Promozione in II categoriaEra un pomeriggio di maggio e circa 600 persone affollavano lo stadio di Cessalto, designato quale campo neutro per lo spareggio. La squadra di Croce si era classificata seconda nel campionato 1987-1988, guadagnandosi il diritto allo spareggio. Più di metà del pubblico veniva da Croce. “La Sagittaria” di Concordia Sagittaria, squadra seconda classificata del girone sandonatese, era l’ultimo ostacolo che divideva il Croce dalla storia... di Croce. Come accade spesso negli spareggi, non fu una bella gara. La tensione fuori e dentro il campo toglieva lucidità in fase di attacco e difesa a entrambe le squadre. Solo un grandioso Claudio Forcolin (portiere) si distinse su tutti. Infatti seppe neutralizzare le uniche due azioni da gol veramente pericolose create dagli avversari. La partita finì 0-0. I tempi supplementari scorsero via lenti e senza scossoni, lasciando alla lotteria dei rigori l’ultimo verdetto. Se durante la gara la tensione era stata elevatissima, provate a immaginare quello che poteva essere l’atmosfera durante i tiri dal dischetto. Espressioni di rabbia e scoramento per i calci di rigore sbagliati dai nostri o realizzati dagli avversari si contrapponevano a euforico entusiasmo e liberazione quando accadeva il contrario. Ne furono tirati ben sette per parte, fino a quando il numero 7 de La Sagittaria calciò la sfera oltre la traversa. Fu l’apoteosi, fu gioia e furono lacrime, e come direbbe De Andrè furono carezze e furono sorrisi: tutto si mescolava (con i fordalisi) in una gran festa sugli spalti e sul campo. I festeggiamenti erano cominciati e tutti in corteo, proprio come i tifosi nella domenica dello scudetto, si radunarono nel paese a celebrare con i ragazzi la storica vittoria. Riparte la lunga marcia della N.i.p.Nel 1988 partì quindi la seconda fase del Progetto pastorale «Verso una Nuova Immagine di Parrocchia» centrato sull’evangelizzazione. Lo scopo era di offrire al Popolo riunito nelle Piccole Comunità una prima evangelizzazione di tipo pre-catecumenale per fedeli già battezzati ma poco informati sulle principali verità della fede cristiana. Furono stati scelti 3 temi con scadenza biennale: ‘La Bibbia, Parola di Dio per la vita quotidiana’, ‘La fede come esperienza di vita da professare pubblicamente’, ‘Gesù, unico Maestro e Modello di vita’. Un altro sedicenneIl giorno della Festa dei Morti di quel 1988, Ivan Cancellier,
con la sua moto da strada andò ad incocciare davanti al cimitero
contro il fuoristrada di Manlio (‘Manlieto’) Bergamo in manovra.
L’ennesimo sedicenne immolato sulla strada.
11 giugno 1989: nuove campaneLe vecchie campane, procurate dal Governo nel 1922 a risarcimento dei danni
di guerra e fuse con materiale di recupero, dopo sessant’anni di servizio,
davano segni di stanchezza: spezzata era la mezzana, stonata la piccola.
Cosa fare? Rifarle nuove e spedere una grossa cifra o mettere un disco?
Si discusse molto in parrocchia, quindi fu recapitato un questionario
a tutte le famiglie. Ritornarono 436 risposte, che furono lette in assemblea:
252 famiglie erano del parere di rifarle nuove, 97 di riparare le due rotte,
87 le incerte. Si interpellarono più ditte e la Colbacchini di Padova
fece l’offerta più favorevole: 50 milioni di lire. Fu immediatamente
eletto un comitato al quale fu affidato il compito di contattare tutte
le famiglie. Soldi che stentavano ad uscire per qualunque iniziativa
uscirono copiosi per le campane nuove in due settimane.
Domenica 11 giugno 1989 il vescovo monsignor Antonio Mistrorigo venne a benedirle, fu fatta gran festa in Oratorio con la partecipazione della corale dei piccoli di Caposile, davanti alle tre campane riprodotte con il pane da Sante Amadio, fornaio di Millepertiche ma nativo di Croce. Walter Persico consacrato sacerdoteSabato 24 giugno 1989 nella chiesa di Croce Walter Persico venne consacrato Sacerdote Somasco da Monsignor Afredo Bruniera. Il giorno successivo, domenica 25, celebrò la sua prima messa in paese, rivolgendosi particolarmente ai giovani. Retrocessione in IIIa categoriaLa squadra fu vittima di un vero e proprio sbandamento sul finire del campionato 88-89.
Il Croce riuscì a perdere in casa con il Quarto d’Altino, ormai già retrocesso, l’ultima gara di campionato che
lo avrebbe visto salvo anche solo pareggiando; e poi perse anche lo spareggio.
Nuova via Crucis in chiesaIl 18 febbraio 1992 don Primo fece spostare la lapide relativa alla consacrazione della chiesa affissa al muro di destra (entrando) tra i due altari (Sacro Cuore e del Carmine) per collocare la nuova Via Crucis che aveva commissionato al professor Franco Verri, un sacerdote con la passione della pittura. I quadri su tela riproponevano le 14 stazioni del percorso doloroso di Gesù così come stabilite da papa Giovanni Paolo II. La qualità dell’opera non era eccelsa, ma ricalcava il gusto di don Primo per un certo tipo di disegno ingenuo. La visita pastorale del 2-5 aprile 19922-5 aprile 1992: Visita Pastorale del vescovo Magnani.
Un grande dipinto sul soffitto della chiesaEntusiasta della Via Crucis, don Primo era riuscito a trovare i soldi (la Provvidenza, sotto forma di donatrice) per commissionare al professor Verri anche una seconda opera, un grande dipinto da installare sul soffitto. Soggetto doveva essere l’Invenzione e l’esaltazione della Croce di Gesù, temi che erano già stati toccati il secondo nella volta del presbiterio e il primo nella vecchia pala d’altare fatta spostare da don Ferruccio per far posto al crocifisso di padre Giorgio Lorenzon e che si dibatté a lungo se far tornare al suo posto. Con la nuova opera, un grande rettangolo formato da quattro pannelli a pittura continua (che non nascondeva però le giustapposizioni), iniziato e concluso da due lunotti semicircolari in bianconero rappresentanti “Il serpente di bronzo di Mosè” e “Dio che consegna all’uomo l’albero della vita”, simboli della Croce, il soffitto della chiesa diventava una irrinunciabile tentazione cui rivolgere gli occhi durante le prediche troppo lunghe.
Il 15 gennaio 1994 Francesco Ormenese, il secondogenito di Romeo che lavorava sugli anodizzati, morì di tumore a neanche 38 anni (era nato il 21 aprile 1956). Il suo congedo dal mondo fu straziante perché Francesco sapeva di dover morire. Intanto la seconda tappa della N.I.P. si concludeva con la celebrazione del Sinodo Parrocchiale tenuto dal 13 al 17 marzo 1994, dove il Popolo di Dio, racconta don Primo “convocato per ‘Scegliere Cristo’, ha sottoscritto i 5 testi sinodali sui seguenti temi: ‘Gli ultimi’, ‘I giovani’, ‘La famiglia’, ‘La convivenza sociale’ e ‘I Piccoli Gruppi’. È stato un evento storico nuovo: il Popolo di Dio ha preso parola, ha riflettuto senza ricorrere agli ‘esperti’ sui 5 temi sinodali, ha preso in mano e scelto la strada della storia della propria salvezza”. Partì quindi la terza tappa del Progetto N.I.P. “il catecumenato di Popolo”, durante il quale, per altri 8 anni, alla gente riunita nei Piccoli Gruppi, sarebbe stata offerta una catechesi più approfondita, di tipo catecumenale: catechesi incentrata per due anni sulla Chiesa, un anno sul Battesimo, uno sui Sacramenti dello Spirito: Cresima, Ordine, Matrimonio, uno sulla Riconciliazione e Unzione degli Infermi e tre sulla Messa, trovandosi in sintonia con la preparazione ecclesiale al Giubileo del 2000. Il 7 luglio 1997 si schiantava col suo camion Gino Criveller (nato il 17 agosto 1941). La tappa, preparata dalla Missione al Popolo tenuta dai Padri del Cuore Immacolato di Maria nell’anno 2000 e dalla celebrazione del Sinodo diocesano nel 2001, si concluse con la celebrazione del Congresso Eucaristico Parrocchiale dal 13 al 27 ottobre 2002. Si trattò, scrisse Don Primo, dell’avvenimento più importante nella storia della nostra comunità; ora si può dire che: è stato recepito il Progetto Conciliare di Chiesa; si è riscoperta l’Eucaristia come ‘centro e culmine di tutta la vita cristiana’; si è preso coscienza della vocazione missionaria della chiesa. La comunità ha dimostrato di essere in grado di scegliere il proprio cammino pastorale, restando sempre in sintonia con la pastorale della diocesi. Il futuro cammino sarà orientato al superamento di quello che è sembrato essere il problema fondamentale: la discontinuità tra fede e vita, e arrivare a “Celebrare ciò che si vive e vivere ciò che si celebra”, nella convinzione che tutto deve portare all’Eucaristia e tutto deve partire dall’Eucaristia. Spostamento del monumento ai caduti
In seguito alla sistemazione e pavimentazione della Piazza Tito Acerbo, il monumento ai caduti della I Guerra Mondiale fu spostato il 2 ottobre 2001 (per pura coincidenza esattamente 74 anni dopo che era stato inaugurato) dalla posizione originaria (con la costruzione delle case operaie e della casa-panificio dei Longato aveva finito per ritrovarsi in un angolo della piazza) al centro della attuale ridotta Piazza Acerbo. Durante il trasferimento andarono perdute le malmesse catene e le colonnine dell’arredo originario. Eguale ripulitura toccò al cippo che ricorda il Capitano Tito Acerbo, che fu anche illuminato con lampade da pavimento, e furono ricostruite alcune lettere cadute. (Clicca QUI per la pagina monografica sul monumento) L’antica Casa Lezze demolita
Nel 2003, ormai distrutta da un incendio letterario, acquistata da Gioni Granzotto, l’antica Ca’ da Lezze (divenuta famosa coma Casa Antoniazzi nel XIX secolo, abitata dagli Sgnaolin e poi usata come deposito dalla famiglia Pivetta) viene demolita. Non verrà più ricostruita come prima: un ufficio tecnico comunale compiacente darà il benestare perché venga ricostruita in una forma vagamente rassomigliante a quella storica. Rogo della Uno rossaIl 29 aprile 2004 la macchina di Gianni Cancellier andò misteriosamente a fuoco. Dalla finestra di casa Fornasier, Gianni era in attesa e in postazione e fotografò l’autore (pare sia uno sfegatato milanista berlusconiano).
Festa dell’AlleanzaNel 2004 fu realizzata la Prima Festa dell’Alleanza tra le due contrade di Croce e Ca’ Malipiero, le due contrade sorelle all’interno del Comune di Musile. La festa era stata un’idea di Nicola Paludetto, capitano della Contrada di Croce, che tentava così di riunire le due “chiese” da sempre estranee della Parrocchia e del Circolo Anziani, presso il quale gravitavano i partecipanti alla Contrada. La chiesa risultò addobbata di simboli e coccarde, la metà di destra era tutta biancazzura, la metà di sinistra era tutta gialloverde. Per l’occasione erano stati collocati, all’interno dei due riquadri da sempre rimasti vuoti sopra le porte di accesso alle navate, due quadri delle pittrice di Meolo Ivana Panizzo. I due dipinti, nello stile caro a don Primo, rappresentano “Mosè che si accosta al roveto ardente” (quello di sinistra, cioè dalla parte dell’ambone da dove Dio continua a parlare al popolo riunito nella messa)
e “Il buon pastore che invia nel mondo gli apostoli a predicare il suo vangelo” (a destra, e le figure sono orientate verso la porta di uscita a indicare l’uscita verso il mondo).
La simbologia era stata minuziosamente elaborata da don Primo che lavorò in quell’occasione a stretto contatto con Paolo Luisetto, gastaldo della Contrada di Croce e promotore dell’iniziativa, il quale il giorno della festa salì all’altare per leggere il giuramento di sportività. Nel dicembre 2004 il Campanile fu ripulito (questa volta la manutenzione fu fatta senza impalcature bensì con l’intervento di un’autogru dotata di lunghissimo braccio); nell’occasione, fu rifatto l’impianto parafulmine (con doppio collegamento a terra) e sostituita la croce del 1965. Ora la punta della croce (alta 170 centimetri) raggiungeva l’altezza di 51-52 metri. Nel 2006 tornò Adriano come diacono a Croce. Il 21 e il 22 giugno 2008, in occasione delle celebrazioni
del novantesimo della Battaglia del Solstizio (QUI la pagina monografica)
arrivarono a Croce i fanti della Sassari. Per l’occasione furono ripuliti i due monumenti
ai Caduti e a Tito Acerbo e installati due cippi realizzati con pietre di Sardegna,
uno vicino alla colonna di Tito Acerbo, l’altro, dedicato alla medaglia d’argento
Emilio Lussu (l’autore de “Un anno sull’altipiano”, e soprattutto
di “Marcia su Roma e dintorni”, comandante del …… corpo del 151° reggimento della Brigata Sassari)
alla fine della recinzione del cimitero, il posto pubblico di passaggio
più vicino al luogo dove il tenente s’era distinto in un’azione di guerra.
Inaugurazione dei sottopassiDopo esser riusciti a trovare una data che andasse bene a tutti (sindaco onorevole, presidente
della Provincia, assessore regionale ai lavori pubblici) finalmente lunedì 20 ottobre 2008 furono
inaugurati i due sottopassi di via Bosco e dell’Argine San Marco (i sottopassi erano pronti da un mese).
Aveva fine la storica divisione in due di Croce di Piave. La ferrovia (del 1884), ma soprattutto le sbarre chiuse avevano
segnato gli ultimi cinquant’anni di storia paesana. E se gli automobilisti avevano per anni reagito stizziti
alla vista delle sbasse che si abbassavano, ciclisti a pedali o a motore erano passati sotto.
La storia del paese annoverava le sue disgrazie sui binari: tutti passavano sotto le sbarre chiuse, e così fece
anche Piero Rossetto, ma lui era sordo e non sentì il treno arrivare e andò sotto il treno.
Per una trattazione completa della storia di Croce
dal 1955 al 2008
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