“Ora la paghi per tutti”

9 luglio 2012: musicista metal degli “Warhawk” picchiato a sangue

Il concerto rock finisce a bastonate. A.C.D.R., 36enne residente a Val Callino, viene picchiato selvaggiamente con il manico di un piccone mentre dormiva all’aperto nel Paese dell’Invenzione.
La vittima dell’aggressione la sera precedente si era esibita con il suo gruppo metal “Warhawk” al bar “Mivida” (antica bottega Casonato, all’inizio di via del Bosco), concludendo il concerto ufficialmente verso le 23.
I musicisti e il pubblico continuano a rumoreggiare ancora per un poco.
Ancora qualche birra e poi i musicisti prendono la decisione di ritirarsi nei due camper su cui avevano raggiunto la località veneziana, in un campo attiguo al locale.
Per il caldo, A.C.D.R., unico tra i componenti della band, decide di dormire fuori del camper, sotto un albero poco distante.
La mattina, verso le 8, il musicista viene svegliato da un uomo dal marcato accento locale che gli avrebbe sibilato: “Ora la paghi per tutti”. Con il bastone l’aggressore colpiva il 36enne al busto, alla testa e alle gambe, fratturandogli alcune costole e causandogli un trauma cranico.
L’allarme veniva lanciato dai compagni della band, svegliati dallo stesso A.C.D.R. dopo essere stato picchiato. La vittima al momento dell’arrivo in pronto soccorso sarebbe stata cosciente; nel pomeriggio veniva sottoposta a un’operazione chirurgica.
A.C.D.R. avrebbe visto in faccia il suo aggressore, fornendo ai carabinieri una sua descrizione, oltre che il particolare che quella minaccia sarebbe stata proferita con marcato accento locale.
Gli inquirenti indagano per tentato omicidio. Il 36enne si trova ricoverato in prognosi riservata.

Immaginate di abitare a pochi metri da un locale dove si sta tenendo un concerto di musica metallara, confusione allo stato puro, casino a tutto volume.
Immaginate che tale musica sia sufficiente a mandarvi fuori di testa - ci vuol poco a immaginarlo, a me succede sempre - e che ve la suonino proprio sotto la finestra della camera; certi concerti mandano fuori di testa anche se rispettano gli orari di legge.
E invece i concertisti eccedono, si lasciano prendere dalla propria arte, sparano decibel su decibel.
A chi non sarebbe venuta voglia di prenderli a mazzate, avendoli sottomano? Esiste un principio (il rispetto degli altri) che va al di là dell’apparente rispetto di una norma che consente ai metallari di suonare fuori di un locale pubblico fino alle 23. Quella “musica” dovrebbe essere consentita solo nei capannoni industriali, lontani chilometri e chilometri dai centri abitati.
Il gruppo si chiama “Avvoltoio di guerra” ed è chiaro che ha dissotterato i suoi intenti bellicosi nei confronti della gente che ama la quiete.
Immaginate che la musica infernale sfori l’orario... perché ci vuol poco, coloro che partecipano a quei concerti son persone che si lasciano prendere dal ritmo, è gente che si scalda con una o due birre, ma poi le birre diventano tre, quattro (ci sarà un motivo per cui le birrerie organizzano concerti di musica metal rock e non di musica classica) e poi vuole un’altra canzone, un’ultima canzone, un’altra ancora dai...

Il Gazzettino di Nevezia / 20 novembre 2012
FUCILE - Il misterioso pestaggio di un musicista di un gruppo rock fece parecchio scalpore ed ora sembra avviato finalmente a una soluzione: è stato infatti arrestato dai carabinieri l’autore della violenta aggressione avvenuta il 9 luglio scorso nel Paese dell’Invenzione (Nevezia), nei confronti di un 36enne musicista che riportò gravi lesioni interne e fu ricoverato in ospedale con una prognosi superiore ai 40 giorni.
Nei guai è finito Gigione, 28 anni, del paese medesimo, dopo che i carabinieri di Nevezia e Panzonàt hanno raccolto una serie di elementi che proverebbero le sue responsabilità. La vittima, la sera precedente all’aggressione, dopo essersi esibito col proprio gruppo musicale in un locale, si era accampato con i colleghi in un fondo incolto e, a causa dell’afa, nella notte, era uscito dal camper, dormendo nei pressi del mezzo.
Il presunto aggressore, alzatosi di buon’ora, andando a comperare il pane in paese, si era imbattuto nel musicista accusandolo di schiamazzi: «Mi hai tenuto sveglio con la tua musica per tutta la notte» lo avrebbe accusato per poi inveire: «Ora pagherai per tutti». Seguì un’accesa lite verbale, sfociata poi nell’aggressione di Gigione verso il musicista, colpito più volte con il manico di un’ascia.
Con il suo gruppo il 36enne si era esibito in un concerto rock al “Mivida” del Paese dell’Invenzione. Era stata una serata entusiasmante, riscaldata dal pubblico, e anche dalla canicola: proprio per il caldo eccessivo uno dei musicisti della band metal “Warhawk” aveva deciso di dormire all’aria aperta, sotto un albero, invece che nel camper.

La vittima, la vittima... Ma chi è la vittima di questa storia? Chi è la vittima di un sopruso insopportabile?

Immaginate che la mancanza di una efficace esercizio (o educazione) alla pazienza vi impedisca di accettare le brutture del mondo con la consapevolezza che abitiamo tutti in una valle di lacrime e che nutrire astio verso un musicista da quattro soldi non aiuta a vivere meglio e che le colpe di quell’Albertone e della sua band non siano colpe loro ma di una vicenda esistenziale impegnativa che li ha portati a prediligere quel tipo di musica che non consente il rispetto della quiete, per ciò stesso declassata a disvalore...
Quanto al locale: si fa chiamare “Mivida”, ma per tutti è “il bar, la bottega della Franca”, e ci vogliono stranieri irrispettosi per chiamarlo a quel modo, la Franca era una persona così buona e mite che mai avrebbe organizzato un concerto-confusione fino alle ore della notte.
È lo stesso locale che organizza serate di washing-car dove a lavare le auto con la schiuma non sono abili addetti di un servizio di autolavaggio ma approssimative ri-sciacquette dalle grandi tette che usano appunto le loro rotonde doti (anziché degli ottimi panni di pelle di daino) per pulire le carrozzerie.
Ci vuole uno straniero inconsapevole della storia locale per vedere lo storico bar-bottega della Franca insultato da nomignoli sudamericani e spettacoli carwashing...

La gente del Paese crede di sapere chi è stato, e sa che colui in fondo ha agito come vendicatore degli oppressi.
Ma le anime chiacchierone delle beghine temono che il buon nome del paese venga infangato da un tale fatto di cronaca. Non conta che proprio le buone beghine si siano scagliate più volte contro le serate washing-car e gli insopportabili concerti organizzati dal “Mivida”.
No. Appena Gigione si fa portavoce degli oppressi e reagisce da par suo - come può, come sa fare - eccedendo sicuramente nell’opera di bonifica ma segnando un confine (tu quella musica te la suoni a casa tua), ecco che le beghine producono un foglietto triste che invita l’aggressore a costituirsi. Oh, il mondo non deve sapere che nel Paese dell’Invenzione c’è stata violenza. Ma quale violenza! Si parli piuttosto di eccesso colposo di legittima difesa... Gigione è intervenuto in difesa delle persone (nonnine e pacifici pelandroni come me) rese pazze dalla musica degli Avvoltoi di guerra. Gigione ha inteso stabilire un principio di realtà ben più importante dei cosiddetti termini di legge tanto cari ai legulèi che sembrano sempre utilizzati per opprimere i deboli: Gigione ha difeso coloro che non avevano voce per far smettere quel brutto concerto e tutti gli altri insopportabili concerti che la gente per bene è costretta a subire nelle sere d’estate. E invece le beghine hanno prodotto il loro foglietto, facendo intendere di sapere chi era “il colpevole”...
Si indaga a Panzonàt e a Nevezia...

Nuova Nevezia / 22 febbraio 2014
FUCILE. Con il manico di un’ascia l’aveva duramente picchiato. L’aveva aggredito a sorpresa il mattino del 9 luglio di due anni fa: il 36enne musicista Albertone Colle Dita Rosse (così chiamato per come suona la chitarra) di Val Callino stava dormendo e non aveva fatto in tempo neppure ad alzarsi in piedi. Era rimasto venti giorni ricoverato all’ospedale di Panzonàt: aveva riportato la frattura di alcune costole e una grave lesione a uno dei reni; i medici avevano dovuto anche asportargli la milza. Per fortuna, alla fine, se l’è cavata: i carabinieri del Nucleo investigativo di Nevezia in collaborazione con i colleghi di Panzonàt hanno poi arrestato per lesioni dolose aggravate il 28enne Gigione del Paese dell’Invenzione: c’erano voluti mesi d’indagine per individuare l’aggressore e soprattutto stabilire il movente di quell’aggressione che sembrava del tutto gratuita e immotivata. Ieri il giudice veneziano Andrea Mozke ha rinviato a giudizio Gigione: sarà processato dal Tribunale l’1 aprile.
Nel momento dell’aggressione Albertone Colle Dita Rosse stava dormendo all’ombra di un albero, mentre gli altri musicisti del complesso Warhawk, di cui faceva parte, riposavano nel vicino camper. Lui si era svegliato per il caldo e aveva deciso di sistemarsi fuori. La sera prima avevano suonato all’esterno del locale del Paese dell’Invenzione “Mivida”, ma la musica era terminata alle 23,30 e il locale aveva chiuso i battenti all’una, come previsto dalle norme per rispettare il riposo. Gli investigatori dell’Arma sono risaliti a Gigione, partendo da una telefonata che, la sera prima del 9 luglio, la madre aveva fatto per protestare contro il chiasso provocato dal concerto del complesso di Val Callino, che suonava a due passi da casa sua. E il movente sarebbe stato proprio quello: il giovane del Paese dell’Invenzione si è scatenato contro Albertone Colle Dita Rosse perché la notte precedente non l’avrebbe fatto dormire.
Il musicista non conosceva chi lo aveva aggredito e non aveva potuto dare alcuna indicazione, si è costituito parte civile con l’avvocato Drenato La Piantina.

Siete un buon figlio. Amate vostra madre. La vedete soffrire tutta la sera per la musica insopportabile che entra in casa anche chiudendo le finestre. Ma perché si deve essere costretti a chiudere le finestre con l’afa di agosto? Solo perché un gruppo di metallari senza rispetto per gli altri spara decibel tutto attorno, anche verso chi quei decibel non li vuole sentire? Un figlio perbene si accora per la madre, vorrebbe far qualcosa per lei... E appena ne ha l’occasione cerca di punire coloro che hanno aggredito la madre coi decibel.

Il Gazzettino di Nevezia / 1 ottobre 2014
Picchiò un musicista, rischia 6 anni
Fu un’«aggressione brutale», per un «motivo futile», che non merita «attenuanti». Per questo ieri il pubblico ministero di Nevezia, Angela Paisiello, ha chiesto una condanna esemplare - sei anni di carcere - per Gigione, il 29enne del Paese dell’Invenzione accusato di lesioni aggravate per il feroce pestaggio subito, il 29 luglio del 2012, da Albertone Colle Dita Rosse, di Val Callino. Aggredito mentre dormiva in un prato nel Paese dell’Invenzione, dopo che la sera prima si era esibito con il suo gruppo in un locale del paese, la vittima ha riportato un’invalidità permanente nel 15 per cento. Nelle scorse udienze, lo stesso Albertone aveva riconosciuto in Gigione il suo aggressore. Mentre l’ex fidanzata dell’imputato aveva riferito che, la mattina dell’aggressione, Gigione le aveva raccontato al telefono di aver pestato, nel prato vicino a casa, un giovane che la sera prima aveva suonato in un locale disturbando il vicinato. Ieri sono sfilati tre testimoni della difesa: l’attuale fidanzata e un paio di amici dell’imputato, secondo cui la ex di Gigione lo avrebbe accusato solo per vendetta, essendo stata lasciata. Poi è stata la volta del pubblico ministero che ha puntato il dito sulla brutalità di un’aggressione «senza scusanti», visto che a scatenare tanta violenza sarebbe stato un motivo banale come il disturbo della quiete pubblica. Parole dure anche nei confronti della «condotta processuale» dell’imputato che avrebbe negato l’evidenza, evitando di risarcire i danni arrecati alla vittima e cercando, invece, di screditare il racconto dell’ex fidanzata. Di qui la richiesta di una condanna senza attenuanti, a sei anni appunto. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 7 ottobre quando, dopo le arringhe di difesa e parte civile, il Tribunale dovrebbe emettere la sua sentenza.

«Motivo futile» «senza scusanti»? Banale sarebbe quel tipo di «disturbo della quiete pubblica»? Ma il pubblico ministero è a conoscenza che una delle torture più praticate in passato era la tortura del sonno? I violenti di un tempo ben sapevano che impedire a una persona di dormire la può far uscire pazza. La tortura è stata abolita nei paesi civili (anche se in italia una legge contro la tortura non c'è... vedi i fatti di Genova, nella caserma di Bolzaneto, all’epoca del bravo ministro Scajola). La tortura è più diabolica di un’aggressione. Tortura fu impedire agli abitanti del luogo di dormire con le finestre aperte, oltretutto per un motivo futile (oh, quello sì futile!) qual è quello di voler suonare a tutto volume musica che tante emozioni provoca ma non quella di indurre pace e tranquillità. Tortura fu strombacchiare senza ritegno sotto le finestre di persone che alle dieci e mezzo di sera chiedevano solo di andare a dormire... Oh, questo è il fatto che non dovrebbe essere passato sotto silenzio. L’aggressione causata dall’esasperazione per una tortura deliberata e premeditata è deprecabile, certo, ma Gigione dovrebbe godere di tutte le attenuanti in quanto ha agito perché esasperato.

Il Gazzettino di Nevezia
FUCILE - Sei anni e tre mesi di reclusione per il reato di lesioni gravi. È la pesante condanna che il Tribunale di Nevezia ha inflitto a Gigione, il ventinovenne del Paese dell’Invenzione finito sotto accusa in relazione al feroce pestaggio avvenuto il 9 luglio del 2012 nel paese medesimo, di cui fu oggetto Albertone Colle Dita Rosse, 36 anni, bassista del gruppo “Warhawk” di Val Callino.
La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dal collegio presieduto da Irene Losca, il quale ha riconosciuto a Gigione anche l’aggravante di aver agito armato di bastone. Il sostituto procuratore Angela Paisiello aveva sollecitato una condanna a sei anni di reclusione. Gigione, difeso dall’avvocato Napoli di Angelino, dovrà anche risarcire i gravi danni provocati al musicista, quantificati in 58 mila euro.
di Pollo Aia

O Paisiello, Paisiello! Sei anni a un riparatore di torti che aveva diritto a tutte le attenuanti...
E poi pensi che neanche un giorno di galera è toccato al Sovrano di Hardcore, il Premier Delinquente, che ha esposto l’Italia alla berlina del mondo e a una crisi violentissima, esportando capitali all’estero, corrompendo giudici e comprando senatori...
O Paisiello, Paisiello! Con quale coraggio chiedi tu l’applicazione fiscale della legge per chi ha difeso le persone che amano il sonno? Facci almeno sapere che ti scandalizzi per la remissione in libertà di Galan e Chisso dopo appena qualche mese di galera... e costoro avevano frodato la comunità intera, anziché difenderla...