Torna alla pagina degli artisti di Croce

Artisti: pittori

Isabella Ruzzene (1983)

Nata il 7 febbraio 1983, figlia dell’aeroplanino del calcio Orazio e di Sandra, nipote di “Vìssere” Casonato, vive a Croce tutta l’infanzia, che è per lei quella di una bambina vivace e insofferente alle regole. La famiglia si trasferisce a Fossalta.
Frequenta la Scuola di Restauro Edilizio presso l'Istituto Veneto per i Beni Culturali a Venezia, la scuola d'illustrazione 'Stepan Zavrel' a Sarmede, quindi si sposta a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Comincia a lavorare con i materiali più diversi. Le prime sue composizioni sono molto materiche.

Grazie a queste opere si guadagna l’attenzione della Galleria Polin che organizza per lei una prima Mostra Personale dal 3 agosto al 3 settembre 2007: le sue opere vengono appese alle pareti del Ristorante Lido 18 di Piazza Torino, Jesolo (VE). Questo ciò che compare sui volantini d'illustrazione:
"Giovane e promettente artista veneta. Piuttosto prolifica e molto attenta a quanto accade attorno a sè, la Ruzzene ha partecipato a diversi progetti di carattere internazionale che l'hanno portata a far conoscere il proprio estro creativo sulle più differenti scene. Sulle pareti del Lido 18 è stata allestita una mostra che testimonia l'evoluzione più recente del percorso artistico della Ruzzene, risultato delle ultime influenze creative che l'hanno condotta al perfezionamento ulteriore della sua vena.

Poco dopo a Milano - dal 18 dicembre 2007 al 7 gennaio 2008 - viene inserita in Generazioni a confronto - quarta rassegna. Omaggio a Emilio Tadini.

Espone quindi alcune sue opere dal 4 al 24 ottobre 2008 a Treviso, presso la GALLERIA POLIN che continua a credere fortemente in lei e le organizza una MOSTRA PERSONALE

L'intervento critico di Ilaria Simeoni sottolinea come i lavori di Isabella Ruzzene abbiano un

"forte valore espressivo da cui emerge preponderante una matericità ricca di impeto. Le opere sono giocate su colori fondati su una visione anti-naturalistica che evidenziano tratti dei personaggi, caricandoli di una grande emozionalità ed espressività. Ogni figura della Ruzzene ha Innumerevoli storie da raccontare, che non sono svelate in modo apparente, ma vanno colte in ogni particolare materico. Così il fruitore deve andare oltre la superfice per percepire profondi stati d’animo."

Clicca sulla locandina per ammirare un particolare del manifesto.

Sempre sponsorizzata dalla Galleria Polin di Treviso, dal 19 aprile al 3 maggio 2009 Isabella presenta le sue opere polimateriche a Villa Bellini di Somma Lombardo (Varese): Isabella Ruzzene - Metafora di uno sguardo
Questo scrive di lei la critica Ilaria Simeoni:

Nelle opere di Isabella Ruzzene l’umanità diventa protagonista di un viaggio interiore, diventa protagonista attraverso il volto, attraverso ciò che più di ogni altra parte del corpo può esprimere e dettare emozioni all’esterno. I mille volti comuni che incorniciano la nostra quotidianità, vengono a loro volta incorniciati e portati al limite dei loro tratti caratteristici cosi da apparire mostruosi, irriconoscibili, coperti dalle loro stesse maschere, protetti e muti, incapaci di urlare il disprezzo o il terrore che li condiziona giorno dopo giorno. Questi volti comuni vengono esaminati da Isabella attraverso varie fonti reali, schizzi, dipinti, collages o attraverso le fotografie che lei stessa scatta immortalando l’attimo, il frammento di vita o lo sguardo che impresso nella macchina resta pietrificato, immobile e silenzioso. La trasformazione materica di questi volti li segna, li modifica secondo quel che la loro ricerca interiore chiede, i volti scavati e a volte grotteschi stanno cercando la loro giusta espressione per esser ancora una volta fotografati, cercati e capiti, la ricerca interna è quella dell’io, ma soprattutto del modo in cui il loro io dev’essere presentato. Sperimentando materiali e indagando su temi prettamente sociali e psicologici, l’artista raggiunge l’essenza umana, la sua animalità, la non ragionevolezza, l’aggressività o la timidezza, toglie quella maschera che ci portiamo sempre davanti e scava sotto la pelle, per mostrare quel che può essere solo immaginato, quel che di solito è sopito sotto una coltre di superficialità. Il senso di questi volti è il contrario di quello che ci appare immediatamente davanti, queste non sono maschere ma visi che vanno oltre alle apparenze, che non si nascondono più, che hanno perso la parola, che hanno perso la fiducia nella comunicazione, ma che si esprimono magistralmente solo con gli occhi. Occhi trasparenti, occhi di vetro, occhi di plexiglas, surrogati di veri occhi, che guardano, osservano e s’illuminano di energia interna e pensiero, occhi spaventati, occhi abbassati, che caratterizzano tutto il volto, occhi che per tradizione sono specchio dell’anima, occhi che sono metaforicamente gli occhi dell’artista che osserva il mondo, che va oltre alle apparenze, che va oltre al velo che copre tutte le cose e le rende opache e omologate. Tutti questi ritratti interiori sono collegati da un fil rouge, che li rende unici nel panorama artistico contemporaneo, la polimatericità della quale sono composti, la commistione di più materiali, dalla malta al ferro, dai bottoni agli specchi alla sabbia, essi creano superfici tridimensionali, che offrono inusuali esperienze tattili, che danno calore, che aggregano e disgregano e che soprattutto rendono unica ogni opera grazie a materiali peculiari. I materiali e gli stili, con i quali l’artista si esprime sono dei più vari ed eterogenei, l’aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Milano e prima la Scuola di Restauro Edilizio a Venezia le ha consentito di poter conoscere ed utilizzare al meglio la sostanza e renderla parte integrante del suo lavoro e cammino artistico. Il contatto con la materia, con gli intonaci e le malte preparatorie ha dato spessore non solo fisico ma anche formale alle opere, esse vengono personalizzate e sensibilizzate dalla mano dell’artista che le rende uniche e consistenti; oltre alla vista e all’intelletto viene soddisfatto anche il tatto, il lieve piacere sensoriale del tocco dell’opera stessa, di poter accarezzare questi volti scavati, attoniti e reali. Anche le cornici, per tradizione confine fra l’opera d’arte e l’ambiente esterno, in qualche caso cercano di assorbire come delle spugne ciò che gli sta intorno, il poliuretano si gonfia e si espande nell’ambiente quasi per lasciarsi impregnare di voci e sensazioni, non è un confine da temere, è semplicemente una barriera da attraversare per comprendere. Ogni opera correlata della sua cornice mira ad una nuova consapevolezza, ad uno stato di aggregazione/disgregazione che rappresenta l’evoluzione di questa artista, la sua ricerca materica e psicologica, la sua curiosità. Questi volti consapevolmente mirano, alla propaganda sociale, esattamente come i murales messicani degli anni Venti o la tecnica del dripping – gocciolamento - o attraverso sperimentazioni dell’artista stessa. Evoluzione del colore, materia ed energia caratterizzano il suo lavoro, forza espressiva e dettagli che non lasciano nulla al caso, ritratti interiori che fluttuano in sfondi che non riescono a contraddistinguerli. La sua grande capacità è quella di fornirci emozioni e sensazioni leggibili sulla pelle, palesate dai rilievi e dagli occhi, volti che soffrono senza poter dire una parola, racconti di vita muti, sentimenti esasperati… Ironico e tagliente è il titolo di una delle opere esposte : “Soffri in silenzio, per favore”, urlo silenzioso, chiuso in una teca, azzittito dal cortese per favore di una società che non ha voglia di sentire il dolore altrui, perché troppo concentrata ad ascoltare i rumori di fondo che riempiono senza lasciare traccia del loro passaggio.

A Venezia, in Eventi critici l'8 giugno 2009 presenta

Pensiero elettrico (opera n.°2406)


Questa triade proposta da Isabella Ruzzene è piena d’energia e sperimentazione, la ricercatezza dei materiali che rendono ogni parte dell’opera unica nel suo genere rende ancora più interessante il binomio arte ed elettricità. Ogni cellula del nostro corpo ha una carica elettrica pari a più o meno 70 millivolt. Basta davvero poco per raggiungere il voltaggio di una normalissima pila da 1,5 volt (1500millivolt). Noi siamo un potenziale elettrico enorme, il corpo umano è infatti formato da circa 100.000 miliardi di cellule di cui 100 miliardi sono cellule nervose. Ogni pensiero, emozione, movimento, genera quindi un potenziale elettrico elevato, ma anche un'onda di energia, una vibrazione, invisibile ma tuttavia assolutamente reale che viene rappresentata materialmente dal filo di luce che collega le tre opere e che illumina gli occhi dei visi ritratti. La potenza di questa carica elettrica si differenzia in potenza proponendo quindi sguardi più o meno intensi, legati alla carica di vibrazione che rappresentano. La linea di alta tensione che viene materializzata e che fa da fonte per le opere, unisce i ritratti che a loro volta specificano tre diversi momenti dell’uomo, essi cambiano a seconda di quanto l’uomo attinge ed investe su se stesso, dal Pensiero attivo si passa ai Processi istintuali per terminare col Sentimento, la tensione e la luce sono inversamente proporzionali, quasi a partire dalla ragionevolezza per arrivare a ciò che di ragionevole non ha nulla, il sentimento appunto, con un’illuminazione inferiore rispetto alle altre, solo un Led di fatto fa brillare di rosso gli occhi appassionati dell’ultima creazione, mentre al contrario il pensiero attivo riceve luce da tre led e i Processi istintuali da due led. La luce degli occhi dettata dai led fa si che venga sottolineata la loro potenza e intensità, la scelta intenzionale della luce e della peculiarità di significato delle singole opere deriva dalle molteplici variabili che possono prendere le vibrazioni umane, la così detta Vivificazione si esprime e si espande per chilometri esattamente come la linea di alta tensione che illumina il Paese intero. Le riflessioni sull’io e la società proposte da Isabella Ruzzene, portano a comprendere come sia ancora possibile vedere l’energia che, continuamente in movimento, da nuova linfa all’essere umano. Il paragone uomo, energia, vibrazione e la metafora dell’arte elettrica sono certamente coerenti col Premio Terna, e precisano la necessità di energia attraverso l’arte pittorica, scultorea considerando i materiali e la componente fisica nelle opere, attraverso la letteratura, la sociologia e la società sempre meno interessata a conoscere profondamente e abituata alla superficialità del quotidiano. Anche le cornici, per tradizione confine fra l’opera d’arte e l’ambiente esterno, in qualche caso cercano di assorbire come delle spugne ciò che gli sta intorno, il poliuretano si gonfia e si espande nell’ambiente quasi per lasciarsi impregnare di voci e sensazioni, non è un confine da temere, è semplicemente una barriera da attraversare per comprendere. Ogni opera correlata della sua cornice mira ad una nuova consapevolezza, ad uno stato di aggregazione/disgregazione che rappresenta l’evoluzione di questa artista, la sua ricerca materica, sociale e psicologica, la sua curiosità.

Dice Isabella della propria opera: L’uomo è un potenziale elettrico enorme, ogni pensiero, emozione, movimento, genera un potenziale elettrico elevato, ma anche un’onda di energia, una vibrazione invisibile ma assolutamente reale che viene rappresentata materialmente dal filo di luce che collega le tre opere e che illumina più o meno intensamente gli occhi dei visi ritratti. Il paragone uomo, energia, vibrazione e la metafora dell’arte elettrica precisano la necessità di energia attraverso l’arte pittorica/scultorea attraverso la società sempre meno interessata a conoscere profondamente gli altri e abituata alla superficialità del quotidiano.

Altra mostra organizzata dalla Galleria Polin è la Personale dal titolo, “Shock in my Town”, presso il Palazzo del Turismo di Jesolo, introdotta dall’intervento critico di Andrea Diprè; dura dall’11 luglio al 19 Luglio 2010.


Opera 285 Senza titolo - tecnica mista 92x126
Opera 288 Senza titolo - tecnica mista 90x122


Opera 290 Senza titolo - tecnica mista 95x130
Opera 314 Senza titolo - tecnica mista 90x122

Il 10 MAGGIO 2013, un venerdì, alla New York Contemporary Art Biennal è la sua sessione: MAY SESSION - NYBA 2013 - ISABELLA RUZZENE





Clicca sulle opere per ingrandirle.
Clicca QUI per andare al sito newyorkese.

Torna alla pagina iniziale di Croce Torna alla pagina degli artisti