Medici condotti e levatrici di Croce
Medici di Croce
Antonio Varisco
Medico della condotta consorziata Fossalta-Croce. Fu il medico di Croce nell’ultimo decennio
del secolo XIX e nei primi due decenni del XX.
Raimondo Stocchino
Fu medico della condotta di Croce per soli due anni, dal 1922
(anno in cui fu istituita
dall’amministrazione Zaramella la II condotta comunale - quella di Croce, appunto)
al 1924 (anno in cui la condotta fu soppressa per ragioni economiche).
Sepolto a Croce, sembra che nella sua tomba di famiglia sia stata consevata la salma
di tito Acerbo in attesa di traslazione a Loreto Aprutino
(Cav.) Antonio Arduino
Fu il medico di Croce della IIa condotta, rispristinata nel 1925 in seguito alle
accese proteste crocesi nel 1924.
Era di origini liguri, genovesi per la precisione.
Per lui fu sistemato il palazzo "comunale" di Croce e costruite le scale posteriori che davano accesso
al suo ambulatorio. Era un tipo tondo, tondo, ebbe quattro figli: due figlie, Angelina ed Enviretta le due maggiori e
due gemelli maschi che nacquero nel 1928.
Impegnato nelle associazioni di combattenti e reduci
e poi Sempre in prima linea ale manifestazioni fasciste alle quali partecipava con fare impettito
e orgoglioso, rimane di lui il ricordo di un comico ruzzolone sui sassi durante una parata davanti al Municipio.
La moglie fu segretaria del Fascio femminile.
Giorgio Gaetano (Tano) Rorato
Quando nel 1954 fu ripristinata la II condotta comunale, quella di Croce e Millepertiche,
venne a vivere a Croce, in alcune stanze dell’Agenzia di Cuppini.
Si occupò degli ultimi anni di vita del Cavaliere ex Podestà,
ottenendone riconoscenza eterna e un prezzo di favore per l’acquisto della villa.
Sposò una delle bellezze del paese, la Rosetta Favaretto.
Di scarsa comunicativa e di modi bruschi, nel lungo periodo che fu il medico del paese
lasciò di sé ricordi vari e controversi.
Era anche medico dentista e molti ricordano la fortissima presa della
sua mano sinistra e l’estrazione rapida e sicura che egli operava con le tenaglie
nella destra. Si dice che per errore abbia cavato anche qualche dente sano.
Grazie a una vita morigeratissina si arricchì notevolmente.
Recentemente gli è stata dedicata una via nella nuova urbanizziazione di Via del Bosco,
anche se non si sa bene per quale ragione e su proposta di chi; sono infatti
molti altri i personaggi del paese che avrebbero maggiormente meritato
l’intitolazione di una strada.
Avannti! (a sinistra, un Tano giovane prima di diventare famoso
col suo invito ad entrare in ambulatorio; a destra la sua famosa borsa)
Levatrici di Croce
Sofia Vizzotto in Mascherin
Era nata a Chiarano il 13 febbraio 1884, da Giuseppe e Fortunata Epaminonda.
Sempre a Chiarano il 20 ottobre 1910 sposò Gioacchino Mascherin, figlio di Giacomo
e di Anganello Anna; gli sposi andarono a vivere nel paese del marito, Piavon.
Ebbero sei figli, cinque figlie e fimnalmente un maschio.
Le prime tre figlie nacquero a Piavon: Antonietta (il 30 agosto 1912),
Clorinda (il 16 giugno 1914) e Maria il (12 aprile 1918).
Con delibera di Giunta 1 ottobre 1920 fu nominata dapprima
Levatrice provvisoria di Croce, e si trasferì in paese, non sappiamo se già allora nella casa in via Croce
che in seguito sarebbe diventata della Diana Teso; qui nacquero Bruna (il I marzo 1921) e Dorina (il 22 aprile 1922),
questultima poco dopo il concorso che la vide vincitrice e quindi nominata levatrice titolare
del II Reparto (delibera di Consiglio del 27 marzo 1922).
Nei primi anni accompagnò
il dottor Raimondo Stochino. Quando la II condotta fu soppressa
rimase comunque Levatrice del reparto di Croce.
Il 29 gennaio 1924 nacque il tanto agognato maschio, Bruno.
Quindi, ripristinata la Condotta di Croce, accompagnò il dottor Arduino.
Il 12 ottobre 1927,
REGNANDO S. M. VITTORIO EMANUELE III /
PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE / RE DITALIA,
[...] avanti al Podestà (Giuseppe Argentini) assistito dai Signori Montagner Europeo e Baron Giovanni testimoni idonei
pronunciò il suo
ATTO DI GIURAMENTO:
giuro che sarò fedele al Re ed ai suoi Reali successori; che osserverò lealmente lo Statuto e
le altre leggi dello Stato; che adempierò a tutti gli obblighi del mio ufficio
con diligenza e con zelo per il pubblico bene e nell’interesse dell’Amministrazione, serbando scrupolosamente
il segreto di ufficio e conformando la mia condotta, anche privata, alla dignità dell’impiego.
Giuro che non appartengo e prometto che non apparterrò ad associazioni o partiti la cui attività non si concili coi
doveri di ufficio.
Giuro di adempiere a tutti i miei doveri al solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria.
Morì nel 1930 in seguito a peritonite.
Curti Vittoria in Furlanetto
Nata il 10 novembre 1880, fu levatrice provvisoria subito dopo la morte
della Vizzotto Sofia.
Ma perse il concorso del 1931 vinto dalla Pero Francesca. Sposò Andrea Furlanetto,
fattore di Cuppini e abitò
nella casa dietro villa Cuppini, riservata appunto al fattore.
Il figlio Ernesto è colui che negli anni 60, dopo lo smembramento
della proprietà Gradenigo [= Cuppini], istituì l’EMPORIO AGRICOLO,
poi passato per breve tempo a Lessi e quindi, cambiando sede e
nome, a Piero Cancellier.
Vittoria Curti esercitò la professione di levatrice privata,
non cioè stipendiata dal Comune.
Quando l’ing. Giorgio Cuppini (fondatore dell’ILPA) si dotò di una
Topolino, Ernesto di domenica portava la madre a messa con la topolino per
sollevarla dalla camminata.
Ernesto ebbe due figlie: Morosina (più vecchia), così chiamata in onore della contessa, e
Andreina nella quale rivisse il nome del padre.
Vittoria Curti è morta il 7 novembre 1962
Pero Francesca in Bizzaro (’a siora Pina)
Sembra arrivasse dalla zona di Venezia. Vinse il concorso del 1931 soffiando
il posto alla Vittoria Curti e abitò in via Croce nella casetta (in seguito dei Rosin) a fianco della
falegnameria Buchetti (che in seguito divenne la falegnameria Paludetto).
Personaggio pacioso e allegro, amava talvolta alzare il gomito.
Fuori di casa sua si riunivano nelle sere d’estate le vicine e le ragazze da marito a
spettegolare allegramente e far comarò, sostenute dalla verve de ’a siora Pina.
Cabbia Giulia in Pavan
Giunse in paese e cercò un posto dove abitare. Entrò nel negozio di alimentari
di Ferruccio e chiese al titolare se quache famiglia affittasse una stanza. Passava di là, oppure era lì in
quel momento Marcello Fornasier, che le propose la stanza libera al terzo piano dellaloro casa.
Poco dopo si sposò con Fulvio Pavan, esercitò in paese fino a quando,
le mutate condizioni sanitarie (fine anni Cinquanta, inizio anni Sessanta)
concentrarono le partorienti all’ospedale. È morta nel settembre del 2008
all’età di 79 anni (Raggio ottobre 2008) quindi era nata nel 1929.
Per una trattazione completa dellae vicende dei medici condotti e delle levatrici
nella storia di Croce vedi
CARLO DARIOL - Storia di Croce Vol. I - IL PAESE DELL'INVENZIONE
Edizioni del Cubo, 2020
CARLO DARIOL - Storia di Croce Vol. II - DON NADAL, EL PAROCO DE CROSE
Edizioni del Cubo, 2016
CARLO DARIOL - Storia di Croce Vol. III - IN ATTESA DEI SOTTOPASSI
Edizioni del Cubo, 2025