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Don Michele Pestrin
parroco di Croce e Millepertiche dal 2014 al 2019
La mancanza di vocazioni indusse la Curia ad avviare delle "collaborazioni pastorali".
Nel settembre 2014 le parrocchie "sorelle" (fino al 1940) di Croce e Millepertiche
furono di numovo affidate a un unico pastore, don Michele Pestrin.
Dopo 74 anni (le due parrocchie erano state divise il 31 maggio 1940) le due parrocchie
tornarono perciò ad avere un unico pastore.
Si dice che Don Michele sia un grande tifoso della Juventus.
Diplomato geometra, Michele aveva un bel modo di fare, allegro e disponibile.
La vulgata dice che avesse anche una ‘morosa’, ma quando il Signore chiama gli amori terreni passano in secondo piano.
Si fece notare subito per il suo parlare schietto, senza fronzoli e senza perifrasi.
Quel che doveva dire, col suo linguaggio diretto, don Michele lo diceva.
A differenza di don Primo, che per 44 anni era stato presente in parrocchia e sostanzialmente accessibile
a quasi tutte le ore, don Michele dormiva nella canonica di Musile; dividendosi tra Croce e Millepertiche,
era possibile incontrarlo solo a orari precisi.
Si ritrovò ad amministrare la Parrocchia precipitata da don Primo nel buco nero
del nuovo asilo: tutte le attività e tutte le entrate della parrocchia mai sarebbero bastate a
pagare la cifra necessaria per portare a termine la nuova scuola materna,
una vera cattedrale nel deserto. E così decise di sospendere il cantiere, cosa che gli attirò l'inimicizia di
coloro che quel cantiere (grandioso e inutile) avevano sponsorizzato; e di affidare
l’asilo vecchio alla cooperativa Il Portico.
Sterilizzato in parte il problema del nuovo asilo, don Michele concentrò la sua attenzione sulla catechesi.
Pose fine alla pluridecennale storia del campeggio di Croce, che molti frequentavano
pur non avendo nullo o punto rapporto con la vita religiosa del paese. Ma la Parrocchia non è un ente
organizzatore di attività ludiche, e don Michele agì con saggezza; a nulla valsero le proteste del solito gruppo ridicolo di mamme.
Buffa foto facebook di don Michele in occasione di un carnevale.
Sotto il parroccato di don Michele avvenne la ricognizione (voluta dalla Curia e implementata dalle Diocesi)
dei beni architettonici e artistici della chiesa, curata dal geometra Massimiliano Capiotto.
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