Capitano OTTORINO TOMBOLAN FAVA
Ottorino Tombolan Fava Ottorino Tombolan Fava ( , - Croce di Piave, 15 giugno 1918)

Capitano, già medaglia di bronzo al valor militare fu ucciso a Croce di Piave lungo la via Emilia, in contrada Cascinelle, Case "Franceschini" (oggi esattamente: Via Emilia n.27/37 case Pivetta/Sgnaolin)

"Sabato 15 giugno 1918. Musile. I primi assalitori varcarono il Piave da sotto le porte del Taglio, dinanzi ad Intestadura, e, contemporaneamente, dalle curve di S. Donà e davanti alle scuole «San Rocco» di Croce, a circa duecento metri dal passaggio a livello. Erano le 2 del mattino. Avvolto e protetto dalla nebbia artificiale, il nemico apparve sulle nostre prime linee e, subito, di sorpresa si è spinto avanti, nelle seconde linee, tentando l'argine di San Marco e le paludi. La difesa italiana fu disperata.
La 7a batteria del 34° reggimento di artiglieria di campagna comandata dal capitano Tombolan Fava Ottorino, già medaglia di bronzo, posizionata lungo la via Emilia a Croce di Piave sostenne per 5 ore il tiro concentrato e preciso delle artiglierie nemiche sulla sua batteria rispondendo efficacemente col fuoco dei suoi pezzi. Al sopraggiungere di reparti di arditi avversari, esaurite le munizioni, si difese valorosamente finché, raggiunto dallo scoppio di una bomba a mano, cadde sull'ultimo pezzo ancora conteso dal nemico. Erano le ore 7. Il nemico ebbe via libera e passò.
"
(
Alba Bozzo, La battaglia del Solstizio, Edizioni del Comune di Fossalta, 1978)

Il passo sopra è stato in parte riveduto e corretto

La motivazione con cui gli fu conferita la
Medaglia d'Oro al valor militare

" Comandante di una delle batterie da campagna più esposte del settore, conscio dell'alto compito d'onore assegnatogli, predisposta ogni cosa per la resistenza, attese sereno il momento dell' attacco. Nell'istante supremo, ricevuto l'ordine della difesa ad ogni costo e assalita la batteria da forze preponderanti, fulgido esempio di cosciente sacrificio, primo fra i primi correndo da pezzo a pezzo per incitare i suoi soldati, prima sparando a zero e poi difendendosi con le bombe a mano e col fucile, assicurò col sacrificio della sua batteria il ripiegamento dei pezzi di medio calibro, impegnando col nemico violenta lotta corpo a corpo finché, colpito da una bomba a mano in pieno petto, cadeva da eroe sul pezzo ultimo rimasto gli, col fucile ancora spianato verso il nemico e col nome d'Italia sulle labbra. - Musile [in realtà Croce di Piave], 15 giugno 1918"


Tombolan Fava morente,
olio su tela di G. Ghini


Il certificato di morte di Ottorino Tombolan Fava

 

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