficienter instructa; sibique necesariis non desiderari.
Vidit Sacristiam in qua sunt duo calices cum patenis quorum unus consecrandus; pixidula pro infirmis, ostensorium, planetes trium colorum, pluvialia duo, missale unum reformatum, ac novum, mozza, ac purificatoria, ceteraque invenda vidit et visitavit.
Quibus omnis absolutis cum iam advesperaveret, Illustrissimus er Reverendissimus Dominus Episcopus se recepit Aedibus Illustrissimi Domini Ruzzini.
|
Il giorno dopo,
mercoledì quattro
delle tempora, 16 settembre 1643, l’illustrissimo e reverendissimo vescovo,
di prima mattina, si portò nella medesima chiesa della Santa Croce; e subito
si portò al confessionale ad ascoltare le confessioni; essendo già l’ora di
celebrare la messa, fatta prima l’assoluzione dei morti, celebrò la stessa
durante la quale tenne una predica abbastanza semplificata per il popolo;
finita la messa distribuì ai molti che già erano raccolti e disposti la santa
comunione; fatto ciò tenne il sacramento della Sacra Confermazione e quelli
che trovò preparati, osservate le cose che erano da osservare, segnò col
sacro Crisma; benedisse e consacrò un calice nuovo ... e anche benedisse una
campana della stessa chiesa. Ed essendo ormai l’ora di... ritonò nei suoi
appartamenti.
L’illustrissimo e
Reverendissimo affidò la visita della chiesa della Fossetta a Pietro C...,
pievano di Ponte di Piave, che andasse a vedere e riferisse, non potendo
andarvi lui personalmente e per la distanza del luogo e per le strade rese
impraticabili per il tempo piovoso.
|
Die Mercurii quatuor temporum 16 settembris 1643
Illustrissimus et Reverendissimus Episcopus primo mane descendit in Ecclesiam eandem
Sanctae Crucis ; et statim in Confessionali se obtulit paratum ad reconciliationes
auduendas; cumque iam hora esset missam celebrandi, facta prius absolutione mortuorum
ipsam celebravit in qua sermonem habuit satis accomodatum ad populum,
finita vero missa sacram prebuit communionem quamplurimis iam contentis
ac dispositis; quo facto tenuit sacramentum Confirmationis et quos invenit paratos,
cernatis cernandis, sacro Chrismate delinivit; benedixit, et consecravit calicem unum novum ad ...
et etiam benedixit campanam ipsius ecclesiae. Cumque ... ora essent absol... se recepit in eisdem edibus ...
Illustrissimus et Reverendissimus amisit visitationem Ecclesiae della Fossetta ...
Petro C... Plebanuo Pontis plavis, qui videatur, et referat; cum non posset personaliter ...
accedendo, et distantiam loci, et vias dificilis ex tempore pluvioso sofrens(?).
|
E
mentre il povero pievano di Ponte di Piave,
dotato evidentemente di stivali acconci, si avviava verso la Fossetta, il
vecovo andò a pranzo e interrogò i massari, non sappiamo se proprio in
quest’ordine.
Dicta die
Coram Nobis
Comparuit Andrea Spolador de Cruce
Plavis, qui monitus, et opportune interrogatus, Risposuit ut infra
Io son massaro del Santissimo sacramento
insieme con un compagno; questa (sottinteso: scuola) non ha entrata, si
mantiene solo d’elemosine; et delle luminarie che dànoli frtaelli, che è … 16 –
per uno, et si ha anco quella che si trova ogni festa inChiesa con una casella;
si fa la processione del santissimo ogni mese; et si compra cere, to…, et
candelloti per li fratelli et per ... supra l’altar; non vi sono debitori, si
rendono li conti ogni doi anni che così si osserva.
De scandalis Respondit non vi sono scandoli; vi è una dona che vive lontana dal marito che
si mormora un pocco.
De moribus Rectoris Respondit fa il debito suo, insegna la dottrina cristiana, viene anco per le ...
del ... ; non saprei che ricordare.
Quibus habitis...
Et tum ... comparuit Joannes Maria Bevilaqua de Villa Crucis
plavis, qui monitus, et opportune interrogatus Respondit.
Io son massaro della scola dei morti di San Mattio,
nella quale vi devono esser circa 70 fratelli, che il nostro obligo è di andar
a levar li morti, con la scuola con li nostri candelloti, et se li fanno
celebrar tre messe; si mantiene d’elemosine, che si trovano in Chiesa. dicens
se corisponde non si cerca in chiesa; ma ... sarebbe il denaro che la 4a Dominica
del mese nella quale si fa la processione di questa scuola, si cercano; Dicens,
questa si sostenta in questa maniera, tutti li masieri dà una quarta de
formento et quarantasei soldi; et li bracenti danno L. 40: 6: si fa del pane,
che si distribuisce alli fratelli, ch’è grande di sei lire in ...ast... ; et una
candella, et questo si fa il giorno di San Mattìo ..., si comprano delli
candelloti da distribuir ai fratelli per le processioni et l’avanzo và in
beneficio della Chiesa, et Altare.
Interrogatus
Respondit non vi sono debitori, si rendono li conti ai ...
De moribus R. Plebani Respondit recte
Quibus...
Coram nobis comparuit
Mattheus Pavanus de Cruce Plavis, qui monitus, et opportune
interrogatus Respondit ut infra
Io son Gastaldo della Beata Vergine, qual non
ha entrada, se non quello (che) si trova d’elemosina; siamo doi che la governa
et la provedemo de quello (che) bisogna conforme all’elemosina che si trova; si
fano le processioni, li dinari si tengono sotto doi chiavi, et se ne tien conto
di quanto si trova, et si spende; non vi sono debitori; Vi è un legato all’Altar
di San Buovo; ... habbiamo la nostra scuola di quatro ducati all’anno; qual è
qualche anno che non è ponto dato, et tocca alli ... che hanno a far a Fossalta
et coverebbe a noaltri l’haver questi dinari perché si fa insieme ma di questo
veramente non so dar altra informatione, che la si potrebbe haver dal nostro
Rettore.
De moribus Reverendi
Plebani interrogatus Respondit recte. Non so che ricordar parendomi che il
tutto fassi bene;
Quibus…...
|
Nel frattempo il
Pievano C..., inviato dal vescovo alla Fossetta, era tornato in canonica – dobbiamo immaginarcelo piuttosto
inzaccherato – e poteva far scrivere quanto segue:
Reverendus ... Firmus
... se contulit ad ecclesiam eamdem della fossetta sub invocatione sancti
francisci. et eam visitavit ...
Il titolo della
Chiesa è di san Francesco; et viene officiata al presente da un padre pur di
San Francesco de’ minori, il quale se ne sta di stanza a Venezia et ha l’obligo
di venir le feste et di sabato. gli vien dato ottanta ducati all’anno di
elemosine che vengono raccolte da passeggieri, li quali se non sono tanti vien
supplito dalla carità di quei Barcaroli che ivi traghettano.
Vi è un calice et
una patena d’argento, buone tovaglie sopra l’altare, che è tutto di pietra
viva, et sopra vi è la pietra sacra con la sua tela incerata. Vi sono quattro
pianete buone di colori diversi, doi messali un novo, et un vecchio. il camise
buono, li purificatorii sono un pocco grossi mal tenuti, come anco li corporali
che son pieni di machie. Il coperto è buono se bene dai tarli che rodono i
travi ben spesso si fa cadere della polvere sopra l’altare. Il pavimento per
esser basso è humido , et così sempre si sta, onde hà bisogno di rimedio; sì è.
Si è dato ordine che
il Prete officiante debba quantoprima comparir avanti sua signoria Illustrissima
e Reverendissima per ricever suoi ordini, et suoi comandamenti.
|
Il vescovo procedette a interrogare il parroco
Comparuit ... Reverendus Dominus Stephanus Persegati
Rector Ecclesiae Crucis de Cruce Plavis qui opportune interrogatus Respondit ut
infra
De titulo ...
ecclesiae, quomodo eam conducat, a quo tempore ... quem spectet collatio
Respondit Il titolo
della Chiesa è Santa Croce: e ..., che io facio il ... il sabbato santo, sono
dodeci anni in circa che io son a questo Beneficio et l’ (ho) havuto a presentatione
dell’Illustrissimo Francesco Ruzzini uxorio nomine, che è Jus patronato del
detto Illustrissimo, insieme con altri Illustrissimi di Ca Foscari, Ca de
Lezze, et Cornaro, che tutti esercitano il loro Jus la volta che li tocca.
De Consecratione
ecclesiae Respondit la Chiesa è consecrata, ma non si fa la sagra rispettoché
non so, né si sa il giorno che sona, et faccio instanza che sia deputata la
festa dell’Inventione di Santa Croce che viene di maggio, ovvero l’Esaltatione.
Qua ... audita
Illustrissimus Reverendissimus Episcopus deputavit dictum festum exaltationis
Sanctae Crucis ...
... Interrogatus
Respondit Vi sono anime da communione circa 300, et tutti sono confesati, et
comunicati, non so che vi siano persone scandalose.
De reddito ...
Respondit un anno per l’altro puol buttar in quattrocento ducati co l’incerti.
De ... et oratorii ... Respondit Vi è
l’oratorio alla fossetta sotto la mia cura; nello quale si celebrano tutte le
feste; et quei popoli ivi dano …… ad’uno che celebra la messa; et al presente
vi è un francescano de minori Conventuali che celebra.
Interrogatus Respondit Vi è la scuola del santissimo
sacramento, della Beata Vergine et la terza de San mattio quali si mantengono
semplicemente d’elemosine, né hanno entrate, et sono ben governate, non vi è
fabrica, li massari mantengono l’altar della sua scuola … sacram dicere, et io
mantengo di oglio la lampada.
De Doctrina
Cristiana Respondit s’insegna ogni Dominica et è frequentata da fedeli secondo
li tempi; non de solito manda un predicatore et io sermoneggio al popolo
Interrogatus De
obstetricis Respondit io ho buone alevatrici et bene instrutte et da me
esaminate.
Interrogatus
Respondit non so che ricordare
Quibus...
Ordini per la Chiesa di Croce di Piave
Che quanto prima siano fati d’argento tutti li tre
vasetti delli ogli santi che sono di stagno, et provisto alli medesimi delle
sue buste di sagrino per conservarli in quelle.
Che tutte le reliquie siano poste insieme, et
rinovata la loro inscritione sopra la portella adornandola in buona, et decente
maniera.
Che alle medesime reliquie ritrovate nella scatola
prima d’esporle a’ fedeli sia provisto d’un ostensorio, da inserirle in quello
con buon ordine, conforme anco ...
Che il Battisterio sia più alzato da terra in
buona maniera facendole anco più sollevato il suo coperchio, qual essendosi
veduto staccato dal vase perciò doverà imediate esser facto saldare, et ben
firmare in quello, dovendo anco sul medesimo vase farli far una conca di rame
bipartita, overo ripartir l’istesso vaso di pietra con un feramento fondo da
una parte, che cali nel sacrario l’acqua della quale si sarà servito di
battezzare, potendo in ciò osservar l... tenuto nell’altre chiese.
Che nella sommità del medesimo Battisterio sia
posta una figura di San Giovanni Battista, et il sacrario tenuto serrato con
chiavi.
Che sia acconciata la pittura della pala di San
carlo dove è corrosa affinché non habbia a rompersi maggiormente.
Che l’altare di san Mattio sia circondato et
attorniato da balaustri conforme ... ... fatt... all’Altar di san Buovo.
Che della pianeta verde antica siano fatti cossini
d’altare, et de tal un’altra della quale non se ne servi più per celebrar la
messa.
Che quantoprima sia imbiancata da novo la capella
dell’Altar maggiore.
Che il giorno della consacrazione della Chiesa
debbasi celebrar la festa della esaltatione di santa Croce di settembre, con
quella maggior honorevolezza che si conviene
Che il P..., et altri a chi s’aspetta debba
sollecitar li debitori del livello di 4 ducati lasciati all’Altar di san Buovo
acciò...
|
Fine resoconto visita pastorale
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Nuovo vescovo
Nel luglio del 1645 il vescovo
Marco Morosini fu trasferito a Brescia. Il 21 agosto 1645 fu eletto vescovo di
Treviso Giovanni Antonio Lupi, nobile bergamasco, canonico di quella città,
dottore utriusque.
Aveva 47 anni. Anch’egli ebbe continue liti col Capitolo di
cui fa cenno nelle sue relazioni alla Santa Sede.
VISITA PASTORALE DEL 23 MAGGIO 1648
Il 23 maggio 1648 il vescovo diocesano Giovanni Antonio Lupi venne
in visita pastorale a Croce e fu accolto dal nuovo parroco
don Gerolamo Marcatello e dal cappellano don Francesco Zana.
Sabato 23 maggio 1648, la mattina,
l’illustrissimo e reverendissimo vescovo (Giovanni Antonio Lupi) uscito dalle
residenze dell’illustrissimo eccellentissimo signor Gabriele Corner,
solennemente entrò nella chiesa di Croce di Piave ricevuto sotto ombella dal
reverendissimo don Gerolamo Abbate Marcatello pievano di detta chiesa con le
solite cerimonie nelle quali benedì il popolo presente, fece le preci per i
defunti e poi vide e adorò il SS.mo Sacramento dell'altare che trovò chiuso
in un tabernacolo sotto buona custodia. L’altare maggiore è costruito con
tutte le cose necessarie e nel quale vi sono gli associati al SS.mo
Sacramento, esclusi i redditi e l’onere delle messe.
Vide il battistero e il sacrario e ordinò quanto è detto sotto.
Vide l’altare del
Santissimo Rosario e parimenti l’altare di san Giovanni e quello di san Bovo e
ordinò come poi sarà detto.
Vide gli Olii
Santi in vasetti di stagno; si procuri di fare tre vasetti in argento secondo
gli ordini riportati in altra parte.
Entrato in
sagrestia, nella quale ... vide e visitò.
Visitò alcune
reliquie esistenti di Santi poste in una scatola oblunga senza alcun
documento e ordinò che ne fosse permessa l’esposizione tuttavia ordinò che in
seguito non venissero più esposte.
Vide anche altre
reliquie riposte in un ostensorio di legno delle quali permise l’esposizione.
Celebrò la messa dopo la quale amministrò la cresima.
|
Die sabbati 23 mensis Maii 1648
Mane Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Episcopus ….
egressus ex edibus Illustrissimi, eccelentissimi Domini Gabrielis Cornerii
solemniter ingressus est in Ecclesiam Crucis de Cruce Plavis exceptus sub
umbella a Reverendissimo Domino Heronymo
Abbate Marcatello Plebano dictae ecclesiae cum solitis cerimoniis in qua
benedixit populum mox persolutis precibus pro defunctis vidit et adoravit
Sanctissimum Sacramentum Altaris, quod asservatum invenit sub bona custodia.
Altare maius est istructum rebus necessariis, cui adest sodalia
Sanctissimi Sacramenti: absque redditibus et onere missarum.
Vidit Baptisterium et
sacrarium, et ordinavit ut infra.
Vidit altare Sanctissimi
Rosarii Item altare Sancti Joannis et illud Sancti Boboni et iussit ut infra.
Vidit Olea Sancta in vasculis staneis; procuratur ... fieri vascula
tria ex argento iuxta ordines alios relaxatos.
Ingressus sachristiam in
qua ... erunt vidit et visitavit.
Visitavit quasdam
reliquias Sanctorum existentes in quadam scatula oblunga absque documentis
aliquibus: ... fuit alias a ... permissam fuisse ipsarum expositionem attamen
iussit ut in posterum non exponenentur.
Vidit quoque alias
reliquias in ostensorio ligneo insertas quarum expositionem permisit.
Celebravit missam postquam tenuit confirmationem: ...
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Poi il vescovo ascoltò i testimoni. Furono interrogati per primi i massari
Coram nobis comparuit Balthassar Girottus
de Cruce Plavis qui examinatus ... Respondit ut infra.
Iuxta primum interrogatus respondit (=interrogato riguardo al punto
primo rispose): io son massaro della
Scola del Santissimo Sacramento. Andrea Spolador è il mio compagno, io sono
il principale che maneggio et egli aiuta, et vi sono ... sei consiglieri senza
sap... dei quali non si opera cosa alcuna. Ogni anno si muta officiali per
ballotatione.
Iuxta 2 interrogatus respondit: non ha entrada certa, solo
l’elemosina che si va raccogliendo l’oferta per la chiesa, et poi la luminaria
di sedeci soldi per cadaun fratello di Scola; questo si spende in cere per
l’altare e candelloti per ordine delle processioni: ne non abbiamo di mantener
la lampada del Santissimo, bensì il Pievano godendo per ciò un pezzo di terra.
Io tengo il dinaro che è conservato in una cassa con una chiave, et tengo nota
di volta in volta di quello (che) cavo et spendo, come si può veder dai libri;
finito il maneggio si rendono li conti. Non vi sono debitori nel mio libro se
non in fine di vecchi, che non credo, essendo questo poco maneggio cole
processioni grande.
Iuxta 3 Interrogatus respondit ut supra.
Iuxta 4 Interrogatus respondit vi sono li capitoli et sono
anco osservati; et ogni anno si fanno celebrare 12 messe per tutti i fratelli
defunti.
Iuxta 5 Interrogatus respondit Il Nostro Pievano fa il debito
suo e non manca et vi è mantenuto da lui un Capellano, sì che la Cura non
patise, né vi son morti senza Sacramenti che si sappia e sta alla sua residenza.
Iuxta 6 Interrogatus respondit vi è inventario et nota.
Iuxta 7 Interrogatus respondit non vi sono scandali publichi
qui alla villa.
Iuxta 8 Interrogatus respondit non ho che ricordar.
Quibus ...
Coram nobis Joannis Maria Cadamuro di Cruce Plavis qui
examinatus, et Interrogatus risposuit ut infra
Iuxta primum Interrogatus respondit: io son massaro della Scola di San Mattio,
fraia (=corporazione) per accompagnar i morti della compagnia alla sepoltura;
ho mecco (=con me) un compagno, et io son il principale che tiene conto, et
quell’altro è per aiuto. Ogn’anno si fanno altri per balotatione (=ne vengono
eletti altri tramite sorteggio).
Iuxta 2 Interrogatus respondit: non ha cosa imaginabile
d’entrada ferma, ogni fratello repetino, cioè p...ente paga quatro lire e sei
soldi l’anno; i masieri pagano una quarta di formento et quarantasei soldi; non
si cerca in Chiesa. Di queste si fan celebrare tre messe per cadaun fratello
che muore oltre l’andar a levarlo con la processione. Si mantien cere et oglio
per l’altare e più ogn’anno dalla festa di San Mattio si fa un pane di lire
sette e mezza di peso di stadiera et vien dispensato uno per uno a tutti li
fratelli, et anco seli dà una candella di tre onze che di essa ne fanno quello
(che) voglio(no), havendo oltre di quella un’altra candella per portar in
processione; si tien conto del speso et scosso, si rendono i conti alli massari
novi; quanto a debitori dei massari non ve ne sono, bensì di fratelli et a
questi non se li fan dir il bene se morono, se non vien saldato il debito.
Iuxta 3 Interrogatus respondit ut supra.
Iuxta 4 Interrogatus respondit habbiamo la nostra ...regola, è anco
osservata nelle cose più importanti.
Interrogatus se vi è Fabrica Respondit
qui non vi è fabrica, ma occorrendo riparar la Chiesa viene fornito dai Patroni
del Beneficio
Iuxta 5 Interrogatus respondit: si contentiamo di vantaggio
del nostro Pievano, qual tiene un capellano continuamente. Stà talvolta lontano
a Venezia ma però non vi è mancamento havendo il capellano che assiste
continuamente.
Iuxta 6 Interrogatus respondit quando entrano dinari sono
conservati con tre chiavi, et di tutto si tien conto minuto.
Iuxta 7 Interrogatus respondit non so che vi siino publichi
scandali.
Iuxta 8 Interrogatus respondit non so che ricordar parendomi che
le cose della Chiesa caminino bene.
Quibus habiti...
Comparuit Carolus Granzottus de Cruce
Plavis, qui examinatus et interrogatus respondit
Iuxta primum respondit io son massaro della Scola della Madona, ho un compagno, ma io sono il
principale; ogni doi anni si muta per ballotatione.
Iuxta 2um Interrogatus respondit non vi è cosa certa
d’entrada, solo le elemosine che si raccogliono, siamo più di cinquanta
fratelli, ognun di questi paga di luminaria sedeci soldi de quali si comperano
cere per l’altare et processioni. Io tengo il dinaro sotto chiavi de una de
quali tiene il mio collega.
Iuxta 3. Interrogatus respondit non vi sono debitori perché
tutti danno li conti et saldano. Vi sono diversi fratelli che mancano, però
bisogna haver pazienza, et tuor quello si può. Vi sono li sui ordini, ma non
vengono troppo osservati.
Iuxta 4. Interrogatus respondit nessuno.
Iuxta 5. Interrogatus respondit quanto al mio Reverendo
Pievano speriamo bene, tanto più che ci mantien un capellano mentre egli
talvolta habita in Venezia. Qui poi nella villa non vi sono scandoli.
Super gli 6 respondit non so che ricordar.
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Poi fu la volta del
parroco, don Girolamo Marcatello, nominato da poco e in verità un poco
assenteista.
Comparuit Reverendus Domino Heronymus
Marcatillus Abbas Plebanus Crucis Plavis qui examinatus ...
Iuxta primum respondit il titolo della mia chiesa è Santa
Elena (?) di Croce di Piave; è Pieve, non ha Chiese filiali, che io sappi per
ancora essendo novello Pievano; ... dalla settimana santa che tutti son in questa
mia Chiesa. è anco consecrata. et a Treviso mando a prendere i ogli santi.
Iuxta 2um Interrogatus Respondit È iuspatronato delli
Nobilissimi Foscari, Lezze, Cornari et Ruzzini, una volta per uno, io sono
stato presentato dall’Illistrissimi Nobilissimi Lezze, fà pochi mesi; a Treviso
sono stato examinato et ... ordinato havutane l’investitura et ho le mie bolle.
Iuxta 3 Interrogatus respondit non posso sapere di certo in
che consista l’entrada et quanto sia, non havendo havuto ancora alcun raccolto,
et per conseguenza non posso per ancora sapere se vi son beni usurpati da altri
che aspettassero alla mia chiesa.
Iuxta 4 Interrogatus Respondit non vi son benefici semplici,
meno chiericati, né mansionarie. Vi è la Chiesa della Fossetta soggetta a
questa Curia, come ho inteso, et se non mi fermo un pocco alla Cura, non posso
veramente saper li confini della mia Cura.
Iuxta 5 Interrogatus Respondit Qui non vi è fabrica o
luminaria et quando occore risarcire la Chiesa et Casa parochiale, questi
Signori compatroni provvedono loro.
Iuxta 6 Interrogatus Respondit Vi è la compagnia del
Sanctissimo Sacramento, della Beata Sancta Vergine et di San Mattio; niuna di
queste ha entrada per sé et si sostentano di elemosine et hanno i loro
governatori laici. Non sò per ancor come fassi il loro maneggio per le cause
suddette.
Iuxta 7 Interrogatus Respondit Da comunione vi posson essere
circa 260 in circa, tutti confessati, et comunicati; li piccioli non so …,
seben non molti rispetto la mortalità di quest’anno.
Iuxta 8 Interrogatus Respondit negative, come spero.
Iuxta 9 Interrogatus
Respondit io procuro di essercitar
quel talento Dio mi ha datto in raccordar la parola di Dio al mio popolo et
raccomandarli le vigilie de festa; né è solito predicarsi la quaresima qui.
Iuxta 10 Interrogatus
Respondit in omnibus recte osservando in questo il Concilio come le
Costituzioni Sinodali; ho li tre libri distinti et farò il 4° per li cresimati.
Iuxta 11 Interrogatus
Respondit in omnibus ... recte. Dicens di far mention per l’avvenire delli assensi
ricevuti per far le pubblicazioni.
Iuxta 14 Interrogatus
Respondit Vi sono diverse reliquie come è stato narrato questa mattina et
io non esporrò se non quelle esistenti nel reliquiario di ligno, come mi è
stato comesso. Vi è l’altro reliquiario per il sabato per li fratelli del
Rosario oltre l’altre delle Scole.
(Iuxta 15 Interrogatus Respondit) ... amitto forestieri a celebrar mentre non ... necessarie.
Iuxta 16 Interrogatus Respondit Buona parte dell’anno risiedo
et pigliando ... l’aria, non partirò mai ... mantengo un Capellano qual
assiduamente assiste a tutte l’occurrenze et so quanto doverò fare et quando ...
ordine di mandar sacerdote a comunicar infermi. Non li mandarò lì che non
habbiano le facoltà per confessare.
Iuxta 17 Interrogatus Respondit recte.
Iuxta 18 Interrogatus Respondit ... quoad primum; ne manco di
visitar li miei infermi, per benedirli et disporli ad ben morir.
Iuxta 19 Interrogatus Respondit per quanto si ricerca, et
troverà anco le Costituzioni Sinodali
Iuxta 20 Interrogatus Respondit Io non ero qui ... per ordini ...
et de quelli ...
Quibus etc.
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Il giorno stesso, dopo il pranzo
L’illustrissimo e reverendissimo don Stefano Rota, protonotario apostolico e vicario generale, preso con sé il reverendo Francesco da Zana, cappellano della chiesa di Croce di Piave, si portò a visitare la chiesa di San Francesco, detta della Fossetta, nella quale entrato osservò che in essa è costruito un solo altare: nel mezzo vi è la Beata Maria Vergine, a destra san Francesco di Paola, a sinistra il serafico san Francesco che sono sufficientemente adornati per celebrare i sacri misteri; ordinò però di inserire un Sacro portatile nella mensa sacra entro il mese di luglio, altrimenti dichiara sospeso l’altare medesimo finché non sia inserita.
Ordinò anche che sopra l’altare venisse fissato un qualche baldacchino ad hoc perché mentre si celebra sopra l’altare non cadano immondizie.
Vide i paramenti e una pianeta di colore violaceo che ordinò di abbellire. Vide un calice idoneo e buono e un Messale la cui copertina ordinò di cambiare essendo lacerato
(Ordinò che) si celebri la Messa nella stessa chiesa ogni domenica e nelle feste di precetto; i naviganti del luogo mantengano la chiesa e pure il cappellano per celebrare la messa nei giorni festivi… e a ciò erogando 80 ducati … … … del reverendo Lorenzo Mazzeto da Barbarana che ha la licenza di celebrare. … … …
(Ordinò che) si celebri in essa da parte di altri sacerdoti per devozione soprattutto dei viandanti … …
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Dicta die Post prandium
Per Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Stephanus Rota NN Protonotario apostolico Vicarius generalis assumpto secum R. Francesco a Zana Capellano Ecclesiae Sanctae Crucis Plavis … … se contulit ad visitandam Ecclesiam Sancti Francisci nuncupata della Fossetta, in qua ingressus observavit unicum in ipsa cunstructus esse Altare cum Imaginibus. Desuper nempe in medio B. M. V. ad dextris S. Francisci a Paula, a sinistris vero Serafici San Francisci cuius ornatus sunt sufficientes ad faciendos Sacrum, in mensa tamen ipsius inseri iussit Sacrum portatile per totum mensem Iulii. Aliter suspensum declarat altare medesimus donec et quousque insertum fuerit ut supra.
Iussit quoque desuper altare firmari aliquod baldachino adhoc ut dum sacrum fiat imunditiae e tecto non decadant in mensa.
Vidit paramenta: … pianeta violacei coloris quam perornari iussit. Vidit calicerm aptum et bonum. Et Missale cuius casum mutari iussit cum illud sit oram lacertum.
Celebratum factum in ipsa Ecclesia omnibus Dominicis et aliquis festivis diebus de precepto; Nautae ipsius loci manutenent ipsam nec non capelanum pro celebranda missa diebus festivis …et ob id errogando Ducatos octuaginta … … ipsorum sumptibus Reverendi Laurentii Mazzetus da Barabarana habet … … celebrandi.
Celebratum etiam in ipsa ab aliis sacerdotibus ex devotione precipue a viatoribus eo … non habet aliquis p…
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Ordini per la Chiesa di Croce di Piave
Sia aggiustata più in basso la pietra sacra all’Altar maggiore nel
temine di 15 giorni, altrimenti sia sospeso il medesimo donec et quousque sarà
perfetionata l’opera ordinata.
Il Battistero sia rivisto e ben firmato, ponendovi sopra altro
coperchio più elevato perché riesca più comodo con porvi alla sommità San
Giovanni Battista, attorniato poi con i suoi una balaustri perché la gente non
vi si possi approssimare, e sia provvisto d’un cancelletto davanti per ...
d(ecentemente in futuro) questo Sacramento.
Sia tenuto serrato a chiavi il sacrario.
Sia parimenti approntato più a basso la pietra sacra della Beata
Vergine e di San Giovanni e Nicola per longo riesca più comodo de prima a
celebrarvi sopra et ... pietra sacra ... l’altare di San Bobone.
Datum in visitatione Ecclesiae supradictae die 23 Maii 1648
Ordini per la chiesa della Fossetta:
Sia inserita nella mensa la pietra sacra dell’altare per tutto il
mese prossimo di luglio, aliter suspendetur l’altare sinché sarà esseguito
quest’ordine.
Sopra l’altare sia rimesso il quadro altre volte fermato, affinché
non possi cadere immondizie dal tetto sopra il medesimo mentre il sacerdote …
celebra non mancando di farne uno di legno più grande et accomodato in maniera
che non possa così facilmente levarsi.
Sia provvista una pianeta pavonazza.
Sia rinovato il canone al Messale.
Datum in visitatione Ecclesiae sopradictae Sancti Francisci della
Fossetta die sab 23 Maii 1648
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Fine resoconto visita pastorale
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Miseria dei barcaioli
Provvedimento a favore dei poveri barcaroli del Traghetto della Fossetta
«1651 20 Maggio.
Che per sollevare i poveri barcaroli del traghetto della Fossetta quali vengono gravemente pregiudicati dal continuo abuso introdotto da altri barcaroli, che non sono descritti in quella Fraglia come hanno humilmente appresentato con loro suplicatione, et viene confirmato dalle risposte di Provv.ori di Comun et Signori di Notte Civil, sia commesso a detti magistrati di far rinovar gli ordini e proclami altre volte pubblicati, perché resti espressamente prohibito a cadauna persona et barcarolo sia chi esser voglia il far nollo al detto traghetto della Fossetta, così nell’andare come nel ritorno, non potendo da altri, che dalli stessi soli barcaroli del medemo Traghetto, esser levate persone, né robbe, sotto quelle pene pecuniarie, o corporali, oltre le prescritte, che stimeranno d’aggiongere perché resti pienamente essequia la pubblica volontà ch’è di ovviare il pregiudizio a detti poveri huomini, che ben spesso per tali inconvenienze rimangono privi per molti giorni del proprio alimento et con difficoltà possono contribuire alle pubbliche gravezze, ed in particolare alle obligationi di servir a Corrieri. Dovendo così da Gastaldi di esso Traghetto, che prò tempore saranno, come da ogn’altro Ministro pubblico esser date denontie, ed accettate, bollate le barche...»
Arch. Sta. Ven.; Sen. Terra, reg. 142 c.a 137.
Citato in G. Pavanello, La strada e il traghetto della Fossetta, 1906.
VISITA PASTORALE DEL 2 MAGGIO 1659
Il vescovo Giovanni
Antonio Lupi tornò per la seconda volta in visita pastorale a Croce undici anni
dopo la prima, il 2 maggio 1659. Era parroco don Bartolomeo Cabulano. Durante la giornata il
vescovo era stato in visita a “Lossono” (Losson).
Proseguendo la sua visita, giunse di sera alla
Villa di Croce di Piave, e fu ricevuto da Bartomeo Cabulano, pievano di
quella.
2 maggio, dunque Venerdì, 1659
La mattina
l’illustrissimo e reverendissimo signor vescovo fu solennemente introdotto
nella medesima chiesa di Croce di Piave, nella quale, assolte prima le
preghiere per i defunti, ascoltò molti in Confessione, ai quali distribuì poi
anche la comunione; il santo sacramento dell’Eucaristia fu esposto
all’adorazione dei fedeli ... e celebrò le messe, e finite queste tenne
anche il sacramento della cresima davanti al popolo.
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Prosequendo vero visitationem pervenit in sero ad Villam Crucis
Plavis, et fuit receptus ab Bartholomeo Cabulano illius Plebano
Die 2 mensis maii nempe
Veneris 1659
Mane illustrissimus et Reverendissum Dominus Episcopus fuit
solemniter introductus in eandem Ecclesiam Crucis Plavis, in qua persolutis
prius precibus pro defunctis audivit multos in Confessionem, quibus etiam
Sacram praebuit comunionem; sanctum Eucharistiae sacramentum fuit adorationi
fidelium expositum pro instantibus per... ordine ..... eas, et celebravit
missas, hisce absolutis tenuit etiam sacramentum confirmationis coram populo.
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Comparuit Ioannes Maria Bevilaqua di Croce, qui examinatus ...
Pro quod non … habeat… hac Ecclesia.
Io son Gastaldo della scuola di San Mattio, et si fanno doi
ogn’anno per balotatione et si chiama la compagnia dei morti, con la quale si
va a levare li morti et si fanno dir tre messe, che si sodisfano con le
elemosine dei fratelli co luminarie dando li masieri una quarta di formento con
… 36 coli prisnenti (?) 4:6 et se li da un pan per uno da san Mattio di soldi
20, co resto si comprano cere, vi è la cassela con tre chiavi una de queste
tien il nostro Pievano; (vi son) doi chiavi i massari ultimi, et si procura a
che questi … tal fine (?)
Interrogatus de moribus Reverendi Plebani respondit in omnibus recte
Quibus ...
Antonius Montagner de Cruce qui examinatus, ...
Io son masaro
della scola della Beata Vergine, qual non ha entrada solo le luminarie dei
fratelli che sono sedici soldi co’ quali si mantien la lampada et le cere per
l’altare, et anco ... la chiesa. Siamo doi che la governiamo et ogni doi anni si
muta; et si fanno ... n.° 16 messe per cadaun fratello. Deinde si fa un
anniversario solo all’anno di 12 messe; li dinari stano sotto due chiavi .......
Quibus
Comparuit Reverendus Dominus Bartholomeus
Cabulanus Plebanus Crucis Plavis qui examinatus, et Interrogatus Respondit
De titulo suae Ecclesiae?
Respondit Il titolo
è santa Croce di Croce di Piave, è pieve et per me stesso ... , se ben non ho
chiese sotto di me, se non quella della fossetta ...
[4 righe da decifrare]
De ecclesiis ...
R. Vi è Chiesa che
ho detto della fossetta, nella quale si celebra messa le feste per comodo di
quelli del luogo, et altri passeggieri, et … sodisfare … et delli barcaroli
essendo ivi traghetti et questi mantengono un prete, qual dice messa anco li
giorni feriali ma non è che ... alle Communioni però vengono a riconoscer la
Chiesa. Non vi sono altre Chiese, né Oratori.
Interrogatus
Respondit Vi è un prete Lorenzo Mal… da Barbarana del quale non ho sentito
alcuno scandalo.
Interrogatus De n°
animarum. Da Communione ho anime n° 330 et tutti sono confessati, eccetto
alcuni dell’...
N° picoli 300.
Interrogatus ... ...
et male viventes ...? Respondit non vi sono persone cattive. De redditibus Beneficii Respondit
questo beneficio mi
rende in questi anni ducati 300 dai campi quali facio lavorare da persone.
Interrogatus
Respondit la messa si dice a doi hore in circa di sole [= corrisponde più o meno alle otto], et per quello si ... a
hora quando comoda a tutti.
Interrogatus De confraternitatibus Respondit Vi è quella del Santissimo, della Beata Vergine et
di San Mattio per li morti, co... sono ben governate d... volendosi che le cose
camminino bene. Nel resto non mi ingerisco, tutti si mantengono di elemosine,
non havendo fabrica.
Interrogatus de Doctrina Cristiana Respondit la Dottrina la insegno secondo ...
Interrogatus Respondit Qui non si predica ...
Interrogatus Respondit Io non so che ricordare parendomi che il tutto fassi bene.
Quibus
Comparuit Blasius Vicentinus di ... annis de Crucis Plavis,
qui examinatus et opportune Interrogatus Respondit.
Io son massaro della
Scola del Santissimo Sacramento io ho un mio compito et vi sono anco sei altri
consiglierico quali si ... di spendere per la Chiesa.
Interrogatus
Respondit Non ha entrada solo l’elemosine et volontarie oblationi dei fedeli
qual danno ...16 l’anno et ... spendono in quello bisogna al detto altare suo.
... et quando ... ho
fatto tre chiavi, tenendone una ... Pievano, qual fa il debito suo, non sapiamo
che ricordar.
Quibus
|
Lo stesso giorno, dopo il pranzo
L’Illustrissimo
Vescovo 8(?) fece di nuovo ingresso in chiesa e visitò l’altare maggiore e tutti gli altri altari,
visitò il battistero, il sacrario, gli oli santi e tutte le cose da vedere vide e visitò,
rilasciando i seguenti ordini.
|
Dicta die post prandium
Illustrissimus
Episcopus 8(?) ingressus eandem Ecclesiam Crucis et visitavit Altare maius et
omnia alia altaria, vidit Baptisterium, sacrarium, olea sancta et alia videnda
vidit et visitavit relaxando sequentes ordines.
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Ordini per la Chiesa di Croce
Sia ... sopra lo altar maggior con Crocifisso.
Sia all’altar grande
provvisto di pietra sacra, come alli altri altari ove le pietre per la loro
antichità et forma impropria si sono sos...
La pietra dell’altar
di San Buovo sia trata più avantisulla mensa per più sicurezza di celebrar
sopra quella. Sia il Baptisterio perforato dalla parte ove cade l’aqua gietata
sopra il Baptizzato acciò così per il piedestallo si sperdi nel sacrario.
Il medesimo sia
provisto d’una calletta d’argento. Il sacrario sia tenuto serrato a chiave. Sia
fatta una Borsa pavonazza per il vasetto dell’olio santo.
Sia provisto in
buona maniera alli ingressi del cemeterio acciò animali di pa... non possino
passare sopra a pascolare.
Data in visitatione ecclesiae Crucis plavis die dicta 2 Maii 1659
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Fine resoconto visita pastorale
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Il
Gran Taglio della Piave, iniziato nel 1642, si avviava a conclusione: a testimoniare la grandezza
dell’opera e tutta la durezza del lavoro richiesto basta osservare che il
rettifilo di 6 chilometri, con l’alveo di 200 metri circa di ampiezza, fu
eseguito tutto a mano dai “badilanti” che con “sitta e cariola” ne aprirono la
cunetta, larga circa 100 metri, e trasportarono il materiale d’escavo a formare
le opposte arginature.
I lavori furono completati nel 1664, con la costruzione dell’occlusione
(“Intestadura”) a Musile che consentì di
far defluire la Piave nel suo nuovo alveo, da Musile al canale Cin a
Cortellazzo. Da subito il Piave cominciò ad allagare la zona assegnatagli, un bacino enorme,
comprendente la maggior parte del territorio odierno del Comune di Eraclea e
parte di quelli di Torre di Mosto e Caorle. Già l’anno dopo s’era formato
(1665) il Lago della Piave,
che richiese dei lavori aggiuntivi, necessari per ovviare a tutta una serie di
problemi. In particolare gli arzerini si rivelarono insufficienti a contenere
le acque. (Si verificarono ben 43 rotte fra il 1578 ed il 1683).
Le notizie su
terremoti, carestie, pestilenze e gelate sono ricavate da MARCHESINl G., Annali
di Sacile, 1383, 1400; BELLIS E., Annali opitergini, 1084, 1302,
1314, 1319, 1361, 1372, 1382; BATTISTELLA A., La Repubblica di Venezia ne'
suoi 11 secoli di storia, 1226; ROMANlN S., Storia documentata di
Venezia, 860, 1172, 1269, 1285, 1347, 1390; VERCl G.B., Storia della
Marca Trivigiana, 1234, 1269, 1276, 1287, 1301, 1340, 1348, 1359, 1364,
1372; PLATEO T., Il territorio di San Donà nell'agro di Eraclea, 820,
1110, 1117, 1128, 1304, 1317, 1318, 1330, 1343, 1368, 1382.
Per una trattazione completa dell’argomento vedi
CARLO DARIOL - Storia di Croce Vol. I - IL PAESE DELL'INVENZIONE
dalle origini all’arrivo di Don Natale (1897), Edizioni del Cubo
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