Il soffito della navata sinistra
Eucaristia, cuore della comunità
(di Beppe Vianello Saretta)
Fu inaugurato il 14 settembre 2013, festa dell’Esaltazione della Croce
(uno delle tre feste legate all’intitolazione della parrocchia di Croce).
Le sue dimensioni sono ragguardevoli: circa 8 metri per 4.
Donato da una parrocchiana che partecipò fin dagli albori
al lungo cammino della N.I.P.(durato dal 1980 al 2002),
il dipinto rappresenta L’Eucarestia, cuore della comunità.
Il dipinto giunse a realizzazione a un decennio dalla celebrazione del Congresso eucaristico (2002),
avvenimento che il dipinto intendeva celebrare.
Travagliato percorso. Non fu un percorso semplice quello che portò alla realizzazione dell’opera:
concepita nelle sue linee generali da don Primo,
furono necessari più incontri tra il parroco medesimo, l’artista e don Luca Vialetto,
responsabile a livello diocesano di tutto quanto riguarda l’arte sacra,
per definire via via con maggior precisione il soggetto dell’opera.
Finalmente, dopo le formalità dell’approvazione della soprintendenza delle Belle Arti di Venezia,
verso la fine dell’inverno 2012-2013, il pittore sandonatese
Beppe Vianello Saretta (pronipote di monsignor Luigi Saretta,
il famoso arciprete di San Donà della prima metà del XX secolo che fu soprannominato il vescovo del Basso Piave), poté iniziare a dipingere alcune parti dell’opera.
"Dal punto di vista realizzativo non è stato semplice - raccontò in seguito Beppe Vianello - anzi è stata una bella sfida:
in particolare per le difficoltà tecniche legate alla prospettiva e alla distanza piuttosto ravvicinata (il soffitto della navata
non è altissimo) dalla quale i fedeli osservano il dipinto."
Una delle difficoltà fu quella di "citare" i personaggi senza che fossero troppo riconoscibili
(a parte i due papi e Madre Teresa di Calcutta);
in particolare le fattezze della committente e dei suoi famigliari furono in vario modo
mascherate per espresso desiderio della Commissione
d’Arte Sacra.
Descrizione dell’opera
Metà inferiore
Data l’orientazione del dipinto, tale parte si trova proprio sopra l’altare della navata sinistra.
In primo piano è La chiesa militante o La chiesa di oggi.
Il gruppo di 12 persone (numero chiaramente simbolico) appare diviso in due gruppi simmetrici:
al gruppo dei 6 a sinistra - che contiene 5 religiosi e un laico - si contrappone il gruppo
dei 6 a destra che contiene invece 5 laici e un religioso.
Laici e religiosi non sono dunque separati, ma creano numericamente una simmetria armonica: religiosi e laici
insieme costituiscono la Chiesa.
Nell’ordine, nella metà di sinistra riconosciamo:
- monsignor Agostino Mistrorigo, vescovo di Treviso dal 1958 al 1989
(figura aggiunta a dipinto già concepito): fu vescovo nel periodo in cui cominciò il lungo percorso della
N.I.P. e incoraggiò
più volte don Primo a perseverare nel suo cammino che incontrò non poche difficoltà; Mistrorigo fu inoltre
il vescovo che cresimò i quattro figli della committente;
- vicino a lui è don Primo Zanatta, parroco di Croce dal 1970 e tuttora in carica (nel 2014): è il parroco che
fortemente volle l’opera intesa a celebrare la conclusione col Congresso Eucaristico del 2002 del lungo percorso
della N.I.P. (1982-2002); il parroco regge in mano il pane dell’Eucarestia;
- quindi è il vescovo Mazzoccato (da poco nominato arcivescovo di Udine al momento
dell’inaugurazione dell’opera); monsignor Mazzoccato era stato
in gioventù allievo di don Primo al Seminario Vescovile di Treviso.
- un pescatore (uno dei figli della committente),
unica figura laica nel gruppo di religiosi, che regge in mano due pesci (nel progetto iniziale reggeva una croce); figurativamente i due pesci risultano
accostati al pane tenuto in mano da don Primo, il pane-Eucarestia che diventa pertanto
anche simbolico dei cinque pani del celeberrimo miracolo
citato nella parte centrale del dipinto;
il pane e i due pesci sono l’offerta dell’intero popolo (religioso e laico) a Gesù.
- papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla), papa dal 1978 al 2005, sotto il cui pontificato si svolse
il lungo cammino della N.I.P.; al momento dell’inaugurazione del dipinto papa Wojtyla era già
stato beatificato ed era in procinto di essere santificato;
- madre Teresa di Calcutta, santa degli ultimi, rappresentativa della santità femminile moderna.
Nella metà di destra:
- il gruppo familiare della committente (una delle prime aderenti
alla lunga marcia della N.I.P.),
costituito dagli altri due figli maschi (il maggiore e il minore) in primo piano, sempre nelle vesti di pescatori; e
dalla figlia e dalla committente medesima (che si regge al melograno, il cui frutto "sanguigno" è simbolo
della passione di Gesù) in secondo piano;
- quindi è il defunto marito della committente, in atteggiamento di preghiera. I suoi toni più sbiaditi stanno a segnalare
che, al momento della realizzazione del dipinto, non era più in vita, essendo morto nel 2010;
- ultimo a destra è Francesco (Jorge Mario Bergoglio), papa da pochi mesi al momento
dell’inaugurazione del dipinto. Probabilmente questo è uno dei primi dipinti
dentro una chiesa in cui compare la figura di papa Bergoglio.
Sopra i due gruppi in primo piano, nella parte alta della metà inferiore,
all’orizzonte del paesaggio, a sinistra
è la chiesa e il paese di Croce, mentre a destra è il popolo dell’antica Galilea riunito intorno a Gesù
in occasione del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La comunità contribuisce con la
propria generosità al miracolo del Cristo. Per esigenze di prospettiva, l’insieme è ripreso di scorcio dal basso.
Per la realizzazione delle sue figure l’artista ha preso ispirazione da alcuni dipinti di Giambattista Tiepolo.
Nelle loro pose si riconoscono alcune posture simmetriche di quelle dei personaggi in primo piano,
a segnare una ulteriore e ideale continuità tra il popolo di Galilea degli anni di Gesù e il popolo cristiano del XXI secolo.
Metà superiore: il trionfo dell’Eucarestia
Il tema è una variazione (e ne riprende stile e impostazione) dell’esaltazione della croce
dipinta sul soffitto del presbiterio. Lì gli angeli fanno corona alla croce,
qui fanno corona all’eucarestia.
IHS sono le iniziali della parola Iesus (la H è in realtà una eta, corrispondente alla nostra E).
Tale simbolo compare anche sulla fronte dell’altare principale.
Il simbolo dell’eucarestia con il trigramma fu introdotto per la prima volta
da san Bernardino da Siena nel Quattrocento.
Il trigramma viene anche interpretato come le iniziali
di Iesus Hemon Soter (= Gesù Nostro Salvatore) o addirittura
di In Hoc Signo (= con questo segno).
Tra gli angeli si riconoscono i volti dei cinque nipoti della committente. All’epoca della realizzazione del dipinto
solo l’ultima dei cinque era una neonata; gli altri avevano età comprese tra gli 11 e i 17 per cui l’artista
si servì di foto della loro infanzia.
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