Ritrovamento di soldati insepolti
della I Guerra Mondiale

La piena del Piave di fine dicembre 2010 che ha fatto franare le rive del fiume in vari punti ha portato alla luce i resti umani di soldati di una postazione  militare della I Guerra Mondiale. Il  luogo esatto corrisponde a quello indicato dal cerchietto nella mappa sotto
[corrispondente   al Foglio catastale n. 3, poco a nord del PF (punto fiduciale) 6 sul cippo “DRIZZAGNO BRESSANIN”, alle coordinate EST 12,3149°=12°.18’.53,64’’ e NORD 45,3802°= 45°.22’.48,72’’) pressappoco all’altezza del nuovo sottopasso ferroviario].

   

Tra i primi ad accorgersi che la frana aveva messo in luce un pezzo di rete metallica c'è Gianni Cancellier che così descrive il ritrovamento nel suo sito: 

Incuriosito e pensando subito alle linee di difesa del 1918 [...], il giorno 5.1.2011 sono andato per vedere la frana e la rete ma non ho visto la rete. Sono ritornato successivamente e questa volta ho visto la rete e mi sono convinto che si trattava di materiale della prima guerra mondiale.

  

Con questa convinzione oggi 16 gennaio 2011 con gli amici dell’associazione “C’era una volta Musile” sono andato per fissare con opportune fotografie il ricordo di quella rete e di quel filo spinato che dimostravano la presenza di opere di difesa propria ed offesa per il nemico. Spostati un poco i rifiuti di vegetazione che riducevano la visibilità dei resti metallici abbiamo potuto vedere la rete nella sua estensione e nella sua posizione originaria (per la parte non trascinata dalla frana).

Durante questo esame della rete e dell’ambiente abbiamo intravisto una calotta sferica, un emisfero e l’abbiamo immaginata dapprima un residuo di un pezzo di pallone di plastica/gomma trasportato dall’acqua. Quando l’ha avuta in mano, l’amico Lodovico si è subito reso conto (dalla caratteristica “sutura” tra la parte destra e quella sinistra) che era la volta di un di cranio umano, evidentemente di un nostro soldato caduto probabilmente nella battaglia del solstizio del 1918: il luogo corrisponde esattamente alla postazione indicata nella mappa sotto riportata dalle lettere AV della parola PIAVE


Al centro della carta militare c'è l'ansa del Piave e sotto si vede un cerchio (postazione di artiglieria?) all’incrocio tra la ferrovia e l’argine San Marco, dov'era il passaggio a livello ora soppresso e sostituito da sottopasso. Sopra il cerchio c’è la scritta “C. Montagner” che indica l’attuale casa Cancellier. A nord di questo punto c’è la scritta “PIAVE”. Alla base delle lettere AV di PIAVE due piccole frecce che hanno origine da un unico punto sottostante sono il simbolo di una postazione di artiglieria o comunque di armi medio - pesanti.
Dall’esame della carta geografica si rileva, sia verso monte sia verso valle, la presenza delle altre postazione, ogni 300 metri. Presso il ponte ferroviario ce ne sono altre due: una a monte e una a valle (evidentemente perché il ponte riduceva la visibilità a soli 90 gradi).

Lo stupore della macabra scoperta ci ha indotti ad insistere nelle ricerche e abbiamo individuato altri resti (femore?, tibia? perone?) che documentavano l’esistenza di un cadavere in posizione orizzontale con la testa verso valle.

Per far funzionare una postazione certamente servivano più persone. Quante? Me lo potrebbe dire, con le mansioni esatte (puntatore… graduatore… tiratore… ), mio padre (1892-1981) che “faceva lo stesso lavoro” in zona monte Grappa. [...] Abbiamo insistito nelle osservazioni e abbiamo individuato altri resti, [...] di almeno altri due caduti. Questa foto mostra alcuni resti umani (spostati dalla frana) che abbiamo rispettosamente messo assieme e consegnato ai Carabinieri.

Altri resti erano e sono visibili dove il terreno non è franato ossia nella posizione in cui sono stati per oltre 92 anni. Spero che le Autorità esamino accuratamente, anche con opportuni scavi, questo luogo per ricercare resti umani a cui rendere onore e qualche elemento che possa portare, se non ai nomi, almeno ai reparti di appartenenza di questi soldati. Croce deve rendere onore a questi caduti senza nome e senza tomba [...]. 

Croce 16 gennaio 2011