Le Scuole di San Rocco

La zona delle scuole di San Rocco di Croce è quella corrispondente all'Argine San Marco, al confine con la frazione di Musile, li dove si ergeva un tempo l’Oratorio Zanetti-Giusti. Dedicato alla Vergine dei 7 dolori (Madonna Addolorata), l’Oratorio si trovava lungo l’argine San Marco, nei terreni che erano appunto proprietà dei nobili Zanetti-Giusti, presso il confine attuale della parrocchia.

Tali terreni furono lasciati in eredità alla veneziana Scuola di San Rocco, dalla quale avrebbe poi preso il nome tutta la zona

Ma facciamo un passo indietro.
La grande rotta del 1924 che aveva portato via mezzo argine e lasciato la chiesa di Croce quasi sguarnita di protezione dal Piave aveva costretto i crocesi a costruire una nuova chiesa altrove. (Vedi QUI la storia).

Le pière della vecchia chiesa finirono sulla nuova (l'attuale), per cui, cava che ti cava, da un momento all’altro si rese necessaria una nuova chiesa provvisoria. Fu scelto l’Oratorio Giusti, di proprietà di Antonia Giusti e Antonio Zanetti Giusti, lungo l’argine di San Marco, al confine col Musil.
Lo ricorda una coppia di lapidi ottagonali ancora esistenti che furono salvate una sessantina d’anni fa dal signor Dal Ben, che le recuperò da un angolo di rudere ch’era ciò che rimaneva del muro dell'antica costruzione.
Tali lapidi, delle dimensioni di 69x86, registrano l’inizio e la fine della supplenza esercitata dall'oratorio dal 1726 al 1727 in occasione della ricostruzione della chiesa parrocchiale.


(devo queste foto a Gianni Cancellier)

La prima lapide riporta la scritta

D.O.M.
DUM SACRAE PARROCCHIALIBUS DIRUPTIS
NOVAE SUFFICIUNTUR AEDES
CHRISTUM HIC HOSPITEM LAETI SUSCEPERUNT
ANTONIA GIUSTI NEC NON ANTONIUS ZANETTI GIUSTI
DIE XVII FEBRUARI ANNI MDCCXXVI

Si può tradurre così:
A Dio Ottimo Massimo.  Mentre alla distrutta la parrocchiale si sostituisce un nuovo tempio, qui con gioia accolsero Cristo ospite Antonia Giusti e Antonio Zannetti Giusti. 17 febbraio 1726.

L’oratorio Giusti continuò a fungere da chiesa provvisoria per un anno, otto mesi e dieci giorni, cioè fino al 26 ottobre 1727, come ricorda una seconda lapide (sempre ottagonale) posta accanto alla prima:

D.O.M.
ECCLESIA PAROCHIALI IAM EXTRUCTA,
COELESTIS HOSPITIS,
QUEM ALACRI ET DEVOTO OBSEQUIO DETINUERANT
PER ANNUM UNUM, MENSES OCTO, DIES DECEM
SUMMO ANIMI MOERORE OBSESSUM COMITARUNT
DIE XXVI OCTOBRIS ANNI MDCCXXVII

che può tradursi così:
A Dio Ottimo Massimo. Già ricostruita la chiesa parrocchiale, accompagnarono la partenza del celeste ospite che con alacre e devoto ossequio avevano trattenuto per un anno, otto mesi, dieci giorni. 26 ottobre 1727.

Si noti che l’anno della prima lapide è contato secondo la regola ecclesiastica e non secondo l’anno veneziano, che avrebbe dovuto essere conteggiato fino a febbraio come anno 1725. Che l’anno debba intendersi secondo il conteggio attuale e non secondo quello in uso nella Serenissima (il cui anno terminava a febbraio) lo si desume dal conteggio dei giorni riportato nella seconda lapide.

Si presti attenzione al NEC NON della prima lapide, il quale sottintende che, quando il "celeste ospite" fu accompagnato nell'Oratorio Zanetti-Giusti, il signor Antonio Giusti... era già morto. Ne abbiamo conferma dal resoconto della

Visita pastorale del 1745

Il fu Illustrissimo Signor Antonio Giusti con suo Testamento fatto li 30 Decembre 1723, e publicato seguita che fu la sua morte nel giorno 30 Novembre 1724 lascia un Legato annuo di grazie dieci di ducati dieci correnti l’una da estraersi nel giorno della Sagra del di lui publico Oratorio dalle Figlie di questa Villa che frequentino la Dottrina Christiana, quali grazie abbino ad esser pagate dalla Scuola di S. Rocco di Veneziacon la vendita delli Beni da lui aquistati nelle Ville di Croce e Musile, con questa condizione però, che tale Legato non abbia ad effettuarsi che doppo la morte delli Illustrissimi Signori Antonio Zannetti Giusti ed Antonia Squarzieri Giusti, tempo nel quale doverà entrare la di lui Commissaria nella sopradetta Scuola.

Visita pastorale del 5 maggio 1754

L’Illustrissimo e Reverendissimo D.D. Vescovo, arrivato alla chiesa parrocchiale di Croce di Piave fu accolto con tutto il suo seguito nella casa dei nobili homini Foscari nella quale pernottò e di lì inviò l’Illustrissimo canonico visitatore a visitare gli oratori pubblici e privati della stessa parrocchia esistenti e per primo visitò l’oratorio pubblico dedicato alla Santissima Trinità ad uso del signor Antonio Giusti, veneto, e ora della Scuola di San Rocco di Venezia e vide l’altare marmoreo con la mensa anch’essa di marmo, e molto bella, e approvò. Visitò nella custodia marmorea superiore la reliquia della Santissima Croce riposta in un ostensorio d’argento a forma di croce, e diede ordini.

Un documento interessante del 1758, giacente presso l’Archivio di Stato di Venezia, è l’affittanza da parte della Scuola Grande di S. Rocco a certo Giacomo Soldi di un terreno di 567 campi con l’inclusione dell’Oratorio Giusti. Colpisce l’enumerazione di oggetti, di attrezzi di lavoro, di stoviglie. Vi si legge un nome di un sindaco, Pietro Battiston, e i nomi dei fittavoli cui furono ceduti in contratto case, “fabbriche con brollo, marezane, casere, tedon”.
L’Oratorio un poco alla volta si guadagnò il nome di “Scuola” al colmello, nome che le sarebbe rimasto fino al Nocecento): Oratorio della scuola… e poiché “scuola” è un termine che viene spesso volgarmente pluralizzato (o forse per qualche altra corruzione linguistica) cominciò a essere detto: “l’oratorio delle scuole”, e tutta la zona circostante “dalle scuole San Rocco”

Visita pastorale del 1778

[…] Don Tommaso Colauto nativo di questo luogo di buoni e lodevoli costumi e diligente nell’assistere a tutte le funzioni. Massario dell’Oratorio della Scuola di San Rocco.

Nel 1779 le famiglie della fittanza Soldi della Scuola Grande di San Rocco abitavano in case con “tedon, caneva, finestra di lastre...”. Sempre presso l’Archivio di Stato di Venezia, nella busta 418 della Scuola Grande di S. Rocco, si viene a sapere dell’affittanza a certo Giacomo Soldi nel 1780 [anche] di “Casa Demaniale con Oratorio alla Fossetta”; vi si parla di consegna di solci, di casera, di tezon, di casa, di viti, di alberi; di fattoria, rimessa, scuderie, caneva; lisciera, fienil, pozzo, colombere, sieghe, vanghetti, segato, cortellazzini, sassolini, pali di ferro, restelli, stadere, doghe, forche, carriole, caldiere, manere, ferali, catene di ferro... Vi si trovano anche elenchi di stoviglie, piatti, posate con forchette, tovaglioli... Dopo tutte le fittanze del signor Giacomo, cominciamo a sospettare che “Soldi” fosse il soprannome, non il cognome.

Visita pastorale del 1791

Don Tommaso Colauto Mansionario della Scuola di San Rocco: di buoni costumi serviva in questa Chiesa; ora frequenta quella del Musile, per ritrar da essa vantaggi.
Visitato l’Oratorio Publico sotto il titolo della Beata Vergine Addolorata di ragione della Veneranda Scuola di San Rocco di Venezia in villa di Croce di Piave trovai l’altare in tutto a dovere.
Vi sono 19 Reliquie tutte con il sigillo del Vescovo defunto, e con le sue autentiche riconosciute nell’ultima visita.
La Reliquia della Santa Croce è in p[ic]cola custodia foderata di dentro di colore rosso. Con la croce sulla portella.
L’Oratorio è bello davvero, e servì di Parocchia per tutto il tempo in cui si fabricò la Parrochiale.
Il calice ha bisogno di essere dorato.
Mancano le croci alle Borse de Corporali.

Dalle “Scuole” (cioè dalla veneziana Scuola di San Rocco) fu poi venduto (per far cassa) al conte Burrovich Smajevich. In che anno? Boh. Fine Settecento, primi dell’Ottocento. 1805: Il Sottoscritto Parroco D. Gio: Ant.[oni]o Bottamella […] La mansioneria quotidiana dalla Veneziana Scola di S. Rocco di Venezia per qualità del D. Antonio Giusti è mancante da pochi giorni. L’Oratorio che era stato del conte Giusti, e che per legato di lui alla sua morte era finito in commissaria alle Scuole San Rocco di Venezia, poi venduto al conte Burrovich Smajevich, dalla famiglia Burrovich Smajevich passò nel 1813 alla famiglia Bizzaro. [Da una dichiarazione della Curia di Treviso, successiva al 1860, relativa all’oratorio Giusti]

Qui sotto la zona come compariva nel catasto autriaco del 1829.

Qui sotto si può osservare il confronto tra ciò che registrava il catasto austriaco del 1829 e quello che sopravvive ora.

Nell’ottobre del 1855, per volere delle Autorità Civili venne costruito il nuovo cimitero promiscuo per le parrocchie di Croce e Musile in località “Scuole San Rocco” vicino al fiume, ai confini tra le due Parrocchie, nel territorio di Croce, ad un miglio dalla chiesa di Musile e ad un miglio e mezzo da quella di Croce. Venne costruito “per viva forza del Commissario ad onta che in sei convocati i Censiti votassero negativamente sempre opponendosi perché troppo dista dall’una sì che dall’altra Parrocchia...” [Promemoria di Don Busnardo del 25 ottobre 1861]

Per un breve periodo, tra il 1865 e il 1871, funzionò il cimitero nel terreno delle scuole San Rocco, al confine con Musile, un cimitero promiscuo con la parrocchia di Musile voluto dalle autorità civili.

Qui sotto un rilievo topgrafico della zona compiuto in epoca successiva.

Visita pastorale del 1882

Indulgenze ad tempus plenarie ad septenium N. 5 come dal Breve annesso, Ia cioè li 20 Gennaio festa votiva di S. Sebastiano Martire, 2a addì 3 Maggio titolare, 3a S. Rocco Confessore 16 Agosto, 4a La Domenica 4a Ottobre consacrazione della chiesa. 5a il terzo lunedì di Ottobre in ringraziamento alla B. V. Maria delle Grazie per prescervazione dal Colera morbus festa votiva.

1888, dal resoconto della visita pastorale di Monsignor Apollonio

[…] le processioni che si hanno sono nel Venerdì santo nel giorno del Corpus Domini solenne nella festa del Ss Rosario, della Beata Vergine Carmine, nel dì di San Rocco e nella terza Domenica di ogni mese col canto dei rispettivi inni con ordine gli uomini innanzi al sacerdote dietro le donne.

1897. Risposta piccata dei Crocesi al tentativo dei musilotti di strappare le Casebianche a Croce

[…] I sottoscritti mentre confidano nella prudenza, sapienza e giustizia di Sua Ecc., con figliale affetto e riconoscenza La ringraziano antecipatamente [sic]. I sottoscritti sotto il nome di Case Bianche intendono protestare contro tutta la parte della Parrocchia di Croce voluta da quelli di Musile, cioè anche la frazione S. Rocco e a maggior ragione.

1907. Il signor Bizzaro, proprietario dell’Oratorio alle Scuole San Rocco, fu convinto, forse dal padre Andrea da Ospedaletto che ogni domenica vi celebrava messa, a erigere una via Crucis.

15 giugno 1918: Battaglia del Solstizio. Questa la cronaca della battaglia:

I reparti italiani in prima linea, per paura dei gas, rimasero tuttavia rintanati nelle trincee più a lungo del previsto e reagirono in ritardo. Gli austriaci riuscirono a forzare in due punti. A sud i primi assalitori varcarono il Piave da sotto le porte del Taglio, dinanzi ad Intestadura, e, contemporaneamente, dalle curve di S. Donà, davanti alle scuole “San Rocco”, a Croce, a circa duecento metri dal passaggio a livello. Erano le 2 del mattino. Avvolto e protetto dalla nebbia artificiale, il nemico apparve sulle nostre prime linee e, subito, di sorpresa si spinse avanti, nelle seconde linee, tentando l’argine di San Marco e le paludi.

Come risulta da un documento destinato al procaccia, il 4 settembre 1920 gli abitanti di Musile erano 1225, quelli delle Case Bianche 945, quelli di San Rocco 402, quelli di Croce di Piave 1827, quelli della Fossetta 1248. Questo indica che la comunità di Croce era disseminata tra quattro agglomerati, distanti tra loro e mal serviti.

1922. Nella lista dei poveri del Comune, 58 risiedevano di Croce: si trattava di contadini, braccianti, casalinghe, in gran parte residenti alla Fossetta o in frazione Scuole San Rocco. Solo 5 o 6 alle Case Bianche, 8 in centro a Croce.

25 marzo 1924: atto di smembramento della parrocchia di Croce

[…]

Decretiamo

1°. tutto il territorio denominato «Case Bianche» e il territorio nord-est della località «Scuole San Rocco», già facente parte della parrocchia di Croce di Piave, viene incorporato alla parrocchia di Musile.

Nell’elenco degli esercenti di Croce che nel dicembre 1932 chiesero la “rinnovazione” delle licenze vendita vino per l’anno 1933 si riportava:

N.° COGNOME E NOME NATURA DELL’ESERCIZIO LOCALITA’ SE ABBIA ... SE ABBIA ... SE ABBIA ...
6 FERRARI SILVIO TRATTORIA S. Rocco NO SI NO

La trattoria di Ferrari passò poi ai Lessi, al famoso "Ciceti".

Con la ridenominazione delle vie, dopo la II Guerra Mondiale, che furono intitolate agli eroi della Guerra Mondiale o alle province del Veneto il nome di “San Rocco” un poco alla volta sparì.

I terreni divennero quindi proprietà della famiglia Dal Ben.
Il signor Dal Ben, padre dell'attuale proprietario, provvide a mettere in salvo le due lapidi ottagonali, un tempo alle pareti dell'Oratorio (ubicato una cinquantina di metri all’interno rispetto all’argine attuale) a rimaste attaccate a ciò che rimaneva dell'Oratorio. Le murò su quello che è oggi il muro di sostegno dell'Argine San Marco ma che era un tempo il muro settentrionale del complesso.


(vedi cerchio rosso nell'immagine sopra).